Miracle

68 4 1
                                    

"-Ora, dopo tutta la vostra malvagità, guai, guai a voi!- dice il Signore Iddio"
(Ezechiele 16.23)

L'arciere e il suo compagno indietreggiarono verso il fondo del camper per lasciar spazio ai catturati.
Rick alzó entrambe le mani in segno di resa e così fecero gli altri, senza però abbassare il contatto visivo.
"Visto che il camper è occupato, ce ne andremo senza combattere. Utilizzeremo un altro mezzo".
"E chi vi ha detto che potete usare altri mezzi? E, soprattutto, chi ha menzionato la vostra libertà? Consegnatemi tutte le armi. Ora!" sbraitó l'altro uomo, paonazzo dal troppo bere.

Un gesto meccanico all'unisono e tutte le armi furono depositate sul tavolino.
L'arciere fissava, senza battere ciglio, Michelle, e lei a sua volta lo squadrava, la mente azzerata da qualunque piano di fuga.
"Che avete da fissarvi? Vi siete forse innamorati? Ah ah ah!".
L'uomo irato sputó una sostanza schiumosa rossastra prima di parlare di nuovo, "Ora siete nelle nostre sporche mani, dunque rispettate codeste regoline. Uno, durante il viaggio non azzardatevi a compiere un passo falso. Due, vi porteremo in un posto sicuro, con cuccette per dormire e pappette fatte dalla nonna: qualsiasi parola o minimo gesto di disapprovazione a questo regalo...".
Mimó il gesto dello sgozzamento e scoppiò a ridere sguaiatamente, bevendo un sorso dalla fiaschetta personale.

L'arciere si rilassó, abbassó la balestra e spostó lo sguardo corrugato verso il suo compagno, come se le sue parole lo avessero destato da qualche incubo represso.
"È meglio se avvii questo catorcio prima che faccia buio" sbottó infastidito.

"Non chiamarlo catorcio! Avrei bisogno dell'approvazione del signor capo sceriffo qui presente per guidare in 'sto stato...a meno che tutte le fottute regole sugli arresti per guida ubriaca siano andate al diavolo, e allora fanculo".
Detto questo, l'uomo sistemò con cura il distintivo di Rick appuntato sulla camicia, si mise al posto di guida, accese con una bestemmia il camper e partirono verso est.

Rick e il gruppo si sedettero appiccicati sui sedili logori intorno al tavolino, mentre l'arciere toglieva le armi nascondendole da qualche parte.

"Non mi piace questa situazione" sussurró Carl, le vene del collo gonfie di rancore.
"Per ora non dobbiamo compiere cazzate. Siamo indifesi, e questi tipi del posto sicuro potrebbero essere pacifici come no. Studiamo la situazione quando arriviamo" proruppe il padre agitato, ma ben deciso a mostrarsi duro e insofferente di fronte al figlio.
"Per ora il termine 'pacifici' non rientra nella mia lista di attributi verso di loro" sibiló Michelle che osservava di sottecchi l'arciere mentre fumava beatamente con le gambe accavallate sul tavolino di fianco al suo, apparentemente a suo agio.

Sulla quarantina, capelli bruni scomposti, occhi color titanio, barbetta non curata come la sua igiene personale, e corporatura muscolosa da sexy simbol, Daryl Dixon poteva sentirsi momentaneamente col cuore leggero.
Aveva trovato i suoi biglietti d'uscita da quell'inferno.
Come spiegarlo a quel gruppo senza farsi sentire da Paul era complicato, ma a lui importava poco nulla di quello sfigato ubriacone malato di cancro.
Potrebbe benissimo soffocarlo a mani nude in quel momento, se non ne andasse della sua vita una volta rincasato.

"Raccontaci di questo posto sicuro" iniziò la ragazza, gli occhi verde marino in quelli di titanio di lui.
Daryl sbuffó scocciato e, per la prima volta, in soggezione: non poteva lasciarsi distrarre da quella ventenne affascinante e letale. Doveva giocarsela ancora un po', stuzzicarla e infastidirla, perché mancava parecchio all'arrivo.

"È la nuova Gerusalemme, o quel cazzo che ti pare. La gente vive di richieste e ricompense, il necessario per portar avanti un minimo di civiltà dignitosa. Ti salvi il culo e ti fai salvare il culo, stop".
"E che tipo di richieste si chiedono vivendo tutti assieme in una comunità? Esistono dei ruoli? Com'è il capo?".
"Perché non chiudi quella fogna e lo vedi coi tuoi occhi? Tanto da lì non esci più, o meglio, solo se qualcuno accetta la tua offerta in cambio di qualcosa" rimarcó apposta le ultime tre parole con tutto il disdegno possibile.

Lo sceriffo e il figlio si guardarono perplessi, Jade era emotivamente impaurita dell'ignoto futuro per prestare attenzione, Michelle, invece, lo fissava duramente, come se avesse afferrato e interpretato il messaggio.
Aveva capito.

□□□□□

Il posto sicuro altro non era che una palestra scolastica, circondata da reti metalliche discretamente solide e da un numero esiguo di scuolabus arruginiti. Era un complesso sopravvissuto miracolosamente, e per questo gli fu dato nome "Miracle" . Oltre al salone contenente attrezzature ginniche, vi erano spogliatoi adibiti a camere improvvisate, magazzini con ottime forniture mediche, zona mensa con pochi cibi liofilizzati.
Le scuole furono le prime a essere state chiuse in seguito all'accaduto, e quasi a nessuno, studente compreso, era venuto in mente di rifugiarvisi.

Solamente una ventina di persone, dopo settimane di crisi dell'inevitabile, piano piano si avvicinarono sospette alle alte recinzioni per poi entrare nelle grazie del capo.
La prima cosa che notó il gruppo era un cartello deformato con la scritta sbiadita del complesso a poche centinaia di metri. Si percorreva poi una strada sterrata per poi aprirsi di fronte al portone diroccato. Un uomo di vedetta li vide e fece segno all'interno di aprire i battenti. Una volta entrati, il gruppo fu letteralmente trascinato in una zona accanto alla palestra dove risiedeva il capo.
"Buona fortuna con Greg. Ne avete bisogno" sibiló l'ubriaco, sghignazzando a pochi centimetri dal viso pallido di Jade.

Daryl premette il braccio di Michelle come un avvertimento. Riuscì a sussurrarle qualcosa prima di spingerla nella stanza del Limbo.
"Non fidarti di nessuno, solo di me. Per il tuo e il mio bene è meglio se ti fai mettere nella zona cucina. Trova Dylan".

La ragazza cercò un suo contatto visivo ma la porta si chiuse alle sue spalle, lasciandola al suo destino.
L'ufficio era buio e abbandonato, eccezione fatta di un uomo che sfogliava silenziosamente un plico di fogli seduto sulla scrivania impolverata. Un'azione puramente paradossale, come se fosse davvero il direttore scolastico, pronto a timbrare pagelle. Peccato che quando l'uomo alzò lo sguardo si poté notare come il mondo nuovo lo avesse deturpato.

Gregory Tale portava una benda nera sull'occhio sinistro, trionfo di una zuffa finita a coltellate per ottenere quel complesso, e una fascia rossa sulla mano destra priva di due dita, altro simbolo di vittoria per conquistarsi il ruolo di leader. L'aspetto trasandato ma fortemente accentuato dall'uniforme militare gli davano la giusta dose di autorità.
"Nuovi arrivi. Che delizioso" esclamò sorpreso, alzandosi con estrema lentezza per porgere la mano sana, "Mi chiamo Gregory, capo di Miracle. Scommetto che i miei salvatori vi abbiano raccontato come si vive in questo camping. Il motto è 'Ubbidisci e sarà dato'. Vedo che siete in ottima forma e mica scemi, quindi vi chiedo di esporre le vostre qualità e io vi assegneró un ruolo tra questi: insaccatore, soldato, battimattone, cuoco, giardiniere". Smise di contare con le dita sane, sorrise maliziosamente e attese.

"Io sono brava a combattere. Io...cioè noi, siamo forti" proruppe Jade, lo sguardo timoroso verso l'uomo ritto in piedi.
Questi la squadró con un leggero sorriso ambiguo: "Mi dispiace, dolcezza, ma siamo quasi pieni di soldati volenterosi e spaccaculi. Senza offesa, voi donne avete ben altre qualità, utilissime per migliorare il futuro".
"Io so cucinare" disse Michelle, mostrandosi a suo agio in quel clima di tensione, "Dubito che ci sia qualcuno qui a cucinare i migliori pancakes d'America".

Rick e Carl la fissarono perplessi, ignorati da Greg che la spogliava con lo sguardo.
"Dí un po', mi prendi in giro?".
"Assolutamente no. Sono stanca di correre e puzzare di cadavere. Voglio fare la brava casalinga" rispose la ragazza con un'alzata di spalle.
"Anch'io. Non c'è più posto per il soldato, quindi scelgo di cucinare con lei" s'aggiunse Jade, sollevata di avere un appoggio familiare.
Gregory scoppiò a ridere, infondendo preoccupazione alle due donne.
"Non siete voialtri a decidere, ingenue donzelle. Comunque sia, mi avete temporaneamente convinto. Assaggiamo i tuoi preziosi pancake e mi farò un'idea positiva in più" aggiunse, guardando Michelle con una certa maliziositá.

Senza attendere una proposta da parte del padre e figlio, assegnò a entrambi il ruolo di battimattone (il che consisteva nel rinforzare qualsiasi muro o edificio all'interno del complesso). Liquidó con un gesto il gruppo e continuò il lavoro interrotto, aggiungendo i nomi degli arrivati su una lista spuntandone due con il pennarello rosso.

•Combatti i Morti, Temi i Vivi•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora