Capitolo 2 - New York 10 Settembre 2015 "Lunedì" - Parte 2

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Noemi

"Quando smetteranno di permettere a qualsiasi cesso a pedali di mettere piede in questa scuola?"

Non la sopporto quella cretina di Samantha quando si accoda alle mie svelenate. Pensa di attirare la mia attenzione, ma mi dà solo fastidio. Odio essere imitata.

"Ha ha! Samantha! Sei proprio una stronzetta oggi!" le rispondo.

"Speriamo di non trovarcela in classe" risponde Liza biascicando la gomma.

Le afferro la mandibola inzuppata in quel cazzo di fard merdoso che compra lei.

"Se non la smetti di biascicare ti faccio ingoiare tante di quelle gomme da renderti inutile l'intervento di bypass gastrico".

Odio la gente che biascica, cazzo.

Liza sputa la gomma nel cestino, è una cagnetta senza palle.

"Non mi interessa di quella sfigata, sarebbe invisibile anche se si sedesse sul mio banco" rispondo passandomi una mano sui capelli.

Mi sbavava addosso quella lesbica coi capelli viola. Che schifo!

Ci incamminiamo lungo il corridoio e non c'è nessuno che non si volti a guardarci, a guardarmi. Sono due galline, Liza e Samantha, ma sono sufficientemente belle da rafforzare la mia immagine e abbastanza mediocri da non superarmi. I nostri tacchi si muovono all'unisono. Oh! Il Professor Goldman. Haha! Guardalo, gli cade la matita da quelle mani sudaticce e grassocce. Probabilmente gli è venuto duro. Non ci stacca quei cazzo di occhiali spessi di dosso. Patetico. Ecco la Professoressa Miller che gliela raccatta. Ma lui è troppo indaffarato a farsi i suoi porno mentali su noi  tre perché si renda conto che lei gli sbava ai piedi. Che squallore lei sembra un toporagno vestita da catechista. Con questo golfino rosa confetto squallido, quelle scarpe senza tacco squallide, quella squallida camicetta a fiori abbottonata fin sulla fronte. È piatta come una tavola da surf.

Surf...

Justin.

I suoi muscoli color latte bagnati dalla schiuma delle onde. I suoi tatuaggi, quanto vorrei scorrerli col dito fino a fargli venire la pelle d'oca e i capezzoli turgidi. Sono così piccoli che viene voglia di morderli. La sua tavola azzurra e i bermuda neri calati fino alla freccia degli addominali. Quella freccia indica una sola cosa. "What do you mean?" Oh...io lo so "what I mean"! Quegli addominali...i bermuda calati... Mmmm... Cazzo! Chi è questa stronza che mi ha urtato?

"Ancora tu?" è la lesbica di merda!

"Dovresti guardare dove cammini, spolverino" le dico. "Non hai visto che mi sei venuta addosso?"

"Sc...scusa! Io...no... emh... stavo ancora cercando la classe del Professor Higgins e mi...mi stavo guardando intorno" risponde lei balbettando.

"Hey! La mia faccia è qua" le dico tirandole su il mento col dito. Mi stava guardando le tette.

"Di là!" indico. Questo french fa cagare. Non ci vado più da quella stronza di Gloria a farmi le unghie.

La lesbica sgattaiola via dietro di noi.

"Quanto mi fa schifo! Perché le hai indicato la vera classe? Potevamo divertirci!"

"Stai zitta, Samantha!" merda quanto non la sopporto.

Too late to say I'm sorryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora