Era notte fonda ormai, non so di preciso che ore fossero,se le due o le tre di notte,ma sapevo per certa che dovevo subito tornare a casa se non volevo ricevere l'ennesimo rimprovero da mio fratello. Camminavo con la testa china sulla strada,il cappuccio della mia felpa che cercava,invano, di proteggermi da quell'acquazzone che stava incombendo quella sera,quando ad un tratto sentì una mano strattonare il mio braccio;cercai di gridare,ma inutile, ormai avevo la sua mano sulla mia bocca. Mi bloccò tra lui e il muro. Alzai leggermente la testa e quando incrociai gli occhi di Michele tentai in tutti i modi di scappare,ma non potevo,ormai ero in trappola.
-tranquilla bambolina,non ti farò niente, proverai solo piacere- dal suo modo di parlare e dal forte odore d'alcool che emanava,capii che era ubriaco. Le sue parole. Le sue parole mi trafissero come lame sulla pelle. Stavo per rispondere quando le sue labbra erano sulle mie ed io,con tutte le mie forze,cercai di respingerlo. Spostò le sue labbra sul mio collo,mentre calde lacrime rigavano le mie guance.
-T-ti prego,smettila- cercai di dire tra un singhiozzo e un altro;fu tutto inutile. Intanto le sue mani erano arrivate all'elastico dei miei jeans neri.
Il panico si impossessò di me. No,non poteva farlo,no.
-Lasciami stare,vattene - erano le uniche parole che riuscii a dire dopo aver lanciato un urlo chiamando,con voce stridula,il nome di mio fratello.
-zitta,sei solo una lurida puttana- intanto era riuscito ad abbassare del tutto i miei pantaloni,mentre io ero lì,ferma,inerme,incapace di fare o dire qualcosa. Fino a che non sentii il suo corpo giacere a terra,mentre i pugni di mio fratello stavano per sfondargli la faccia.
-basta,Fede,ti prego,andiamocene-dissi quasi urlando,dopo aver ripreso il controllo di me. Federico si alzò e venne verso di me,per aiutarmi a rivestire e subito dopo abbracciarmi.
-shh piccola,va tutto bene,ci sono io,è tutto finito- disse cercando di calmare i miei innumerevoli singhiozzi. Mi calmai solo quando ci staccammo da quell'abbraccio e mi mostrò un sorriso, un sorriso finto,dovuto alla troppa paura. Quella calma svanì in un attimo quando sentì uno sparo e il corpo di mio fratello cadere a terra come una foglia d'autunno,senza emanare alcun rumore possibile.
-No,Federico,no,ti prego,non lasciarmi- urlai mentre mi accasciai sul suo corpo ormai morente.-Angelica,hey piccola,svegliati ti prego- mi svegliai da quello che era l'incubo che mi perseguitava ormai da anni. Da quando avevo conosciuto Michele,e da quella sera in cui lui si ubriacò, cambiò tutto,ormai la mia vita non era più la stessa,io non ero più la stessa.
-hey,tutto bene?- la voce assonnata di mio fratello mi riportò alla realtà. Mi accorsi di star sudando e che le mie mani tremavano. Ero incapace di parlare,mi fiondai tra le sue braccia,il posto più sicuro al mondo,la mia casa.
-era solo un incubo,quell' incubo,è tutto finito-
Alzai la testa che,fino a quel momento era tenuta sul suo petto,per guardarlo negli occhi, mentre cercava di catturare con la sue dita soffici,qualche lacrima sfuggita al mio controllo. Si alzò dal letto e si diresse in cucina,a preparare una buona colazione come era suo consueto fare ogni mattina. Io ero ancora in quella posizione,seduta,a fissare il nulla;questa volta fu la mia sveglia a portarmi con i piedi per terra. Alla velocità della luce mi catapultai sotto la doccia e far scivolare via tutti i pensieri che,quella mattina,avevano preso il sopravvento. Mi asciugai in fretta,indossando l'intimo e una maglietta a mezze maniche bianca,con sopra la felpa blu,enorme,di mio fratello;un paio di jeans neri strappati al ginocchio e le mie amate vans,anch'esse del medesimo colore dei pantaloni.
Mi guardai allo specchio e optai per un trucco leggero,un po' di correttore,una linea di matita nera sopra e sotto gli occhi e del mascara per fra risaltare i miei occhi verdi. I miei capelli? Altro che la storia d'amore fra Romeo e Giulietta, loro erano il vero dilemma,benché fossero lisci,avevano vita propria. Li strecciai con la spazzola. Dio che male,i miei amati capelli castani,soffrono le pene dell'inferno.
Scesi al piano di sotto,trovando mio fratello ingozzarsi con tutto ciò che aveva disposto sopra al tavolo.
-ma quanto mangi tu,eh?- gli dissi con tono scherzoso
-piccola,il mio stomaco ha bisogno di cibo,e anche i miei muscoli,altrimenti chi ti protegge da tutti quelli che ci provano con te?- scossi la testa e risi per la sua affermazione. Fede era molto geloso, soprattutto riguardante l'argomento ragazzi.
-va bene,mister muscolo, io vado,a dopo- dissi per poi schioccargli un bacio sulla guancia ed essermi infilata il giacchetto rigorosamente nero ed aver preso il mio zaino dell'eastpack azzurro.
-ciao sorellina,fai la brava- disse prima che chiusi la porta di casa. Misi le cuffiette alle orecchie e mi incamminai verso la scuola.
Da quando i miei genitori se ne erano andati siamo rimasti solo io e Fede,da quel giorno mi rinchiusi in me stessa e nella musica. Preferisco ascoltare la voce dei miei cantanti preferiti che le parole delle persone che mi circondano. Dalla scomparsa dei miei,siamo rimasti io e mio fratello,io e lui contro il resto del mondo. A differenza mia,lui era alto,con un ciuffo biondo e degli occhi azzurri come il cielo,da me sempre invidiati e il fisico che ogni ragazza sogna. Io sono terribilmente il suo esatto opposto;non sono alta,ma va bene così,occhi verdi e capelli marroni. Del fisico? Non mi lamento,sono abbastanza magra,forse anche troppo per la mia età.
Ero davanti a scuola e,ormai, come ogni giorno, mi recai in classe per ascoltare,o almeno provare ad ascoltare,le parole che scorrevano veloci come un fiume in piena,dalla bocca di quegli esseri che non sopporto denominati,semplicemente,professori.Angolo Autrice
Slave belle personcine,spero che la mia storia vi stia piacendo, anche se è solo all'inizio. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate,se vi piace o meno. Un bacio e al prossimo capitolo
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Amarsi fino a morire//Benjamin Mascolo
FanfictionA volte mi chiedo cosa o chi mi abbia spinto a fare ciò,mi chiedo perché,fra tanti,proprio io,debba essere tentata dal farlo. La vita di una comune diciassettenne, la mia vita,stava andando a puttane,ma la presenza di qualcuno potrà cambiare il fina...