Capitolo 3 - New York 11 Settembre 2015 "Tormenta" - Parte 4

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Shawn

Noemi esce dal bagno a testa alta, scuotendo la testa per finire di sistemare i capelli. Era in bagno con Berdie. Speriamo che non abbia fatto stronzate. Ecco anche Berdie, sguardo basso. Sembra triste, probabilmente c'è rimasta male per quello scherzo del cazzo di Justin.

Oh my goodness, ecco cos'ha di speciale! È bella anche quando è triste, quando piange. Ho visto migliaia di ragazze bellissime trasformarsi in mostri inguardabili quando frignano, i lineamenti contratti in maschere da paura. Lei no. Berdie quando piange è semplicemente dolcissima.

"Uh, grazie." dico a Noemi che mi porge l'invito per il suo ennesimo party. I suoi hanno la villa a Long Beach e lei non perde occasione per sbattere in faccia a tutti la grana. Tutti in tiro, qualche VIP, ecstasy e coca a gogò, paparazzi fuori dai cancelli.

C'è qualcosa che non va questa volta. A chi sta dando gli inviti?

A Tracy, quella obesa con gli occhialoni e l'apparecchio, a Ralph, il nerd con la testa nel portatile pieno di adesivi. Ma che sta facendo? Ah, ecco! È davanti a Berdie, sguardo di disprezzo dall'alto in basso, niente invito, passa alla prossima.

Che stronza! Invita tutti, anche quelli che sa già che non avranno coraggio di mettere piede a casa sua solo per ferire Berdie.

"Dai che stasera ci sballiamo!"

Justin mi ha afferrato con il braccio intorno al collo e mi attira a sé.

"Si, fratello, stasera spacchiamo."

A lui piacciono le frasi così.

Finalmente la gogna di Berdie è finita, la regina Noemi lascia andare la sua corte. Ralph fissa il suo invito tenendolo con tutte e due le mani a dieci centimetri dagli occhi. Sembra il cazzo di bambino di Willy Wonka. Peccato che a te non ti ci faranno entrare nella fabbrica del cioccolato, povero Ralph.

Esco in corridoio, alla prossima ora ho letteratura americana II. Berdie è seduta lì, tutta sola sugli scalini con la testa fra le mani. Gli altri le passano accanto e non la degnano neppure di uno sguardo. Pezzi di merda! Credo che mi avvicinerò e proverò a consolarla.

"Ciao Berdie."

"Hey Shawn."

"Che succede?"

"Niente, quasi mi vergogno a starci così male, ma quella Noemi è proprio cattiva."

"Per l'invito? Non farci caso, è solo una cagnetta che delimita il territorio. Torturare la nuova la fa sentire importante, non ha altro."

"No, nei bagni, mi ha dato della puttana e della drogata."

"Ah, e tu che le avevi fatto?"

"Ma niente, non la stavo neanche guardando. Mi ha chiesto una cosa, ma io stavo pensando ai cavoli miei, poi però Io le ho sputato in faccia. Quelle cosa che vada a dirle a sua madre, cazzo."

E rincomincia a singhiozzare, io tiro fuori il fazzoletto e glielo porgo. Sì, io porto con me un fazzoletto.

"Sai che c'è?" dico, "fanculo il party di quella sfigata. Questa sera vieni con me al cinema."

"Io... Io ti ringrazio, ma non devi invitarmi per pietà. Tu sei invitato, sei l'amico di Justin, non puoi mancare."

"A me non frega nulla di quella festicciola da fighetti."

"Ma ci sarà la stampa. Devi pensare alla tua carriera."

"Senti, Berdie, se non mi facesse piacere non ti avrei invitata. Per fortuna sono libero di decidere, al massimo il mio agente mi farà una lavata di capo, ma sai che novità..."

"Perché? Ti stressa la vita?"

"Si, lui mi vorrebbe sempre su di giri, a fare cose estreme, qualche scandalo, un po' come Justin. Io però trovo tutto così patetico. Le stronzate da rockstar maledetta erano una novità ai tempi di Mick Jagger, ma sai cosa? Potrebbe essere mio nonno."

"Tu non sei come Justin..."

"No, non sono come lui."

Le passo un braccio dietro le spalle, ma la sento irrigidirsi.

"Ora forse dovrei andare" mi dice, "per oggi ho fatto già abbastanza figure di merda. Mi manca solo una nota per essere rimasta nei corridoi."

"Facciamo alle sette?"

"Ok."

"Ti passo a prendere?"

"Va bene. Grazie Shawn, sei un bravo ragazzo."

Mi sorride, si gira e si avvia per il corridoio verso la sua aula.

Too late to say I'm sorryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora