Capitolo 2

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<<Ragazzi? Potreste girarvi verso di me, per favore?>> chiese una voce femminile.

Amber si era nuovamente persa nei suoi pensieri nel tentativo di ricordarsi di Ryan, del motivo per cui le sembrava tanto familiare, così non si accorse della ragazza che li chiamava.

Fu Ryan ad accorgersi di lei e tirò il braccio di Amber per farla girare.

Una ragazzina più piccola di loro li stava raggiungendo a gran velocità. A un metro dai ragazzi inchiodò e li scrutò più volte dal basso in alto.

Aveva la stessa carnagione olivastra di Ryan, leggermente più chiara. I suoi capelli castani erano piuttosto corti, li portava a caschetto, e i bellissimi occhi scuri erano parzialmente coperti dalla frangia. Indossava una maglia viola piena di scritte in inglese, dei calzoncini neri e delle logore scarpe da ginnastica bianche. Sulle spalle portava uno zaino nero piuttosto gonfio.

La ragazzina spostò il peso del corpo sul lato destro e appoggiò le mani sui fianchi, strizzò gli occhi.

<<Niente, non mi ricordo di voi. Eppure giurerei di avervi già visti...>> commentò pensierosa.

Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e si sedette a terra a gambe incrociate, assumendo un'espressione delusa.

<<Scusate...>> disse <<Pensavo di conoscervi. Mi chiamo Tessie. Credo. Voi invece siete...?>>

Ryan le si avvicinò e le si inginocchiò di fronte. La osservò a lungo, riflettendo su qualcosa, poi sorrise e le diede un colpetto amichevole sulla spalla.

<<Anche a me sembra di conoscerti, sai? Io sono Ryan, invece la ragazza là dietro è Amber. Da dove sbuchi?>> le chiese.

Tessie sorrise. <<Da casa mia.>> rispose con un sorrisetto furbo <<Mi sono svegliata un po' confusa, poi mi ha chiamata la nonna. Sono andata da lei e...>>

Amber impallidì. Due persone potevano ancora essere un caso, ma tre erano già troppe per trattarsi di una coincidenza. Riorganizzò le idee e intervenne sul discorso della ragazzina.

<<E tua nonna ti ha consigliato di venire qui al parco. Fai certe cose dandole per scontate, ti sembra di aver sempre avuto certi comportamenti anche se non te ne ricordi. Non sai quale sia il tuo cognome e guardandoci hai la sensazione di conoscerci da sempre. Dico bene?>> chiese per conferma.

Tessie si coricò sull'erba del parco e iniziò a ridere.

<<Forte, leggi nel pensiero? Hai azzeccato tutto quanto, bravissima! Sei un veggente forse?>> domandò. Non c'era nulla per cui essere allegri, in verità.

Amber tirò Ryan per il cappuccio della felpa, per fargli capire che voleva parlargli.

Il ragazzo capì immediatamente, disse qualcosa all'orecchio di Tessie che annuì e corse via. Ryan si girò verso Amber e le diede una mano a rialzarsi.

<<Adesso le cose iniziano a far paura.>> commentò lui <<Dopo me, te, la ragazzina, quante altre persone nelle stesse condizioni verranno a farci visita?>>

Smise di parlare solo per appoggiarsi al paletto alle sue spalle. Incrociò le braccia e riprese.

<<Voglio dire, sembra tutto così assurdo! Quasi fosse un gioco, come quelli in cui bisogna trovare il ladro e nessuno sa qualcosa su di lui. Andando avanti scopri per esempio di che colore sono i suoi capelli, quanto è alto, cosa indossa, fino a capire chi è.>> aggiunse.

Amber si appoggiò al paletto affianco a lui. "Hai ragione!" avrebbe voluto dire. "È tutto uno stupidissimo gioco, qualcuno sta giocando con noi!" pensò.

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