"Chi sono io?"
mi chiedevo spesso, da piccolo, osservando il mio aspetto e non riuscendolo a catalogare.
È brutto essere umani, è brutto perchè fa parte della nostra natura il voler incasellare tutto, il voler dare un nome all'universo che ci scorre dentro... che, il più delle volte, un nome non ha.
"Chi sono io?" è stata la domanda che mi ha accompagnato durante tutta l'infanzia, che mi rimbombava come un frastuono nella testa, che la mia anima ripeteva a sè stessa in cerca di una qualunque spiegazione che la placasse.
Oggi, col senno del poi, so cosa ero: un bambino.
Ero un bambino nato sbagliato, infiocchettato esageratamente da una madre apprensiva e scrupolosa, un bambino dall'aspetto femminile e dall'essenza maschile. Ed è quella che conta, che dovrebbe contare...
Ero un bambino e ora sono un ragazzo, ed è quello che sarò sempre.
Sono uno studente universitario, tra pochi giorni sará il mio ventesimo compleanno, in quel giorno tutti finalmente sapranno la veritá.
Il mio è un coming out pianificato nel minimo dettaglio, da anni, perchè non esiste niente di meglio della veritá per cominciare a vivere meglio, per cominciare a vivere in pace.
Pace...
A volte mi sembra di non averla mai avuta da quando sono nato, anche il solo concetto mi sembra così astruso, illogico, lontano da me... eppure, eppure, forse, sará la volta buona. Non sto più nella pelle.
In tutto questo sproloquiare mi sono dimenticato di dirvi altro su di me. Come dicevo sono uno studente universitario, studio lettere moderne, per la precisione, e sogno di fare lo scrittore. Sogno di scrivere di me e di persone come me. Sogno di squarciare il mio cuore, di aprirvi il mio essere e donarvi con la scrittura me stesso, un pochino per volta. Sperando di non annoiarvi.
La mia famiglia è tradizionalista, forse mentalmente un po' chiusa... devo ancora decidere se "bigotta" potrebbe essere un modo giusto per definirla, oppure no. Mia madre continua a obbligarmi a mettere le gonne che compra lei, che puntualmente mi sventola davanti al naso, elogiandole e invitandomi a provarle. Non ho mai potuto comprarmi un completo come dico io... mai... ho l'armadio pieno di orridi vestiti da donna: tacchi, tailleur, vestitini... forse a vedermi da fuori nessuno lo direbbe mai a quale categoria, a quale genere, sento davvero di appartenere. Anche ora ho addosso una felpa di Minnie. Minnie! Capite?! Credo che girare nudo, con ogni probabilitá, mi farebbe provare meno imbarazzo.
Non so se mia madre abbia mai avuto sospetti di qualche tipo, suppongo però, che il fatto che ogni volta debba rincorrermi con una matita per farmi truccare, qualche domanda gliel'abbia fatta sorgere. La speranza, come si suol dire, è l'ultima a morire.
Probabilmente vi chiederete se i miei amici sanno di me. La realtá è che nessuno sa di me... per tutta la vita mi sono sentito come Gregorio Samsa, della metamorfosi di Kafka, alla pari di un insetto, di un essere strano nè carne, nè pesce, e ora sono pronto, sono pronto a fare il primo passo verso la libertá.
Vi starete chiedendo:
"Andrea ma quando la inizi per bene questa benedetta narrazione?"
pazientate, ragazzi...
Il mio racconto parte proprio da qui, dalla parte più dura e complicata per ogni giovane ragazzo transgender:
Il Coming Out.
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Questa non sono io
Genel KurguNascere in un corpo sbagliato, sentirsi in una prigione indesiderata, un ergastolo senza fine.