LUI
La prese tra le braccia e la strinse forte, immergendo il naso nei suoi capelli che le ricadevano sulla divisa azzurra.
Aveva aspettato tutto il giorno che il suo turno di lavoro finisse, per poterla incontrare. Aveva staccato dalla sua postazione quando gli era stato ordinato dall'altoparlante e si era messo di fronte alla porta della stanza di lei, trascorrendo il tempo che ancora lo separava dall'incontro tanto desiderato, pensando al giorno in cui l'aveva vista per la prima volta.
LEI
Dopo una giornata di lavoro estenuante, agli ordini del capitano, seguendo le sue direttive ed eseguendo i vari calcoli e le varie operazioni richieste, si recò alla sua camera per farsi una doccia veloce e dopo quella, andare insieme agli altri alla mensa per la cena.
Nel breve tragitto formato dai corridoi non incrociò nessuno.
Aveva sempre detestato quei corridoi, stretti e con il caratteristico odore di metallo bruciato, che oscillavano e vibravano sotto l'influenza dei motori.
Detestava quell'odore e quello di tutta la nave, il metallo bruciato degli strumenti in movimento, molto simile a quello della frizione degli automezzi terrestri, mischiato al pungente odore dello sterilizzatore con il quale venivano pulite tutte le stanze.
LUI
La vide la prima volta alla grande inaugurazione, il giorno dell'imbarco. La compagnia che organizzava la spedizione pensò che un bel discorso di incoraggiamento da parte del capitano, avrebbe avuto un ottimo effetto per il morale dell'equipaggio.
E così la vide: cinquecentosettantatré paia di occhi puntati sul palco, desiderosi di ascoltare il capitano e accanto a lui una splendida donna castana, dagli occhi brillanti e che sorrideva.
Incantato dalla sua bellezza non ascoltò più una parola del discorso e il brusio soffocato delle persone intorno a lui venne coperto dal battito del suo cuore. Lei accentuò il suo sorriso e lui fu certo che i loro sguardi si erano incrociati.
LEI
Odiava quella nave e odiava le persone che ci lavoravano, e già dal secondo giorno che ci aveva messo piede aveva compreso quanto si sarebbe sentita sola. La sua unica consolazione erano i dolci messaggi che di tanto in tanto apparivano ai piedi della porta della sua stanza.
Era piacevole ricevere quei messaggi, si capiva che colui che le scriveva si era preso una cotta e lei non faceva nulla per dissuaderlo, anzi una volta aveva anche risposto lasciando un foglietto attaccato alla porta.
LUI
Stava per parlarle per la prima volta ma l'emozione fu così forte da impedirgli di pronunciare ciò che avrebbe desiderato, le labbra gli permisero di dire solo un piccolo e semplice ciao.
L'abbracciò e il piacere fu così intenso nonostante lei fosse rigida perché colta di sorpresa. Nell abbraccio il deprimente odore della nave scomparve lasciando il posto al profumo di lei.
LEI
Non sapeva chi fosse. Si irrigidì per la sorpresa e poi lo scostò violentemente, aprì di fretta la porta e la rischiuse dietro di se. Guardò nel vuoto per qualche secondo, poi allontanò l'accaduto dalla mente e andò a lavarsi.
LUI
Osservò l'universo in silenzio, esso si espandeva all'infinito, nero e profondo con stelle lontane che regalavano un po' della loro luce qua e là. Un vetro di tre strati, nato apposta per mostrare questo spettacolo e per non rompersi separava l'interno della nave dall'esterno. Lo contemplò mentre si chiedeva quanto fosse stato sciocco.
LEI
Dopo la doccia ricominciò a pensare a quel pazzo che molto probabilmente l'aspettava fuori dalla porta. Da lì a poco sarebbe stata servita la cena e non volendosi trattenere ancora a lungo, compose il codice della sicurezza sul display del dispositivo di comunicazione portatile per ricevere aiuto.
Stava per inviare il segnale quando da sotto la porta apparve un biglietto, scritto nella bella calligrafia che conosceva bene: ti chiedo scusa, ora vado.
Aprì la porta per osservare l'allontanarsi di quell individuo, stringendo tra le dita quel biglietto che in un battito di ciglia aveva trasformato un pazzo furioso, in un bell' uomo .
LUI
Si sentì osservato tutta la sera e il suo cuore sperava che fosse lei a guardarlo ma la ragione gli suggeriva ben altro. Dopo ciò che era accaduto era diventato sicuramente oggetto di interesse per gli uomini della sicurezza.
Cenò in fretta per tornare nella propria stanza il prima possibile. Sulla strada del ritorno decise di fermarsi per lasciare un messaggio per lei.
Si chinò e lo infilò sotto la porta. Quando fu in piedi, rimase piacevolmente sorpreso ma anche impaurito nel trovarsela di fronte.
LEI
Non gli lasciò il tempo di parlare, gli avvolse le braccia intorno al collo e lo baciò.
Quando riecheggiarono dei passi nel corridoio il bacio si fermò e lei se ne andò lasciando un bigliettino sul petto di lui: scusami tu per non aver capito subito.
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La mia foresta
Short StoryLa mia foresta,strano titolo per una raccolta di storie. L'ho preso da un episodio di una serie tv che adoro: Doctor Who. La 4x9 ombre assassine Le foreste sono i libri di carta contenuti nella più grande biblioteca esistente. E quindi la mia fores...