Capitolo 8. "Momenti ritrovati"

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Avete presente quella sensazione strana di avere i capelli appiccicati al collo, sentirsi la guancia tirata dalla propria saliva, gli occhi di pietra incrostati e la pelle talmente sporca che appena ci si sfiora il braccio la mano sembra quasi incollarsi a questo? Ecco, può essere abbastanza disgustoso. E io non ci ho badato per almeno settimane e settimane. Appena entrai in doccia aprii velocemente l'acqua, lasciandola scorrere e aspettando che arrivasse calda. Anzi, bollente. Poco dopo lasciai che quest'ultima mi sciacquasse tutto l'appiccicaticcio che mi ritrovavo e chiusi gli occhi: era tremendamente rilassante, sarei rimasta li per giorni. Purtroppo non ero nel mondo dei sogni (non che facessi bei sogni in quel periodo) e dovetti usare solo mezz'ora di pura calma. Uscita dal bagno, mi diressi verso la camera dove trovai un pigiama pulito e il letto fatto. E anche una nuova pila di libri di scuola nel comodino.

-Oh, Dio.-

Mi buttai nel letto, dicendo con voce straziante:

-Ti prego no, no, no. Non ne ho voglia. Perchè la vita è così crudele?-

Chiusi gli occhi, questa volta aspettando un po' di tempo prima di aprirli. Sapevo che dovevo recuperare qualche materia, ma mi ricordai che ero stata assente un bel periodo e studiare trenta pagine ogni materia, proprio non mi andava.

-Non dirlo a me, sono nella tua stessa situazione.-

Mi sedetti di scatto nel letto, portandomi una mano sul petto. Era Scott.

-Scusami, non volevo spaventarti.-

Negai con la testa, per poi fargli un cenno per avvicinarsi e lui si sedette accanto a me.

-Non ho nemmeno pensato al Coach! Domani devo assolutamente tornare a scuola e recuperare le assenze. Oh, vero. Il Coach non c'è. Qualcuno che lo sostituisce?-

Chiesi, guardandolo negli occhi.

-Non ricordo il nome del nuovo professore di Lacrosse, ma quest'anno non faccio parte della squadra.-

Condivisi la sua opinione, sospirando in silenzio.

-"La lista della morte", è così che si chiama?-

Lui rimase in silenzio, questa volta distogliendo lo sguardo.

-Quella storia è risolta ormai, il Benefattore era...-

-Meredith.-

Scott mi guardò un po' sorpreso e io alzai le spalle.

-Void, è stato lui a dirmelo. Spesso mi diceva com'era il mondo fuori per tenermi in contatto con voi, per sapere se stavate bene.-

In quel momento mi stesi nel letto, guardandolo da un lato e lui fece lo stesso.

-Mi ha raccontato tante cose, per esempio di quando "giocava" con Stiles, quando mi ha trovato, quando ha trovato Lisa e l'ha torturata senza che io lo sapessi. E mi ripeteva, ogni singola volta, che ha più di mille anni...-

Alzai gli occhi al cielo, facendo poi il suo verso.

-E sai, nessuno può ucciderlo...-

In quel momento ridemmo insieme, come se nessuno potesse sentirci. Non ridevo così da tre mesi.

-E te? Come stavi?-

Tornai seria a quella sua domanda, ritrovandomi a ricordare.

-Inizialmente provavo dolore, ma non fisico. Il corpo non lo sentivo più, ed era quello che mi spaventava. Avevo paura di non sentire più nulla e alla fine mi arresi. In effetti non sentii più nulla. Era diventato abituale.-

-E poi cos'è successo?-

Le sue mani stringevano le mie e riuscii a sentire il calore che emanavano.

-Poi hanno deciso di liberarmi.-



Biiip. Biiip. Biiip.

No, non erano le solite gocce. Questo rumore era peggio di qualsiasi altra cosa.

Biiip. Biiip. Biiip.

"Spegni quella sveglia, Sofia. O preferisci che ci pensi io?"

Biiip. Biiip. Biiip.

Aprii gli occhi. Mi sedetti sul letto. Mi alzai. Presi la sveglia. La spensi.

-Il buongiorno si vede dal mattino.-

Mormorai, ancora con la voce impastata dal sonno. Stropicciai gli occhi, per poi sbadigliare rumorosamente e notare solo in quel momento che il Nogitsune mi stava fissando dalla sedia di legno, con le sue belle fasce rovinate attorno al corpo.

-Domanda numero uno: da quanto mi stai osservando?-

Chiesi, aprendo l'armadio e trovando i miei bellissimi pantaloni neri attillati e la felpa rossa che mi arrivava alle cosce, portandoli nel letto.

-Dalle tre di notte, mi annoiavo.-

Certo che sei strano.

Negai con la testa, non volendo sapere i particolari di quell'azione.

-Okay, seconda: perché sei in quella forma? Hai idea che se entra mia madre e ti vede si prende un infarto?-

-Grazie per il complimento, so di essere sexy, bellezza.-

Ah, proprio uno schianto.

-Ehi! Ti ho sentito.-

Questa volta entrò Lily nella stanza, quasi ridendo di quella situazione.

-Bene tesoro, esci. Ora ci penso io a lei. Tu ci vieni a prendere più tardi.-

Lo Spirito della Vampira fece l'occhiolino a Void e quest'ultimo sbuffò, uscendo dalla stanza. Ci fu qualche momento di silenzio, poi parlò.

-Bene, ora tocca a me.-

Entrò nel mio corpo e si impadronì velocemente di questo, decidendo di prendere tutti i trucchi che la stanza poteva avere.

-Dio, Sofia, hai solo mascara e lucidalabbra? Che brava ragazza sei.-

"Il resto è di mia mamma."

-Allora azzarderemo un po' di più.-

Sorrisi allo specchio, prendendo dal cassetto del bagno rossetto e matita. Però questa volta la lasciai fare, non che avevo altra scelta, ma ero d'accordo.

Diamo inizio alla fase "nuovo giorno, nuova me."


The Angels of Beacon Hills || 1. Ritorno al passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora