Too late to say I'm sorry

Capitolo 1 New York 9 Settembre 2015 "Speranze" - Parte 2

Justin

Non so se riuscirò ad abituarmi a New York. Anche se sono passati due anni. Cioè, è colpa mia, capito? L'idea di comprare casa da queste parti. Da quando i miei vecchi si sono separati il Canada è diventato troppo piccolo (se mi sgamano danno giù tantissimo di matto perché non vogliono essere chiamati così. Fanno i giovani). Non la smettevano di litigare continuamente e gridavano fino a notte fonda.

Mamma Patty ha dei problemi con la droga. Da sempre praticamente. Solo che negli ultimi anni non è più riuscita a nasconderli. Anche il piccolino ne soffre.

Si chiama Jaxon ed è la cosa più bella che abbia mai visto. Quel piccolo figlio di puttana ti ride in faccia mentre ti incasina la vita. Ma tu non ti puoi girare da un'altra parte quando ti guarda. Non puoi, giuro. E poi abbiamo lo stesso sorriso. Quindi che sto qui a dirvelo?

Negli ultimo mesi lo prendevo con me e lo portavo nella mia stanza quando i vecchi gridavano. Mettevo lo stereo a palla e gli cantavo le mie canzoni. Ci divertivamo una cifra.

Ci siamo fatti dei selfie fichissimi mentre lo tenevo in braccio dopo palestra. Mi scoppiavano i bicipiti praticamente. Si Instagram e Twitter le tipe sono impazzite. Anche Noemi ha sbarellato. Lei diventa psycho dalla gelosia ma io le ho detto chiaro che se non si da una regolata la mollo. Fine della storia. Niente Justin dalle labbra di miele e "No Sorry" honey. Però lei piange un sacco quando le parlo così e finisce che non la lascio. E poi Cristo! Ha il lato B più sodo di tutta Manhattan. Quindi posso chiudere un occhio "You Know What I Mean".

Però il marmocchio è sveglio. Aveva capito che c'era puzza di bruciato. Povero. Alla fine ha dormito nel mio letto per mesi interi. Si svegliava di notte piangendo e io ci mettevo delle ore a calmarlo.

Non era giusto per niente. Soprattutto per lui. Che schifo.

La pensava così anche il giudice. I parents se le sono date di santa ragione in tribunale. Poi hanno deciso che si sarebbero accordati perché la Casa Discografica appartiene a tutti e due e quindi col divorzio avrebbero rovinato tutto.

Io però non volevo stare con mamma toxic in casa. Soprattutto per Jaxon.

Quindi ho preso daddy JJ per le orecchie egli ho detto quello che penso dritto inda face.

"Dobbiamo andarcene! Ne ho piene le scatole di voi due che vi dite le peggio cose gridando! Quella è una fattona che ci fotterà il cervello! Non ne posso più! Dovete smetterla!"

Lui se l'è tirata per un po' ma alla fine ha deciso che avevo ragione. Come sempre, d'altra parte. Io ho sempre ragione!

Abbiamo preso un attico al novantesimo piano del lussuoso grattacielo "One 57" nel cuore di New York, sulla 57esima strada. Si affaccia su Central Park.

Bisogna essere pronti a sborsare un assegno da 100.471.452,77 dollari. E' quello che ha fatto JJ senza battere ciglio. Io non avrei accettato niente di meglio. Non metto mai un paio di boxer Armani usati (dopo l'ultima campagna pubblicitaria ne ho una fornitura a vita), quindi figurarsi abitare in una catapecchia.

L'attico non è lussuoso, di più. No kidding. Lo ha curato un architetto francese.

Dentro c'è di tutto. Piscine, SPA, sala giochi per il marmocchio e anche una sala di registrazione personale per quando non voglio gente tra le scatole.

JJ sta quasi sempre fuori. Io amo stare con Jaxon ma tra la scuola e il prossimo disco in lavorazione ho sempre meno tempo per stare con lui. Potrebbe essere un problema perché Anita, la nostra tata, è incinta e ci lascerà presto. La chiamiamo Presidentessa Snow perché è sempre dritta come se avesse ingoiato un manico di scopa e ti fa la faccia brutta.

Però ci sapeva fare con Jaxon e quindi andava bene tutto. Ora viene fuori che anche lei di notte ci da dentro di brutto col suo tipo che ha la pagnotta nel forno. End of The Story? Va in maternità.

Credo che ci mancherà. Però adesso c'è un problema. Chi si prenderà cura di Jaxon mentre sono via?

Abbiamo bisogno di una nuova baby sitter.