Capitolo 7. "Ansie, sogni e dolcezze inaspettate"

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Mi venne il panico. Pregai al Nogitsune di calmarsi. Non doveva succedere lì e non doveva succedere in quel momento.

-Tutto bene?-

La voce di Scott era sfuocata, come se ci separasse del vetro e per la prima volta lo vidi come se fosse il responsabile di ogni mio dolore, ma sapevo che non era così.

"Void! Ti prego, aspetta. Lo troverò, dammi tempo. Entro questa notte ti troverò qualcosa."

"No. Lo voglio adesso."

Il dolore aumentò talmente tanto che dovetti portare le mani nella testa.

"Ti prego, ti supplico. Non ora."

Dovevo allontanarmi, la voglia di uccidere qualcuno si era insediata dentro me.

-Scott...torno subito, dammi...qualche minuto.-

Lui fece per aiutarmi, ma lo spinsi involontariamente per terra e mi diressi velocemente dietro la casa dello sceriffo. Cercai di calmare il respiro, ma i battiti erano aumentati e li sentivo vibrare in ogni parte del mio corpo.

Calmati Sofia.

Respira.

Erano le poche parole che riuscii a pensare, ma mi ero accorta che stavo avendo un attacco di panico e l'ansia raddoppiò.

"Okay. Te lo lascio fare. Ma ti prego non qui."

Chiusi gli occhi, solo Dio sapeva quanto odiavo quella sensazione orrenda di paura senza controllo e prima che lo chiedessi, non sentii e non vidi più nulla.

La stanza era bianca e piena di macchine lucidate alla perfezione. Mancava poco, ormai. L'uomo mi aveva iniettato il localizzatore per vedermi nella struttura da me creata.

-Abbiamo deciso che non andrai nelle Montagne, è un clima troppo freddo per te.-

Disse la donna bionda, mentre guardava i nuovi appunti.

-Ava, sono un vampiro.-

Come sapevo il suo nome?

-So gestire il freddo. Non sono un essere umano come voi.-

Lei si alzò, con il suo solito sorriso sulle labbra che rassicurava.

-Il Labirinto è più sicuro e aiuterai i Soggetti ad attraversarlo. Thomas sarà uno di questi.-

Sorrisi anche io.

-Quanto manca?-

-Ancora sei ore, Sofia.-


-Sofia? Sofia!-

Due occhi rossi si svelarono alla mia vista, nonostante tutto il resto fosse ancora sbiadito. Era Lilyth. Non risposi subito, stavo bene li, immobile, tra i miei sogni strani.

-Sofia, hai bisogno di svegliarti.-

Questa frase era più limpida della prima e Void mi aiutò a sedermi sul divano. Divano? No. Era il mio letto. Quando la testa appoggiò allo schienale ritrovai tutte le sensazioni che mi aspettavo: mal di testa, debolezza nel corpo e un'incredibile stanchezza. Solo dopo qualche minuto, decisi di parlare.

-Una sola domanda: che cosa è successo?-

Il ragazzo si sedette davanti a me, col suo sguardo cupo, ma più preoccupato del solito.

-La colpa non la do a te. Ma hanno scoperto tutto. Eh si, sono andato un po' fuori controllo.-

Non mi sorpresi e non dissi nulla, ero troppo fiacca per commentare, così annuii. Lily continuò a raccontare.

-Sentivo l'ansia che provavi, ho deciso io di farti addormentare. Dovevo anche cercare di calmare i nostri istinti, sai che siamo...un po' inadatti a fare le cose delicatamente.-

Però ammetto che avete una gran classe per uccidere. Pensai tra me e me, ascoltandola.

-Abbiamo chiamato gli Oni, siamo andati all'Eichen e abbiamo cercato di non uccidere nessuno.-

Portai la mano alla testa, pulsava come non mai.

-Poi abbiamo ricavato il dolore dalle ferite dei primi esseri umani che abbiamo incrociato e Scott ci ha visti. Cioè, ha visto te e noi abbiamo dovuto spiegare tutto senza che gli facessimo del male, come hai chiesto tu. Adesso lo sa tutto il quartiere che tu hai demoni in testa e la madre di Kira ha intenzione di ucciderci, ma qualcuno sta cercando di farle cambiare idea.-

Annuii, perché era l'unica cosa che riuscivo a fare, se non sentire un dolore acuto tornato nella fronte che mi obbligò a chiudere gli occhi. Il Nogitsune si alzò dal letto e eliminò la distanza fra noi due, prendendo nelle mani il mio viso e portandomi via ogni dolore. Un nuovo silenzio si placò nel mio corpo e lo guardai stupita da quel gesto. Lui si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

-L'ho fatto solo per darti la forza di farti una doccia, che puzzi come un cadavere vivente.-

Sorrisi quasi d'istinto alla sua scusa e mi alzai con calma, ringraziandolo e aprendo la porta.

The Angels of Beacon Hills || 1. Ritorno al passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora