Capitolo 5. "Ritorno a scuola"

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A quel punto ci volle davvero poco a uscire dal manicomio: con una veloce scossa elettrica provocata con le mie mani, spensi l'intero corto circuito dell' Eichen e me ne uscii velocemente dalla porta, percorrendo il viale di ghiaia che portava al cancello. Mi aspettavano tre Oni proprio li davanti.

"Li ho chiamati io, avvicinati a loro."

Li raggiunsi e questi mi accerchiarono: erano altissimi e come ricordavo, i loro occhi si accesero di un verde fosforescente. Sentii improvvisamente un leggero pizzicore nei piedi e poi una sensazione di vuoto sotto di me. Chiusi gli occhi per un secondo, per poi sentire nuovamente l'asfalto sotto le mie ginocchia. Quando li riaprii, gli spiriti erano spariti.

"Era un teletrasporto, quando ti serve basta chiamare loro e ci vuole davvero poco per chiedere dove vuoi andare."

"Mi stupisci ogni minuto di più."

Mi guardai intorno e capii di essere in un cortile familiare e mi ci volle poco per capire dov'ero: la scuola, era da un'era che non la vedevo. Ho passato giorni, forse mesi dentro la mia mente, non potevo credere che era li, davanti a me. Ma soprattutto non potevo credere che stavo quasi piangendo di gioia a vederla. Improvvisamente un mare di ricordi mi balenò in testa: il primo giorno di scuola, le lezioni col Coach, il mio ritorno a casa con la mia prima moto, Ethan. Negai con la testa per cercare di ricacciare indietro le lacrime, dio se mi mancava tutto questo.

"Controlla le emozioni, Sofia, o sarò costretto a fermare i piani. Ricorda la promessa."

Presi un grande respiro e annuii con la testa, per poi sentire uno strano ruggito dall'altra parte del corridoio che si presentava davanti a me. Improvvisamente la mia testa si svuotò di colpo, si era completamente liberata da qualsiasi demone. Riuscii a sentire un'ultima frase da Lilyth.

"Hai il nostro potere nelle tue mani."

Ero libera, la mia mente era vuota, c'ero finalmente solo io. Potevo capire precisamente da dove veniva il suono ed entrai dalla porta principale, incamminandomi con passo deciso verso il cortile posteriore della scuola. Ogni volta che poggiavo il piede a terra, la paura si spegneva sempre di più e l'adrenalina ebbe il sopravvento su di me. Mi sembrava essermi svegliata dopo una vita di sonno. Infine, aprii l'ultima uscita e vidi due corpi alti quanto gli Oni, massicci e con ossa di umani come armatura lungo il torace e il volto. Guardavano da due parti diverse e uno di questi aveva appena alzato la lama per puntarla verso il basso. E la vidi. Lisa era sotto di lui, che cercava di proteggersi con le mani. Ma non c'era solo lei, vidi soggetti nuovi che aiutavano in qualche modo e cercavano di provocare ferite alle creature. Decisi di avvicinarmi, per poi toccare la spalla del mostro che stava attaccando la mia migliore amica, ignorando gli sguardi sorpresi dei ragazzi e aspettai che lui si girasse. Quest'ultimo mi guardò, ma non fece in tempo a colpirmi che presi il suo polso e portai il suo corpo a terra, lasciando una crepa nell'asfalto e infine gli girai la mano in modo da trapassarsi il petto con la propria arma. Il secondo si avvicinò a me, ma io ero già dietro lui che gli contorcevo il braccio, lasciandolo cadere a terra e provocandogli una forte scossa lungo il corpo.

"Patetici."

Pensai, per poi indietreggiare per pulirmi le mani nel vestito bianco. Prima di poter vedere se Lisa stava bene, percepii le sue braccia cingermi la vita.

-Mi sei mancata, Dio se mi sei mancata Sofia.-

Mi girai verso lei e vidi una lacrima cadere lungo il viso della ragazza, così mi morsi il labbo inferiore per la felicità di averla davanti a me e infine ci abbracciammo per un lungo periodo di tempo.

-Anche tu mi sei mancata.-

I suoi capelli erano leggermente più scuri dell'ultima volta che l'ho vista e i suoi occhi marroni. Mi ero persa tantissime cose e volevo tornare a casa. Sentii le sue mani tremare leggermente, doveva essere stata la paura di avere quel mostro davanti, se avesse avuto un attacco di panico sarei andata di persona da colui che controllava quegli esseri e avrebbe fatto la stessa fine. Qualche secondo dopo, percepii il Nogitsune nuovamente nella mia testa che richiamava la mia attenzione.

"Posso dirglielo? Ti prego."

"No. Avevi promesso. Vuoi tornare all'Eichen?"

"Se torno all'Eichen il problema non sarà solo mio, questo lo sai anche tu."

Mentre accarezzavo una guancia di Lisa, tranquillizzandola, sentii Void sbuffare e alzarsi dal divano.

"Dammi tempo, Sofia. Non sono abituato a dare ascolto agli altri e neanche a essere buono."

"E' una questione di sopravvivenza fra te, me e Lily. Ma va bene. Non dirò ancora nulla, troverò una scusa."

"Grazie e ora puoi tornare a casa."

Sorrisi istintivamente, sia per un miracoloso "grazie" da parte sua, sia perché potevo tornare dai miei amici.

"Grazie anche a te."

The Angels of Beacon Hills || 1. Ritorno al passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora