05 Capitolo New York 13 Settembre "Complicazioni" - Parte 1

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Un chiodo. Un unico lungo chiodo piantato senza pietà nel mezzo della mia fronte. Questa è la sola cosa che sento quando mi sveglio. Ho difficoltà a percepire la carne in cui è affondato perché il mal di testa lancinante che mi ha colpito cattura tutta la mia attenzione. Provo a stirarmi.

Dio! E' come essere finiti sotto un tir. Le mie gambe, le braccia tutto è intorpidito. Forse sono stata drogata?

Provo a tirare su la testa e apro un occhio, poi un altro. Dove diavolo sono finita? Questo posto è veramente WOW! Tutto specchi, pelle e cristalli. Mai visto tanto lusso in vita mia.

Forse sto sognando. Non ricordo assolutamente niente.

Mentre cerco di mettermi a sedere, mi passo una mano sulla fronte per capire se realmente ci sia qualcosa di appuntito piantato proprio lì. Ma no, non c'è niente di strano, ho solo preso una bella sbornia.

Forse è per questo che non ricordo niente, "deve essere stata una sbornia seria", sto pensando tra me e me quando qualcuno fa capolino dalla porta e mi dice: "Buongiorno principessa, ben svegliata!"

Oh cazzo!

"Shawn?" balbetto spostando lo sguardo da me a lui e poi ancora a me.

Ancora cazzo! Sono nuda!

Io e lui? Non è possibile! Perché non ricordo niente! NIENTE!

"Ho messo su il caffè e la colazione è quasi pronta dolcezza" mi dice con il nomignolo più zuccheroso e gentile con cui qualsiasi ragazza possa mai sperare di essere chiamata.

"Va bene" provo a dire. Gli sorrido pure, sperando che mi lasci da sola a schiarirmi le idee confuse. Nonostante il mal di testa ci sono pochi dubbi su quello che può essere successo: sono nuda in un letto che non è il mio, Shawn Mendez è sull'arco della porta che mi dice che ha appena preparato la colazione, ergo questa è casa sua. Quindi io ho fatto sesso con Shawn Mendez. Compimenti Watson, ottima intuizione!

No, non è detto! Forse sto solo lavorando di fantasia. Magari mi sono sbronzata e lui mi ha solo portata qui, da vero cavaliere, poi ha dormito sul divano.

Devo chiederglielo. Devo sapere.

La camera da letto comunica con un corridoio che è più lungo e più spazioso del viale che porta a casa di zio Al e a sua volta si apre su un soggiorno grande come una piazza. Al centro c'è una cucina, una di quelle isole piene di accessori tecnologici e lì trovo Shawn che sta tagliando le uova sode.

"Ciao Shawn" gli dico battendo le palpebre, come per svegliarmi da un lungo sogno, mentre prendo posto su uno sgabello.

"Tieni principessa, mangia, ne avrai sicuramente bisogno dopo questa notte!" ammicca e mi bacia sulla bocca.

Io rimango lì come un ebete.

Siamo stati a letto insieme!

"Allora? Non mi dici niente? Di solito alle ragazze faccio un altro effetto!" il suo tono è quello di un ragazzino offeso.

Gli sorrido ma non rispondo. Che cosa dovrei dire? Non ho mai riflettuto su una storia tra me e lui e non ricordo niente di quello che è successo. Non sono sicura che lui sia quello che voglio. Davanti ai miei occhi vedo il volto di Justin e le mie labbra si incurvano in un sorriso.

Devo dirglielo.

"Stavo pensando. Visto che oggi è Domenica e non c'è scuola, che ne dici di tirare fuori dal garage la mia Porcupine AJS e andare a fare un giro? Poi ti porto a pranzo al The View."

Lo guardo fisso. Non può essere successo proprio a me, la povera, piccola Berdie. Berdie la sfigata. Shawn Mendez vuole uscire con me. Proprio con me!

"Certo!" gli dico, incapace di manifestargli i miei veri pensieri.

Too late to say I'm sorryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora