capitolo 8

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il tempo passava e le sigarette finirono così Chiara mi portò nella stanza. Aprì la finestra che era incastrata nel tetto, mise i piedi sul  davanzale esterno e le mani sulla parte superiore della finestra,si fece forza con le braccia e con un rapido movimento riuscì a salire. La imitai. Proprio come i vecchi tempi. 

"Sai,Andre. Oggi pomeriggio avevo il disperato bisogno di ritornare qui,così ti ho pensato... ho pensato che...ti..farebbe piacere...ritornare qui...come da piccoli...Ricordi? Tutte le sere salivamo qui per parlare... Andre,so che non ti importa nulla,ma davvero,mi manchi. mi mancate. Tu e Diane. Voi siete ancora lì,insieme,mentre io sono qui,da sola...tra..tra.."

"Una banda di idioti?" La interruppi.

"Sì,tra una banda di idioti." Disse lei con una lieve risata. "Io non ho ancora trovato la mia strada,la mia casa,voi sembrate così...felici...ben inseriti. Io sarò sempre quella con le tette grandi e i capelli tinti che se la fa con tutti,voi avete una band,una vita,una reputazione diversa.."

"Chiara,puoi ancora cambiare. Smettila di comportarti così,e inizia a vestirti in modo decente. Se davvero lo vuoi,puoi cambiare."

"Andre,sai. Da piccola ho sempre ammirato i tuoi occhi,neri. E il tuo sguardo,sicuro. Hai sempre emanato sicurezza da tutti i pori,potevo sempre contare su di te. sei così diretto,sincero,che rimango sempre stupita dal tuo modo di fare. Vuoi che io vada via?Sparisco. Vuoi che dia una possibilità al tuo amico? Esco con lui. mi  hai sempre ipnotizzata,non riesco a non calcolarti. Sei troppo,speciale."

Ci fu silenzio da entrambi le parti. Lei mi guardava,gli occhi erano grandi,azzurri e luminosi,aveva un piccolo sorriso di speranza e i capelli spettinati. Io non so com'ero. Forse malinconico. Forse sorpreso. Non lo so. So soltanto che gli occhi di Chiara si inumidirono e iniziò a piangere come una fontana. Senza pensarci due volte mi abbracciò  e disse:"Mi manchi.Mi sei sempre mancato." e mi baciò il collo. Poi mi sussurrò."Sei speciale."

Si alzò in piedi e scivolò nella finestra. Rimasi lì solo, Di nuovo.

Ero indeciso tra rimanere lì o raggiungere gli altri,così,o per disperato bisogno o per calmare i nervi,optai per una sigaretta. Diane mi chiamò. C'era stata una rissa,tra Rosario e un tipo. Non ebbi nemmeno il tempo di dover spegnere la sigaretta che scesi al primo piano in cucina e trovai Rosario vicino una bacinella a vomitare merda con un occhio nero e il sangue che gli usciva fuori dal naso. Non era la prima volta che Rosario facesse a botte con qualcuno. Vicino a lui c'erano Aria e Diane. Aria era sconvolta,spaventata; Diane era furiosa,rassegnata.  Portammo Rosario a casa e lo feci distendere sul mio letto. Camera mia era color grigio, aveva una piccola cabina armadio, una grande libreria e una scrivania dove potevo studiare. La camera aveva un terrazzo dove spesso ci portavo la poltrona e ci fumavo. Tanto in casa eravamo solo io e Rosalinda,che era solita a trovare pacchi di sigarette quasi vuoti sulla scrivania,si era quasi rassegnata al fatto,ogni tanto mi riprendeva,ma sapeva che dirlo ai miei genitori non mi avrebbe fatto smettere e lei avrebbe rischiato di perdere il lavoro. Rosario dopo aver sparato qualche cazzata e di aver vomitato nelle mie lenzuola si addormentò,costringendomi a dormire sul divanetto nella piccola biblioteca accanto a camera mia. Sapevo che il divano in salotto era più comodo ma spesso mi rifugiavo nella biblioteca,nonostante avessi una grande scrivania trovavo molto piacevole studiare lì. Aria e Diane approfittarono dell'assenza dei miei genitori per rimanere anche loro a casa,giusto per non rimanermi solo  con un ubriaco. Marco invece non lo vedevo dall'inizio della festa.

La mattina seguente mi svegliai con il dolce profumo del caffè mischiato con quello delle sigarette. erano Gold. Marlboro Gold,cazzo. Le mie preferite. Scesi dal divanetto e andai in cucina. Diane stava sorseggiando del caffè,aveva in mano la tazzina e nell'altra una sigaretta. Aria era ancora sul divano a dormire.

"Buongiorno." Disse Diane. "Queste sono per te." Disse passandomi un pacco da venti di Marlboro Gold. Ne presi una e sorrisi. "Rosalinda era venuta prima,voleva prepararmi la colazione. Le ho detto che stavi dormendo e che ti avrei aspettato, e che sarebbe potuta andare in Chiesa senza preoccuparsi. MI ha lasciato l'impasto per i pancakes ... li facciamo?" Si alzò dallo sgabello e prese dal frigo un impasto. Io presi il burro e la padella. Dopo qualche minuto Aria si svegliò e stordita prese un pancake.

"E queste?" disse stordita indicando le sigarette.

"Le ho trovate ieri alla festa sul bancone della cucina, il pacco era pieno e l'ho preso." disse Diane "prendine una." continuò.

Passammo la mattinata a mangiare pancake e a fumare. Di Marco non se n'era ancora vista l'ombra. Di solito la domenica mi faceva uno squillo per andare allo skate park,non che noi sapessimo andare sullo skateboard, trovavamo rilassante vedere quei tipi fare su e giù su uno skate. Salii al piano di sopra, Rosario dormiva ancora. Nella stanza si sentiva una forte puzza di piscio e vomito. La prossima volta che avrebbe fatto un'altra cazzata del genere lo avrei lasciato dormire su una panchina. Mi cambiai e andai allo skate park. avevo detto ad Aria e Diane che dovevo fare una commissione. Marco era lì. Da solo. Con gli occhi gonfi dal pianto. Era infreddolito. aveva passato tutta la notte lì.

"Marco." Dissi

"Va via. Sono andato a quella festa per stare con Chiara non per vedere lei fare la troia con te e tu che glielo lasci fare." disse,freddo.

"Marco,dovevamo parlare di cosedi famiglia,sai benissimo che i nostri genitori escono insieme."

"E parlate di cose di famiglia nella sua cabina armadio?!? Non credevo fossi così."

Si alzò e se ne andò. Non avevo davvero nulla da dirgli. Mi aveva lasciato senza parole,davvero. Non mi aveva creduto. Anni di amicizia a puttane per un frainteso. Per una ragazza.

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