Fuori dall'ospedale trovai Giovanni appoggiato sull' Audi di Chiara. Evidentemente era venuto a piedi. Indossava i suoi soliti jeans attillati con il suo chiodo di pelle nera. aveva stampato in faccia il suo solito sorrisino di cazzo. Quando mi vide la sua espressione cambiò.
"Guarda un po' chi c'è" Disse cercando di far trasparire tutta la sua sicurezza.
"Sei un idiota. Poteva morire." risposi
"Ah! Ma quindi sta bene! Magari la prossima volta imparerà a guardare la ragazza degli altri."
"Non è più la tua ragazza. Ora vattene."
Si avvicinò e con una voce sottile mi disse:"Hai per caso paura che mi metta in mezzo con la tua ragazza?Proprio come ho fatto con Marco?"
Lo presi per la maglietta. "Potresti essere accusato per tentato omicidio!Tu e i tuoi cani!"
Lui si mise per le difese. Era lì. Con i pugni serrati.Stava per tirarmi un pugno. Proprio in faccia. Lo sentivo. Io stringevo sempre di più la sua maglietta grigia. Ero pronto per tirargliene uno nello stomaco. Lui mi guardava negli occhi,quasi divertito. Io ero solo arrabbiato.
"Basta!" Qualcuno ci interruppe.
Aria mi prese per il braccio come se volesse farmi entrare. Mi chiese con un filo di voce di andare.
I nervi si rilassarono. Giovanni era ancora lì con la sua faccia di cazzo. Gli sussurai all'orecchio "Se ti fa sentire meglio non sto con Chiara. E non ci sono mai stato." Girai i tacchi e me ne andai. Aria camminava nervosa nel corridoio. Aveva la testa china,le mani nel parka verde militare e i capelli raccolti in una coda. Era come se si sentisse a disagio.
"Tutto bene?" Le chiesi.
"Si." Rispose secco.
Si prese un caffè e andò a casa. Le chiesi se voleva essere accompagnata. Mi rispose che avrebbe preso un taxi.
La mattina dopo presi il pullman e il ragazzino del giorno prima si sedette accanto a me senza chiedermi se fosse occupato. Mi irritò. "Senti,è occupato" Gli dissi.
"Ma non ci sono posti,fammi stare seduto fino a che non salirà il tuo amico." Rispose.
"No.levati."
Lui con la coda tra le gambe si alzò e si sedette sulle scale della porta postreriore. Scesi in fermata mi disse:"Ehi amico. Poi non è salito più nessuno,potevi farmi sedere."
"Il posto era occupato per Nessuno,ho preferito la sua compagnia che la tua. Tu sei troppo rumoroso,troppo arrogante, e non sai nemmeno le buone maniere. Tutti,come Nessuno, sono più educati e simpatici di te."
Mi fumai una sigaretta e me ne andai. Di solito per la strada incontravo Aria, che andava all'alberghiero vicino il Mancini. La vidi sull'altro marciapiede. Feci per salutarla,ma non ripose. Forse non aveva sentito.
In classe le inviai un messaggio,ma lei visualizzò e non rispose. Cosa non andava?
Dopo scuola andai a cucinare a casa di Marco,giusto per aiutare e sollevare un po' l'animo di Marta. Faceva l'infermiera ed era sempre stanca. Lavorava allo stesso ospedale di mamma. Ho sempre invidiato Marco per questo, non avevo mai capito la differenza che c'era tra un'infermiera e un medico. Entrambi salvavano le vite. Ma Marta era sempre presente in famiglia. Mamma no. Non c'era mai. C'erano sempre i suoi bigliettini di merda dove diceva che sarebbe tornata tardi. C'era sempre Rosalia che mi chiedeva quanto tempo sarei stato fuori. C'era sempre il McDonald. Mai mamma. Mai papà.
Marco stava benone. Avevo preparato una semplice scaloppina con i funghi a lui,con il limone a Marta e con il vino bianco a me e a suo padre,Giancarlo. Non sarebbe venuto a scuola per qualche altro giorno,era ancora debole. Per regola non avrebbe nemmeno dovuto giocare alla Play, ma la Play è la Play e non va abbandonata. Così giocammo a GTA St Andreas. Inviai un messaggio ad Aria. Ma lei non mi rispose. presi il mio cappotto e me ne andai. Salutai Marco e i suoi e mi incamminai a piedi nella periferia di Avellino,dall'altra parte della città. Sapevo dove abitasse. Mi ritrovai di fronte all'enorme edificio in mattoni e suonai tutti i citofoni fino a che non trovai quello della casa di Aria. Rispose un bambino piccolo. Dalla voce avrà avuto si e no cinque anni. Chiamò Aria. Lei scese....
*SPAZIO AUTRICE*
ciao ragazzi,scusate per l'inattività ma vado a un liceo e ho molti compiti. Ci tenevo a ringraziarvi,nonostante io non scriva da novembre siamo aumentati di +200 views e quindi credo che la storia vi stia piacendo ee nulla ve se amaa bacii
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volevamo solo crescere
Teen Fictionlei aveva la strana sensazione di non sentirsi mai abbastanza.Per me invece era perfetta così com'era, nei suoi modi di fare c'era qualcosa che sapeva di felicità,della mia.