Capitolo 4. "Il risveglio"

84 4 0
                                    


Mi stava aspettando una donna dai capelli biondi e occhi scuri.

Non ricordavo il suo nome, non sapevo neanche perché ero li. Sapevo solo di dovermi avvicinare, sedermi nella bianca sedia di pelle e ascoltare la descrizioni dei suoi schemi.

-Tra poco toccherà a te, Sofia.-

Un uomo mi prese delicatamente la mano e mi sorrise per rassicurarmi, mentre mi sedevo accanto a lei.

-Posso sapere almeno come mi chiamerete?-

L'uomo prese una siringa e spinse la punta sulla pelle del mio braccio, penetrandola.

-Sarai il "Soggetto S1 – L'Angelo di Guerra"-

Chiusi gli occhi un momento per chiedermi il perché di quel nome così diverso dalla mia personalità, ma appena gli riaprii non ero più accanto alla donna.

-Sofia.-

Caldo, c'era caldo nella stanza.

-Sofia, alzati.-

Vidi il viso del ragazzo sfuocato, ma piano piano mi abituai nuovamente alla vista.

Muri ammuffiti, cavi per caldaie, divano, schermo enorme di un computer. Lilyth. Mi sedetti e provai a eliminare il mal di testa, concentrandomi su Void.

-Si, sono sveglia. E' ora?-

Lo Spirito della Vampira era seduta accanto a me, ma era debole, i suoi occhi erano spenti. Il Nogitsune non mi rispose, ma fece cenno di avvicinarmi a lui e così feci, barcollando un po'.

-Ora ti insegnerò a tornare nel tuo corpo, intesi?-

Annuii, appoggiandomi in una delle pareti delle caldaie, ma solo per un momento. Il ragazzo prese le mie mani, le strinse alle sue e io guardai i suoi occhi.

-So che può essere una cosa dolorosa, ma pensa a un brutto ricordo, recente o vecchio non ha importanza. Ma deve essere davvero oscuro da ricordare.-

E così mi ritrovai a chiudere gli occhi.

-NO!-

Corsi verso il corpo di Ethan, prendendogli il viso fra le mani. Perdeva sangue dalla bocca e dal ventre, non poteva andare peggio di così.

-Andrà tutto bene, ora ti salvo. Okay?...te lo prometto.-

Iniziai già a sentire le lacrime lungo il viso, ero disperata, in preda al panico.

-So..Sofia, va tutto bene, è okay...-

Perchè non riuscivo a salvarlo? A prendere il suo dolore? Perchè doveva colpire proprio lui?

-No no, non è tutto okay. Non...perchè non riesco a curarti? Ethan, ti prego...-

Mi coprii con una mano la bocca per soffocare i singhiozzi, mentre lui cercava di tenere gli occhi aperti.

-Va bene così...sto morendo fra le braccia del mio primo amore...-

Quella frase mi colpì come una lancia in pieno petto, costringendomi ad appoggiare una mano sull'asfalto per reggere al dolore che stavo provando.

-No, tu non morirai, Ethan. Non posso permettermelo...non voglio..-

-..Sofia McCall.-

Strinsi il labbro superiore nei denti per cercare di calmarmi, ma fu tutto inutile.

-No, ti prego. Resta. Ethan, resta.-

Ma lui non mi sentiva più.

Lui era già andato via.

Aprii gli occhi, sedendomi nel lettino inaspettatamente. Mi tirava il viso dal pianto e ansimavo in cerca di aria.

Ero rinchiusa in una piccola stanza con piastrelle sporche e pavimenti luridi. Si, ero all'Eichen House. Vidi il mio corpo nello specchio di fronte a me. Ero più magra del solito, ma gli occhi erano di un arancione acceso. Ci vollero alcuni minuti per calmare il mio battito cardiaco e rinchiudere i ricordi nel passato, ma poi mi ripresi.

"Sofia, mi senti?"

Sussurrai nella mia mente un "si" e guardai la porta. Le mie mani urlavano di uscire da quel buco di posto e andare dai miei amici.

"Fallo. Ti controllerò io."

Mi avvicinai alla piccola finestra di vetro situata al centro dell'uscita della stanza e guardai se c'erano guardie in giro. Dopo qualche secondo diedi un pugno leggero alla porta di metallo e questa venne direttamente scaraventata nel corridoio.

-Fico!-

Dissi, sorridendo leggermente. Non c'era bisogno che Void mi spiegasse la mappa del manicomio, era come se la conoscessi a memoria, dovevo solo uscire da li.

Camminai lungo il corridoio e ignorai le creature che mi guardavano con sguardi fulminanti, finché non mi ritrovai in un angolo della sala principale. Non mi restava altro che arrivare all'uscita, ma c'erano diverse guardie e uno dei segretari.

-Dovete tenere a bada la cella numero 36 del reparto "soprannaturale". Non voglio che quella ragazzina combini altri guai fuori città, l'ultima volta a causato un blackout in tutta Beacon Hills insieme alle sue insignificanti "guardie con la maschera nera".-

Mi nascosi meglio e iniziai a tempestare di domande il Nogitsune dentro la mia testa.

"Okay, posso spiegare, cercavo solamente un po' di energia con l'aiuto degli Oni..."

"Hai causato un blackout! Hai idea di come possiamo uscire adesso?"

Alzai gli occhi al cielo, sapendo già che le difficoltà ora erano aumentate del 70%.

"Resta nascosta per ancora un po' di tempo, appena le guardie saranno nel corridoio della tua stanza, ti guido io."

Così aspettai che le guardie prendessero l'ascensore d'urgenza, per poi lasciare il comando del mio corpo a Void. Mi spostai verso il tappeto grigio in mezzo alla sala e mi svelai al segretario. Lui fece per chiamare qualcuno, ma gli coprii velocemente la bocca e gli trapassai la spalla con due miei artigli, sentendolo soffocare gemiti. A quel punto gli presi il dolore come il Nogitsune mi aveva ordinato il giorno prima e una scossa di energia si impadronì del mio corpo, sentendo Lilyth e Void rinascere dentro me.

The Angels of Beacon Hills || 1. Ritorno al passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora