Lontanamente vicini

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La distanza. Un mostro che uccide amicizie e relazioni, creando malinconie e nostalgie. 

Non sempre.

Un amico di mio fratello ha lasciato Milano da due anni, abbandonando la sua scuola, la sua casa, la sua città. I suoi amici. Adesso vive lontano da quello che prima era il suo mondo, la sua vita. 

Il trasferimento rischiava di rovinare l'amicizia costruita negli anni precedenti, di tranciare i rapporti con i compagni. 

E invece, quel ragazzino ha continuato a sentire i suoi amici come faceva prima. Anzi, molto più frequentemente. Li contatta via messaggi, li chiama via Skype, li viene a trovare. 

Spesso, la distanza unisce. La mancanza unisce. Ed entrambe rafforzano le relazioni. Tutti i chilometri che separano due amici non sono altro che una lunga corda legante. Il desiderio di stare con quella persona, che prima avevi accanto a te ogni giorno, aumenta al crescere della distanza. 

Perché siamo come i bambini, vogliamo sempre quello che non possiamo avere. Iniziamo a voler davvero qualcuno, quando non possiamo averlo. Ci accorgiamo di volerlo, quando non possiamo averlo. 

Vivere fisicamente lontano da qualcuno, non esclude che non si può essere vicini a quella persona. Non è raro che ci si senta più distanti ad alcuni compagni di scuola rispetto ad amici di altri Paesi. La lontananza geografica è un limite concreto, ma l'amore e l'amicizia sono astratti e, per questo, non influenzati dai confini materiali. L'amore viaggia veloce nell'aria, intenso ma leggero, e copre ogni metro di troppo.

Ergo, una buona soluzione per un litigio con un amico è allontanarsi da lui per qualche giorno, fisicamente o psicologicamente. Invece di riempire la lite con parole inutili che accrescono la lontananza, colmatela di spazio, vuoto di voi ma pieno d'amore. Quella distanza, a braccetto con il tempo, sistemerà tutto. 




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