Finché c'è vita c'è Speranza

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Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.”

Carl rimase a vegliare su Michelle finché questa non rinvenne con un gemito di dolore. La gamba era tutta fasciata ma in via di guarigione. Si era procurata persino un bernoccolo sulla tempia, dovuto dalla badilata. Non appena se ne accorse, premendo sul bozzolo violaceo, si drizzó furente, in cerca del suo arco o di qualche arma improvvisa.

"Ehi, calmati. Non sono cattivo. Mi dispiace per la botta, credevo fossi stata presa" fece l'adolescente, in imbarazzo.
"Intendi morsa? Mutilata? Se fosse stato così dovresti prendere in mano un manuale su come uccidere uno zombie" ribatté lei, calmandosi leggermente.

Sulla soglia della porta della cameretta spuntò un uomo barbuto, le braccia muscolose incrociate. Aveva un che di affascinante, forse dovuto dal viso autoritario, o dagli occhi di un azzurro brillante glaciale, o dalla corporatura slanciata.

"Come ti chiami?" chiese subito, sedendosi comodo su una poltrona accanto al letto.
Michelle incroció le braccia a sua volta, marcando ogni sillaba con tutto il sarcasmo possibile: "Semmai dovrei essere io a chiedervelo. Michelle, piacere. Tu, paparino? E quello che mi ha rovinato il bellissimo volto?".

"Rick. Rick Grimes. E lui è Carl, mio figlio. Mi scuso ancora per l'inconveniente. Siamo continuamente in viaggio, sin da quando è precipitato 'sto inferno. E non ci fidiamo di nessuno, vivo o morto".
"E perché ho l'onore di essere in vostra compagnia, perfettamente servita e coccolata?".
Rick chiuse irritato gli occhi, rigettando l'ondata di epiteti da scagliarle addosso: "Incontrai molte persone in cerca di un gruppo, o di un capo. L'unione fa la forza, così si dice. Rifiutai ogni richiesta, vuoi perché erano troppo malandati o incapaci di impugnare un'arma, vuoi perché non avevano nulla da offrire. Stanotte ti ho vista sparare a quell'uomo a sangue freddo. Non l'hai ucciso, però. Perché?".
"Perché si meritava ben peggio di uno sparo. È stato divertente".

Rick la fissò basito: come poteva, quella bellissima e inquietante ragazza, essere così fredda e sadica?
Il suo volto pareva scolpito nel ghiaccio. Nessuna espressione o ruga o battiti di ciglia per capire che cosa le frullasse in mente. Gli occhi verde marino erano come delle tapparelle chiuse, nascondendo chissà quali abissi.

Rick l'aveva già inquadrata. E, nonostante l'apatia e l'arroganza, le piaceva: una ragazza solitaria e combattiva, calcolatrice e caparbia. Qualità da non sottovalutare in questo nuovo mondo. Una miniera d'oro per la sopravvivenza.
"La mia morale non accetta una persona che uccide umani senza provare rimorso," disse infine, scegliendo con cura le parole, "ma mi piaci. Te la sei cavata da sola con un arco e un machete, mimetizzandoti tra gli zombi da Atlanta fino a...è lì che sei diretta? Notevole. Se collaboriamo, però, avrai più possibilità di riuscire nella tua impresa. Ti offro armi e protezione, in quanto sceriffo. Tu mi offri un posto sicuro. Difficile ma non impossibile. Insieme ce la faremo".
"-L'unione fa la forza, così si dice-" lo imitó Michelle, finalmente il fantasma di un ghigno sulla sua bocca solitamente chiusa.

Fece un cenno al ragazzo, che se ne stava in disparte a giocherellare con un coltellino svizzero.
"E lui cosa mi offre? Un nuovo bernoccolo? È in grado almeno di mirare a un vagante con quel coltellino? O lo usa per tagliarsi le vene?".
"Io sono capace di uccidere un putrefatto anche con queste." sibiló furente, mostrando le mani sporche, "Ti ho chiesto scusa, non c'è bisogno di aggredirmi ancora! Senti, non ne faccio mistero, non mi piaci, potresti benissimo cavartela solo con la tua lingua biforcuta, ma papà ed io abbiamo bisogno di un rifugio proprio come te! Non vuoi collaborare avendo un obiettivo in comune?".

Michelle li fissò senza vederli davvero, la mente troppo occupata ad elaborare e a formulare possibili risposte.
Valeva la pena portarseli dietro, nonostante il successo ottenuto in solitario fino a quel momento? La potevano ingannare, piegarla contro la sua volontà, forse nemmeno darle diritto di decisione.
-Ah, fanculo. Questo ragazzino è prossimo a pisciarsi addosso, il suo paparino macho deve salvare il suo unico figlioletto senza madre. Da quando sei così insicura? Da quando sei così debole al punto da affidarti agli altri?-.
-Non sono debole, maledizione! Questo Rick è uno sceriffo, il primo uomo affidabile che mi sia capitato di incontrare. Non posso continuare a vagare come un vagante!-
-Ammettilo, ammetti all'altra tua coscienza, che te lo vuoi scopare!-.

Michelle chiuse la mente, ormai quasi consapevole di star impazzendo.
Fece per confermare quando si sentí bussare energicamente dall'ingresso.
"Ma che cazzo...? Ci vogliono far scoprire?" sibiló furente Rick, alzandosi e dirigendosi verso la porta principale.
Michelle voleva seguirlo, ma la gamba fasciata le impediva qualunque movimento. Lanció un'occhiata di intesa a Carl e questi l'aiutó ad alzarsi, facendo leva sul suo corpo mingherlino.

"Imparerai molto da me. Vedrai che le tue armi preferite non saranno solo le mani, ma ben peggio" disse la ragazza, con una nota ironica.
Carl borbottó scocciato ma si interruppe alla visione di una donna dal volto tumefatto in ginocchio di fronte al padre.
"Lei mi ha liberato da lui. Ed io vi chiedo sostegno" sussurró la sconosciuta, accennando a Michelle con espressione di ammirazione misto a speranza.

Ecco da chi proveniva l'urlo seguito dalla distruzione della finestra a opera di Michelle. In quella casa abitava Jade Johnson, la moglie del pervertito, una donna apparentemente debole perché sottomessa da anni alle violenze domestiche, ma capace di trasformarsi in una macchina di guerra all'occasione.

Una volta iniziato quell'inferno (e un accenno anche nella vita precedente), Jade si preparava all'eventuale fuga dal marito esercitandosi coi suoi coltelli e fucili da caccia nella cantina dove veniva punita continuamente. Non era mai riuscita nel suo intento, sia perché ora la sua via pullulava di vaganti giorno e notte, sia perché lo temeva, temeva un suo contrattacco. Ed era l'unica a percepire fisicamente le conseguenze.

"Vi posso dimostrare la mia forza, mi sono esercitata con...".
"Non importa. Io...", Rick chiese sostegno con gli occhi ai due ragazzi.
Era la prima volta che si trovava in una posizione d'incertezza. E, a dirla tutta, vedeva Michelle come un suo pari, nonostante la catalessi della ragazza nel momento in cui doveva riflettere sul suo accordo.
"Perché no?! Bisogna farla santa, a questa donna, per aver sopportato i sorprusi del marito. Sempre se non ne sei rimasta dispiaciuta dalla perdita" obiettó la ragazza con rispetto, notando i suoi lividi multicolore.

Jade sorrise, gli occhi umidi colmi di felicità. Dopotutto, non era un mondo marcio fino alle fondamenta. Per lei rappresentava una nuova svolta, un nuovo capitolo nella sua vita da sottomessa.

"Perfetto, ora che abbiamo trovato una combriccola allegra, che facciamo?".
"Michelle, potresti evitare di usare sempre quel tono beffardo?".
"Il sarcasmo è la mia difesa, oltre al mio arco, quindi faccia l'abitudine, sceriffo".
Rick alzó gli occhi al cielo, e indicò la cartina stradale di Michelle aperta sul tavolo.
"Ho deciso di attuare il tuo piano. Ci vorranno settimane di cammino, forse anche di meno se trovassimo un mezzo, forse ci imbatteremo in gruppi poco raccomandabili, forse dovremmo combattere contro di loro, Dio solo lo sa, ma questo è uno dei piani meglio riusciti e pensati".

Rick guardó il suo nuovo gruppo, abbozzando uno dei suoi rari sorrisi, "Si va a prendere il sole: le isole Bahamas saranno perfette per creare una nuova vita".

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