Capitolo 5

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Rimanemmo vicino a Yalda tutta la notte. Appena ripresi, io e Diantha avevamo trascinato il grosso lupo lontano dall'imboccatura della valle e Kai aveva continuato a mordergli le orecchie, preoccupato che non si risvegliasse più. Avevo chiesto a Diantha cosa fosse quel luogo ma mi aveva completamente ignorato e io, dopo vari tentativi, mi arresi. Il giorno dopo, all'alba, Yalda si svegliò e stiracchiandosi si sentivano tutte le ossa scricchiolare, eppure il lupo sembrava non sentire niente. Una volta in marcia mi decisi a chiedere anche al rosso della Valle del Vento e lui aveva fatto una faccia strana ma si era poi deciso a parlare -non è l'argomento preferito dei lupi...penso tu lo abbia notato...ma è giusto che tu sappia. Non hai guardato nell'Abisso, vero?- -Abisso?- chiesi perplesso. -Meglio così...- rispose lui ricominciando a guardare avanti, passarono alcuni minuti e Yalda non disse una parola -Yalda...non mi hai dato nessuna spiegazione- affermai io sempre più impaziente -hai detto che dovevo sapere- continuai, anche al costo di sembrare un cucciolo, volevo sapere perchè i lupi temevano tanto quel posto, sapevo che non era solo per le bufere improvvise. -Diglielo Yalda, così la smette- disse all'improvviso la lupa, sempre col suo carattere facilmente irritabile -Ecco vedi Haru, c'è una leggenda su quella valle...che a quanto pare alla fine si è rivelata realtà, si dice che il vento non sia altro che una mandria di bisonti che una volta entrata nella valle è impazzita e si è gettata nell'Abisso e quelli ora, ancora imbizzarriti, cercano di buttare tutti quelli che passano, di sotto.- raccontò Yalda. Non era tutto, c'era qualcosa di strano negli occhi di Yalda mentre ne parlava, qualcosa che lo agghiacciava. Mi ricordai anche dello sguardo terrorrizzato di Diantha e anche questo non mi sembrava normale. - E poi?- chiese Kai, anche lui se ne era accorto, Yalda alzò le orecchie -A quanto pare, quel luogo ha un'influenza strana, non solo sui lupi, ma su qualsiasi animale. Molti lupi si sono gettati volontariamente nell'Abisso e non solo loro, ma abbiamo visto ossa anche di orsi, cervi, cavalli e molti altri animali.- rispose il lupo -Ma com'è possibile?- chiesi -Nessuno lo sa- rispose secca Diantha voltandosi. I suoi occhi scuri e insoliti si fissarono su di me, come se la causa fossi io. In risposta girai le orecchie all'indietro per farle capire che non mi intimidiva e infatti dopo aver sbuffato per schernirmi, si girò. Il paesaggio era ancora coperto di pietre. Niente muschio, nessun tipo di arbusto e nemmeno l'ombra di un lichene. Niente cibo per le renne e questo significava anche niente cibo per noi. L'aria era secca ed eravamo riusciti solo a bere in una piccola pozza, non c'era nemmeno l'odore di preda. Attraversammo tutto quel deserto pietroso ed immobile fino a quando l'erba iniziò a spuntare qua e la seguita dai cespugli e, infine, i primi alberi iniziarono ad apparire. Diantha saltò su di un masso, la brezza le faceva muovere la candida pelliccia e i suoi occhi brillavano mentre il sole si preparava a lasciare il posto alla luna -Siamo quasi a Casa Yalda- disse. Yalda le si affiancò, vicino alla piccola lupa sembrava anche più grosso -Si Diantha, ci siamo quasi-.

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