Il palco della vita

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L'altra sera sono andata per la prima volta al Teatro alla Scala. Il teatro e' stupendo, fa tornare indietro nel tempo, sembra di entrare nella Milano di una volta.
Lo spettacolo, Don Chisciotte, mi e' piaciuto un sacco, le ballerine erano meravigliose, la musica incredibile e le scenografie mozzafiato.
Nei due intervalli che hanno separato i tre atti, mi sono guardata intorno, dalla mia scomoda posizione laterale di un balconcino del quarto piano.
E mi sono accorta che lo spettacolo non era solo la danza.
Erano le signore con le pellicce, i vestiti lunghi fino alle caviglie, gli orecchini pendenti e le pochette di pelle.
Erano le bambine nei loro abitini eleganti, un fiocco intorno alla vita e le scarpette cosparse di brillantini.
Erano i giovanotti in giacca e cravatta e con un medaglione al collo che, in piedi ai lati della sala, controllavano gli spettatori.
Era l'enorme lampadario sospeso nel vuoto sopra le file di poltroncine, le imponenti colonne corinzie accanto al palco, il terrazzo riservato ai personaggi importanti.
Erano i violini, le viole, i violoncelli, i contrabbassi, le arpe; i flauti, i clarinetti, i fagotti, gli oboi, il pianoforte; e ancora, le trombe, i tromboni, i tamburi, lo xilofono, le nacchere.
Era il direttore d'orchestra.
Era il pubblico, disposto ad arrossarsi le mani pur di applaudire il più a lungo possibile.
Era tutto questo a dare vita allo spettacolo.
Era tutto questo a creare l'atmosfera per una serata indimenticabile
E' tutto questo a fare della Scala uno dei teatri più famosi al mondo.
Il contorno, al Teatro alla Scala come nella vita, e' tanto importante quanto il centro.
Ed e' un inganno, si pensa di doversi concentrare solo sul fulcro, e invece ci sono anche le estremità da considerare.
E allora, non vedo l'ora di scoprire cosa c'e' nella periferia della mia vita...

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