Capitolo tre

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Era quasi un sogno, Josh era proprio lì, davanti a lei.

Non aveva idea di come si sarebbe avvicinata a lui, ma doveva farlo non sapendo quando le sarebbe ricapitata un'occasione del genere.

Natalie continuava a camminare velocemente rendendo sempre più piccolo lo spazio che li divideva.

Mancavano pochi passi e lo avrebbe raggiunto.

Continuava a pensare a come si sarebbe potuta avvicinare, non aveva idea di cosa gli avrebbe detto, né se avrebbe avuto il coraggio di parlare.

Magari si sarebbe ricordato di lei.

Immersa nei suoi pensieri, ormai quasi vicina a Josh, inciampò in una crepa del marciapiede.

"Merda!"- imprecò cadendo a terra con un tonfo, come se, per un attimo, quei suoi 54 kg fossero diventati una tonnellata.

Aveva appena rovinato la sua occasione.

Magari non se ne era accorto e poteva ancora svignarsela senza fare figuracce, pensò.

La fortuna però le stava giocando un brutto tiro, Josh infatti si fermò voltandosi dopo aver sentito il rumore seguito dalla voce che imprecava.

Merda, pensò Natalie guardandolo di nuovo.

I suoi occhi azzurri sembravano ancora più chiari alla luce del sole, più azzurri delle volte in cui lo vedeva passare davanti casa sua.

"Ti sei fatta male?"-Josh si avvicinò impacciato scoprendo che la persona appena caduta fosse una ragazza.

Josh le stava rivolgendo la parola.

Lei rimase senza dire nulla per alcuni secondi che le sembrarono secoli, la sua vicinanza le toglieva la sicurezza che aveva sempre avuto nel parlare con le persone.
"N-no, sto bene"-Natalie cercò di alzarsi trovando difficoltà provando dolore alla caviglia.

Abbassando lo sguardo sulle sue gambe notò del sangue uscire dai suoi jeans all'altezza del ginocchio sinistro.

Non cadeva in quel modo da anni e il dover tornare a casa con le ginocchia sbucciate le ricordava tanto la sua infanzia segnata da numerose cadute, dovute per qualche stupido gioco.

Natalie si alzò in piedi reggendosi con una sola gamba. Provò a poggiare a terra l'altra, ma non ci riuscì.

Un dolore improvviso alla caviglia la colpì.

Non poteva essersela slogata, pensò.

Perché non poteva succedere come quando cadeva da piccola che grazie ad un semplice cerotto sul ginocchio sbucciato o su un braccio graffiato tornava a correre e a saltare?

Natalie iniziò a pensare che quella fosse proprio una giornata no, non  avrebbe voluto passare quel sabato sera sola in ospedale.

Josh guardò con attenzione la ragazza, i suoi capelli castani le coprivano il volto mentre osservava i suoi jeans ora strappati.

Più la guardava, più continuava a sentirsi imbarazzato; parlare con una ragazza non era una cosa da tutti i giorni per lui.

"Aspetta,ti aiuto"-facendosi coraggio, Josh le prese un braccio portandolo intorno alle spalle.

Natalie quasi svenne per quel gesto.

Sarebbe dovuta cadere più spesso in sua presenza, pensò.

Il suo braccio era intorno alle spalle di lui mentre si incamminavano.

"Grazie"-Natalie sorrise mordendosi il labbro per il suo gesto sentendo le sue guance arrossire.

"Io ti conosco"-Josh si voltò con sguardo serio per guardare meglio la ragazza. Riconobbe i lineamenti del suo volto, ora familiari.

Era molto diversa da come ricordava.

La bambina dai capelli castani con cui aveva passato pomeriggi a giocare in giardino era diventata ormai una ragazza...una bella ragazza.

"T-tu devi essere Natalie"

Nonostante fossero in classe insieme e abitasse nella casa accanto alla sua, non si erano mai rivolti la parola.

Josh aveva sentito il nome di lei qualche volta in classe, ma da pessimo carismatico  quale era, non aveva mai provato a fare amicizia in classe o ad uscire dall'aula durante l'intervallo.

Rivederla in questo modo, così diversa da vicino lo fece sentire ancora più in imbarazzo.

L'immagine del ricordo di quella bambina fu sostituita dalla nuova e bella ragazza davanti a lui facendolo sentire improvvisamente stupido per averla ignorata tutti quegli anni.

Josh iniziò a camminare aiutando la ragazza a fare lo stesso.

Natalie annuì-"E tu devi essere Josh"

Vista da fuori la sua voce sarebbe sembrata calma e il suo viso rilassato mentre sorrideva; nella sua mente, però era appena iniziata una festa.

Josh si era ricordato di lei!

Se non avesse provato dolore alla caviglia avrebbe iniziato a saltellare per la felicità.

Quello era solo l'inizio, ne era certa.

Innamorata di un secchione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora