Capitolo 2 - New York 10 Settembre 2015 "Lunedì" - Parte 3

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Shawn

La psico-cagnetta di Justin e le sue due amiche pornodive giocano ancora come il gatto con il topo con la nuova arrivata di turno. Poverina, magari ha solo bisogno di indicazioni. Certo che i capelli viola... Forse è l'ultima moda a 'Farmer's Paradise' o da dove cavolo viene. Ecco che si gira e viene verso di me. Ha il viso imbronciato, lo sguardo a terra, quella boccuccia così triste. Quelle tre vacche devono averle detto qualcosa di umiliante, figuriamoci. Quel viso, però... Ha uno sguardo...

"Ehi, ciao, tu hai la faccia di uno a posto" mi fa "sono nuova, sai dov'è la classe di fisica del professor Higgins?"

"Certo, seguo anche io quel corso, vieni con me che ti ci accompagno."

"Oh, grazie. Comunque io sono Berdie.""Shawn, Shawn Mendez, ciao." e ci avviamo insieme.

"Piacere. Tu non sei di qui, vero? Hai un accento strano."

"No sono canadese."

"E che fai qui a New York."

"È una storia lunga, e Higgins sta cominciando. Vieni, l'aula è questa."

Che ci faccio a New York? Questa è l'idea brillante del mio manager : "Un singolo di successo non vuole dire che sei arrivato" mi ha detto "Se vuoi diventare qualcuno, devi stare con la gente che conta." Detto fatto, via dal Canada ed eccomi francobollato al culo del mio connazionale, la star del momento, mister 'vivo al massimo', come se non ce ne fossero stati centinaia prima di lui. E la cosa peggiore è che devo anche far finta di trovarlo simpatico. Non potremmo essere più diversi. Io sono fondamentalmente un 'bravo ragazzo', nel senso che me ne fotto di tutte quelle stronzate da star, bevo poco e solo per divertirmi, droga anche no, ogni tanto metto stesa qualche tipa, ma solo perché non ho ancora trovato quella giusta.

Di fondo a me piace la musica, piace cantare, il resto del tendone lo lascerei volentieri ai figli di papà teste vuote come Justin. Di questa merda c'è di buono che sono nell'unica città al mondo in cui puoi incontrare musicisti straordinari ad ogni angolo di strada, scambiare idee, fare jam session in piccoli localini, senza che folle di ritardate ubriache di ormoni confusi ti strillino addosso tutta la loro inutile vuotezza. Il male è che devo fare il cartonato di fianco a 'suo splendore' e alla sua psico-troia. E sorridere. E ridere alle battute pietose. E dargli sempre ragione. Bah! Non sopporto i suoi continui piagnistei: sono frigne da ricco idiota viziato, lui e quella sua famiglia disfunzionale. Se dovessero perdere il loro prezioso tempo a guadagnarsi da vivere, come fanno i miei a Toronto, tutti i loro grilli per la testa svanirebbero all'istante. L'unico che si salva è il piccolino, almeno finché la sua amorevole famiglia di spostati non riuscirà a rovinare anche lui. Jaxon è un tesoro, sincero, spontaneo e dolcissimo. Justin stravede per lui e quando sono insieme intravvedo fra i neuroni bruciati la persona che doveva essere prima del grande successo, uno di cui forse potrei essere amico. Ma due secondi dopo ritorna il solito cazzone strafottente. Ora è meglio che mi concentri sulla lezione. Certo che 'capelli viola' lì, due banchi davanti a me... Quella tipa ha qualcosa di particolare, non saprei dire. È diversa da tutte queste troiette platinate, è spontanea e fresca. È evidente che non si rende conto di quanto è bella, o non ci fa caso. Devo scoprire di più di lei.

Too late to say I'm sorryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora