05 Capitolo New York 13 Settembre "Complicazioni" - Parte 2

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SHAWN
Pochi minuti dopo il ritorno dal giro in moto dal mio iPhone parte una musica: "And now that I'm without your kisses I'll be needing stitches."
Guardo Berdie con aria imbarazzata. Lo so che tenere la mia canzone come suoneria è da grezzi, ma me lo impone l'agente. E' Justin.
"Ehi bro', come butta?"
"Uno schifo bro', sto giù da morire."
"Ma dai, tu, mister 'vivo al massimo', non puoi essere giù. Sarà un momento passeggero."
"Dico sul serio Shawn, la mia vita è una merda. Senti, non mi va di parlare al telefono. Ti va se ci beviamo una cosa?"
"Io veramente..."
"Ti prego, ti assicuro che è un caso di emergenza nucleare assoluta. Ti prego..."
"Vabbè. Dove ci becchiamo?"
"Ti scoccia venire da Moe, sotto casa mia? Mi faresti un grande favore, non mi sento proprio di guidare."
"Ok, arrivo."
E poi? Cosa vuole ancora, che gli lavi la macchina? Non mi pareva di essermi dimostrato disposto alle confidenze, ma Justin mi è passato sopra come un autotreno.
"Ehi, Berdie, io devo fare un salto fuori, c'è un amico che ha urgente bisogno di me."
"Quando torni?" mi chiede lei dal bagno.
"Boh, poco, cerco di sbrigarmi. Intanto pensa a cosa vorresti fare stasera."
Esco con la Porcupine, magari in moto riuscirò a fare prima.

Justin mi attende a un tavolino fuori dal locale, un drink a metà e due bicchieri vuoti davanti a lui.
"Allora, che c'è che non va bro'"
"Tutto, Shawn, non ce la faccio più."
"Di che? Dei soldi, del successo, delle ragazze che fanno a gara per dartela?"
"No, tu non capisci. I miei vecchi sono un casino, sono più maturo io di quei due dementi. Ho il terrore di lasciare Jaxon con quella strafatta di mia madre. Pensa che il piccolo stava per affogare in piscina sotto ai suoi occhi."
"È la tua famiglia, non puoi farci nulla. Jaxon è affidato a loro."
"Già... posso solo salvare il salvabile. Guarda, se non fosse per il piccolo Jax li avrei mandati a farsi fottere da tempo. Aspetto solo che sia un po' più grande e poi faremo i Bieber Brothers. Daddy JJ e quella stronza di mia madre dovranno comprare il biglietto se vogliono vederci. E poi... c'è Noemi, bro' io credo di non amarla più."
"Perché, l'hai mai amata?"
"Non lo so. Credo di sì... forse. So che è una gran figa e che scopa bene. Lei c'è sempre per me, non mi dice mai di no, però è pazza, pazza da camicia di forza. Mi rovina la vita. Io ne ho le palle piene di tutti questi dementi che ho intorno."
"Sei proprio incazzato. Noemi che ti ha fatto?"
"Ma... niente in realtà, sono io che non la reggo più. I suoi capricci, la sua gelosia..."
"Che c'è? Hai un'altra per caso?"
"No... non lo so. Io credo che ci sia una tipa. Una... è diversa dalle altre. Non vede in me la star dannata, vede chi sono veramente. È vera, genuina."
"Te la sei già scopata?"
"No, te l'ho detto, è diversa dalle altre. È delicata, semplice... buona."
"Questa non è una tragedia, Justin, ti stai solo innamorando. Chi mai sarebbe questa tipa che sta conquistando il tuo cuore?"
"Te lo dico perché sei un amico, ma non devi dirlo ad anima viva, specialmente a lei."
"Dai, spara."
"È Berdie."
"Ah."
"Tutto qui? Non mi dici altro?"
"Non saprei, mi hai lasciato senza parole."
"Tu che dici? Ce lo vedi uno come me con una come lei?"
"Se devo essere sincero, no. Io penso che le piacciano tipi più tranquilli, più normali. Un po' come me."
"Ma no. Tu? Che cazzo dici? Io l'ho sentito. Ho sentito che fra me e lei c'è qualcosa, chiamala elettricità, chimica."
"Guarda JB, sto cercando di essere più delicato che posso, ma non voglio mentirti. Berdie è venuta a casa con me ieri sera, anzi è ancora lì e mi sta aspettando. Io... ecco... avevo giusto una cosa in ballo con lei, quindi ora andrei. Ci si vede."
Rimonto al volo sulla Porcupine e parto sgommando. È quasi una fuga, ma non ce la facevo più, e poi c'è Berdie. Lo so, non sono stato un buon amico, ma non è solo colpa mia. Justin deve decidere che immagine dare di sè. Non può tenermi per mesi solo come compagno di bevute e cartonato alle sue feste e poi di colpo scoprire di avere un cuore. Francamente mi sento usato e questo attenua molto il mio senso di colpa.

Berdie mi attende sul divano, culottes e canottiera. Irresistibile!
"Allora il tuo amico?"
"Ah, niente, piccoli affari di cuore. Ho sistemato tutto. Che si fa?"
"Usciamo?" dice e si alza in piedi.
Le trasparenze della sua canottiera mi mandano su di giri. Mi avvicino, l'abbraccio e la bacio. Lei sembra un po' rigida ma poi si lascia andare.
"E se prima di uscire..."
Ammicco indicando il letto. Lei sorride. È un sì o un forse? Per buona misura le caccio la lingua in bocca e inizio ad attirarla verso il letto. Un po' resiste. Però risponde al bacio, oh se risponde. E si lascia andare fra le mie braccia.
Ancora l'iPhone: "And now that I'm without your kisses..."
Lo tiro fuori dalla tasca e sbircio lo schermo. Diavolo, ancora Justin! Premo frettolosamente il pulsante rosso, metto in vibrazione e getto il telefono sul divano. Fanculo Justin.
Passo le mani sotto la canottiera di Berdie. Anche lei mi abbraccia e mi accarezza. La piccola si sta scaldando. Il letto è sempre più vicino.
Usciremo più tardi.

Too late to say I'm sorryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora