Avete presente quella sensazione strana di avere i capelli appiccicati al collo, sentirsi la guancia tirata dalla propria saliva, gli occhi di pietra incrostati e la pelle talmente sporca che appena ci si sfiora il braccio la mano sembra quasi incollarsi a questo? Ecco, può essere abbastanza disgustoso. E io non ci ho badato per almeno settimane e settimane. Appena entrai in doccia aprii velocemente l'acqua, lasciandola scorrere e aspettando che arrivasse calda. Anzi, bollente. Poco dopo lasciai che quest'ultima mi sciacquasse tutto l'appiccicaticcio che mi ritrovavo e chiusi gli occhi: era tremendamente rilassante, sarei rimasta li per giorni. Purtroppo non ero nel mondo dei sogni (non che facessi bei sogni in quel periodo) e dovetti usare solo mezz'ora di pura calma. Uscita dal bagno, mi diressi verso la camera dove trovai un pigiama pulito e il letto fatto. E anche una nuova pila di libri di scuola nel comodino.
-Oh, Dio.-
Mi buttai nel letto, dicendo con voce straziante:
-Ti prego no, no, no. Non ne ho voglia. Perchè la vita è così crudele?-
Chiusi gli occhi, questa volta aspettando un po' di tempo prima di aprirli. Sapevo che dovevo recuperare qualche materia, ma mi ricordai che ero stata assente un bel periodo e studiare trenta pagine ogni materia, proprio non mi andava.
-Non dirlo a me, sono nella tua stessa situazione.-
Mi sedetti di scatto nel letto, portandomi una mano sul petto. Era Scott.
-Scusami, non volevo spaventarti.-
Negai con la testa, per poi fargli un cenno per avvicinarsi e lui si sedette accanto a me.
-Non ho nemmeno pensato al Coach! Domani devo assolutamente tornare a scuola e recuperare le assenze. Oh, vero. Il Coach non c'è. Qualcuno che lo sostituisce?-
Chiesi, guardandolo negli occhi.
-Non ricordo il nome del nuovo professore di Lacrosse, ma quest'anno non faccio parte della squadra.-
Condivisi la sua opinione, sospirando in silenzio.
-"La lista della morte", è così che si chiama?-
Lui rimase in silenzio, questa volta distogliendo lo sguardo.
-Quella storia è risolta ormai, il Benefattore era...-
-Meredith.-
Scott mi guardò un po' sorpreso e io alzai le spalle.
-Void, è stato lui a dirmelo. Spesso mi diceva com'era il mondo fuori per tenermi in contatto con voi, per sapere se stavate bene.-
In quel momento mi stesi nel letto, guardandolo da un lato e lui fece lo stesso.
-Mi ha raccontato tante cose, per esempio di quando "giocava" con Stiles, quando mi ha trovato, quando ha trovato Lisa e l'ha torturata senza che io lo sapessi. E mi ripeteva, ogni singola volta, che ha più di mille anni...-
Alzai gli occhi al cielo, facendo poi il suo verso.
-E sai, nessuno può ucciderlo...-
In quel momento ridemmo insieme, come se nessuno potesse sentirci. Non ridevo così da tre mesi.
-E te? Come stavi?-
Tornai seria a quella sua domanda, ritrovandomi a ricordare.
-Inizialmente provavo dolore, ma non fisico. Il corpo non lo sentivo più, ed era quello che mi spaventava. Avevo paura di non sentire più nulla e alla fine mi arresi. In effetti non sentii più nulla. Era diventato abituale.-
-E poi cos'è successo?-
Le sue mani stringevano le mie e riuscii a sentire il calore che emanavano.
-Poi hanno deciso di liberarmi.-
Biiip. Biiip. Biiip.
No, non erano le solite gocce. Questo rumore era peggio di qualsiasi altra cosa.
Biiip. Biiip. Biiip.
"Spegni quella sveglia, Sofia. O preferisci che ci pensi io?"
Biiip. Biiip. Biiip.
Aprii gli occhi. Mi sedetti sul letto. Mi alzai. Presi la sveglia. La spensi.
-Il buongiorno si vede dal mattino.-
Mormorai, ancora con la voce impastata dal sonno. Stropicciai gli occhi, per poi sbadigliare rumorosamente e notare solo in quel momento che il Nogitsune mi stava fissando dalla sedia di legno, con le sue belle fasce rovinate attorno al corpo.
-Domanda numero uno: da quanto mi stai osservando?-
Chiesi, aprendo l'armadio e trovando i miei bellissimi pantaloni neri attillati e la felpa rossa che mi arrivava alle cosce, portandoli nel letto.
-Dalle tre di notte, mi annoiavo.-
Certo che sei strano.
Negai con la testa, non volendo sapere i particolari di quell'azione.
-Okay, seconda: perché sei in quella forma? Hai idea che se entra mia madre e ti vede si prende un infarto?-
-Grazie per il complimento, so di essere sexy, bellezza.-
Ah, proprio uno schianto.
-Ehi! Ti ho sentito.-
Questa volta entrò Lily nella stanza, quasi ridendo di quella situazione.
-Bene tesoro, esci. Ora ci penso io a lei. Tu ci vieni a prendere più tardi.-
Lo Spirito della Vampira fece l'occhiolino a Void e quest'ultimo sbuffò, uscendo dalla stanza. Ci fu qualche momento di silenzio, poi parlò.
-Bene, ora tocca a me.-
Entrò nel mio corpo e si impadronì velocemente di questo, decidendo di prendere tutti i trucchi che la stanza poteva avere.
-Dio, Sofia, hai solo mascara e lucidalabbra? Che brava ragazza sei.-
"Il resto è di mia mamma."
-Allora azzarderemo un po' di più.-
Sorrisi allo specchio, prendendo dal cassetto del bagno rossetto e matita. Però questa volta la lasciai fare, non che avevo altra scelta, ma ero d'accordo.
Diamo inizio alla fase "nuovo giorno, nuova me."
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The Angels of Beacon Hills || 1. Ritorno al passato
FanfictionSofia McCall vive a Beacon Hills. Anzi, viveva. Capelli neri, occhi marroni quando decide di essere umana e rossi quando decide di essere vampira. Frequenta il Liceo di Beacon Hills, ovviamente. Mh, forse è meglio dire: frequentava. Perchè Sofia è m...