Capitolo 1. "Il Nogitsune e lo Spirito della Vampira"

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Terzo anno di Liceo

Non potevo permettermi di lasciarla entrare nuovamente dentro lei, così decisi di prenderle il polso velocemente e scaraventare il corpo di Lilith nel muro.

-Avevi promesso.-

Non badai al debole corpo di Lisa che cercò di rialzarsi. Grazie a Dio c'è Charlie che l'aiuta a reggersi.

-Avevi promesso che saresti venuta a cercare me e l'avresti lasciata in pace.-

Lo Spirito questa volta mostrò gli occhi arancioni, quasi rossi di rabbia.

-Nessuno. Nessuno mi dice cosa devo fare!-

Gridò, mentre mi spinse dalla parte opposta. Riuscii a percepire la testata al cranio contro il muro, ma non potevo fermarmi a un dolore che posso sopportare benissimo e mi avvicinai nuovamente a lei, portandole le mani al collo e infine bloccandola a terra.

-Puoi uccidere gli Oni, ma non me! Ho più di 1000 anni non puoi...-

La sua voce si fermò a metà frase, poi vidi il suo viso sgretolarsi piano piano. Non avevo idea di quello che stava succedendo, ma i miei occhi venirono ipnotizzati dal vuoto della sua gola, che cercava aria disperatamente.

-Void...è stato sconfitto. Devo...devo...-

Non riuscivo a muovermi. Percepii la mano stretta sulla mia spalla dello Spirito della Vampira e il volo di una farfalla nera nell'orecchio, che poi si fece strada nella mia gola, entrando dentro me.

Il corpo di Lilith diventò polvere in pochi istanti e l'unica cosa che sentii era un urlo lontano di Lisa, ma il potere che stava fluendo nelle mie vene era superiore, non mi sono sentita mai così potente in questa vita. Ignorai tutto. E risi. Risi quasi come se fossi pazza.

-Sofia? Oh, Dio. Stai bene?-

Questa volta percepii meglio la sua voce e la guardai, mostrandole l'energia che stava scorrendo dentro me attraverso i miei occhi. Volevo provarla su qualcuno.

"Sofia, sono Lilith. Esci da quell'istituto e apri la scatoletta che troverai davanti alle scale."

-Cosa le sta succedendo? I suoi occhi, sono arancioni..-

Obbedii, ignorando Charlie e Lisa, concentrandomi su quello che potevo finalmente usare per uccidere qualsiasi persona io voglia. Ero troppo perfetta in quel momento, mi sentivo incredibilmente potente. Appena uscita, feci come la Vampira mi aveva detto, notando una mosca dentro l'involucro.

-Void.-

Non sapevo neanche più quello che dicevo, provai a controllare meglio il mio corpo, cercando di convincere il mio cervello a stare muto, fermo.

Poi l'insetto sparì dalla mia vista, inoltrandosi nel taglio che avevo nel palmo destro. Non feci niente per fermarla, se questo voleva dire avere ancora più potere. Io volevo avere tutto.

-NO! Sofia!-

Odiavo le persone che gridavano, mi davano sui nervi. Senza pensarci presi la mano di Derek e lo bloccai sul cemento sotto i miei piedi, torcendogli il polso e rompendogli gran parte delle ossa.

-Le tue grida sono snervanti, Hale. Smettila o dovrò ucciderti.-

Gli sussurrai nell'orecchio, per poi notare Lisa indietreggiare.

-Oddio, almeno tu, non essere così noiosa. Ti ho sopportato per tutti questi anni con le tue noie per Charlie o per la tua mamma morta, ora non mi dire che hai paura di uno spirito che ti ha già torturato e posseduto. Lisa, credevo fossi più ragionevole con me, non ti va di aiutarmi?-

Vidi i suoi occhi lucidi e pieni di rabbia che mi fissavano. Solo ora mi resi conto di quello che avevo detto e mi sentii una perfetta idiota.

-Ti metti anche a piangere?-

Che cosa stavo facendo? Quella non ero io.

Sentii una voglia terribile di prendere a pugni tutti in questa città, non so il perché, non riuscivo a controllarmi e presi la spada caduta alla mia destra, notai che aveva una lama bellissima.

Lisa e Charlie indietreggiarono spaventati. Dovevo fare qualcosa, speravo di mettermi in contatto col mio subconscio, ma fu tutto inutile.

-Andate, vi prego. Andatevene subito.-

Dissi, con una difficoltà incredibile, quasi in un sussurro, notando una nota di speranza negli occhi dei due amici.

-Non se ne parla, non senza di te..-

Si, avevo idea di quanto poteva essere testarda la mia migliore amica, che era già davanti a me a un metro di distanza. Ma mi restava poco tempo, sentivo già una nuova bellissima sensazione di potere che si impadroniva nel mio cervello, così presi la spada e feci l'unica cosa che poteva fermare tutto questo. Mi trafissi lo stomaco e girai più volte la spada, in modo da poter perdere più sangue e magari perdere i sensi. Il dolore era tremendo, insopportabile, ma la consapevolezza che i miei amici erano al sicuro mi faceva da anestetizzante e non badai alle grida, alle persone che erano attorno a noi. L'importante è che loro stavano bene.


The Angels of Beacon Hills || 1. Ritorno al passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora