11 - Ombre di speranza

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Non c'era cosa più fastidiosa delle gelide gocce d'acqua che ricadevano sui loro corpi nudi. Arthur era nascosto tra le folti siepi. Dopo aver passato l'intera mattina alla ricerca di quella docile fanciulla che era subentrata nella sua vita, le sue orecchie udirono il suono assordante che annunciava l'attacco del nemico ad una delle ali. Lui e altri cacciatori si precipitarono all'ala ovest. Secondo quanto detto dai loro informatori un gruppo di briganti stava attaccando i posti di blocco dei Cacciatori lungo le mura esterne. Chiunque fossero dovevano avere un gran coraggio a lanciarsi in quella folle impresa.

- Arthur. - Chiamò Maximilian. Il giovane ragazzo era un suo fedele amico. Anni prima gli fu affidato l'incarico di insegnargli i segreti del mestiere. In poco tempo Maximilian da matricola divenne un rispettato Cacciatore nonostante la sua giovane età.

Arthur intravide i lunghi capelli biondi del ragazzo. Strisciò verso di lui.

- Com'è la situazione? - domandò il valoroso Cacciatore.

- Non bella Arthur. Non sono i selvaggi che credevamo fossero. È gente esperta e non scherza.

- Max. Che vuoi dire? -

Il ragazzo si rabbuiò.

- Stanno giustiziando uno ad uno dei nostri. Dopo averli uccisi espongono i loro cadaveri come se fossero trofei. Questo vuol dire solo una cosa. Non farebbero mai così se non provassero un profondo rancore. - sibilò lui

- Ma la domanda è per "chi" provano questo rancore. -

I due uomini rimasero accovaciati a terra, tra le folti siepi, sotto il cielo in lacrime.

- Devo sapere quanti sono. E soprattutto il nome del loro capo. - disse Arthur.

- Pensi che sia un ex cacciatore?

- Probabile. Magari è uno che prova rancore per la sua vecchia fazione ed ha deciso di vendicarsi. Ma se è così vuol dire che ci conosce molto meglio di come crediamo.

- Sembra assurdo ma mi hanno detto che questi tizi possono essere facilmente paragonati ad dei Cacciatori. Persino le loro armi sono simili alle nostre. - ribatte Maximilian.

- Se fossero dei Cacciatori porterebbero onore alla regola numero uno. E cioè? - ringhiò Arthur.

- L'unico nemico è la bestia. Niente è nessun'altro deve avere l'onore di vantarsi del nostro odio. -

- Bene. Quindi ora evitiamo di definirli Cacciatori

Maximilian annuì.

Si spostarono, gattonando, da una siepe all'altra. Si stavano avvicinando sempre di più all'area sotto assedio.

Si fermarono non molto distanti dall'accampamento del nemico.

Gli assalitori avevano messo guardie lungo tutto il perimetro. Tra le foglie Arthur intravide i cavalli che appartenevano ai cacciatori accumularsi all'interno di un recinto.

- Hanno sottratto i nostri destrieri. -
Sibilò Maximilian.

Un paio di uomini si avvicinarono trascinando un carro dove erano ammassati i cadaveri dei loro compagni.

Con orrore i due Cacciatori osservarono il carro muoversi al centro dell'accampamento.

Con movimenti scaltri e fulvi si nascosero dietro un'altra siepe per vedere meglio cosa avevano intenzione di fare.

Gli assalitori erano in piedi e si chiudevano in una folla di persone che osservava acclamando il carro che procedeva verso il centro.

Un uomo, abbastanza giovane, si sistemò al centro della folla. Camminava con portamento regale, come se fosse un generale di guerra.
I riccioli neri erano nulla in confronto al buio dei suoi occhi sigillati in uno sguardo assassino.

- Oggi festeggiamo la nostra prima gloriosa vittoria. - annunciò e tutti intorno scoppiarono in applausi e urli di incitamento.

- Dico prima perché di certo non sarà l'ultima. - disse sorridendo maliziosamente.

La folla lanciò un grido di gioia.

- Io ora lo ammazzo. - ringhiò Maximilian accanto ad Arthur.

- Ma più di tutti dobbiamo acclamare colei che ci ha permesso di raggiungere questo traguardo. Colei che ci ha cresciuto come una madre e accompagnato in battaglia come un generale. Che ci ha guidato come un profeta. Che ci ha benedetto come un Dio. - si fermò un secondo e il rumore degli zoccoli di un cavallo si avvicinò al centro della folla. - Acclamate, lei e solo lei, la Grande Signora. -

Per poco Arthur non gridò. L'anziana donna si fece largo con atteggiamento imperiale. Abiti leggeri accompagnati da un'armatura d'oro. Il mantello rosso mosso dal vento. Ma peggio di tutti era il destriero su cui era in groppa.

Olimpus. Era il suo puro sangue. Il suo fedele cavallo. Ma l'ultima persona che l'aveva cavalcato era Aurora.
Ma se lui era lì, in mano a quella donna, lei dov'era.

***
Prossimo aggiornamento : Martedì.

Cappuccetto Rosso & Il Lupo | The Legends Series [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora