Con un tono di voce fermo ma cauto, Elinor cominciò così.
"Non meriterei la confidenza della quale mi avete onorata, se non sentissi il desiderio di farla proseguire, o non avessi ulteriori curiosità sull'argomento. Perciò non mi scuserò per volerlo affrontare di nuovo."
"Grazie", esclamò Lucy con calore, "per aver rotto il ghiaccio; mi avete tranquillizzata; perché temevo di avervi in qualche modo offesa con ciò che vi ho detto quel lunedì."
"Offesa! Come potete pensarlo? Credetemi", ed Elinor lo disse con la massima sincerità, "nulla avrebbe potuto essere più lontano dalle mie intenzioni, che darvi un'idea del genere. Potevate forse avere un motivo per la vostra fiducia, che non fosse onorevole e lusinghiero per me?"
"Eppure vi assicuro", replicò Lucy, con gli occhietti acuti pieni di significato, "mi era sembrato che nei vostri modi ci fosse una freddezza e un disappunto, che mi ha messa molto a disagio. Ero sicura che foste in collera con me; e da allora non ho fatto che rimproverarmi, per essermi presa la libertà di importunarvi con i miei problemi. Ma sono molto lieta di scoprire che erano solo fantasie, e che in realtà non mi biasimate. Se sapeste che consolazione è stata per me alleggerirmi il cuore parlando con voi di ciò che è sempre nei miei pensieri in ogni momento della mia vita, sono certa che la compassione vi farebbe perdonare qualsiasi altra cosa."
"Posso comprendere senza difficoltà che sia stato una grande sollievo per voi, mettermi al corrente della vostra situazione, e state certa che non avrete mai ragione di pentirvene. Il vostro è un caso davvero sfortunato; mi sembrate circondati dalle difficoltà, e avrete bisogno di tutto il vostro affetto reciproco per aiutarvi a sopportarle. Mr. Ferrars, credo, dipende interamente dalla madre."
"Ha soltanto duemila sterline di suo; sarebbe una follia sposarsi solo con questo, sebbene da parte mia potrei rinunciare a qualsiasi prospettiva migliore senza alcun rimpianto. Sono stata sempre abituata a entrate molto esigue, e per lui potrei affrontare qualsiasi povertà; ma lo amo troppo per essere così egoista da privarlo, forse, di tutto ciò che la madre potrebbe dargli se si sposasse come piace a lei. Dobbiamo aspettare, magari per molti anni. Con quasi ogni altro uomo al mondo, sarebbe una prospettiva allarmante; ma so che nulla può privarmi dell'affetto e della costanza di Edward."
"Questa convinzione dev'essere tutto per voi; e lui è senza dubbio sorretto dalla stessa fiducia in voi. Se la forza del vostro affetto reciproco fosse venuta meno, come succede a molti, e in molte circostanze è normale che accada nel corso di quattro anni di fidanzamento, la vostra situazione sarebbe stata veramente da compatire." Lucy a questo punto alzò lo sguardo; ma Elinor era estremamente attenta a evitare che ogni espressione del volto potesse dare alle sue parole un significato sospetto.
"L'amore di Edward per me", disse Lucy, "è stato messo a dura prova, dalla nostra lunga, lunghissima separazione sin da quando ci siamo fidanzati, e ha retto così bene, che sarebbe imperdonabile da parte mia dubitarne ora. Posso dire con sicurezza che sin dall'inizio non mi ha mai dato alcun motivo di allarme." Elinor non sapeva se sorridere o dolersi a questa affermazione. Lucy proseguì. "Per natura sono piuttosto portata alla gelosia, e per le nostre diverse condizioni di vita, per la sua condizione sociale molto più alta della mia, e per la nostra continua separazione, ero abbastanza incline al sospetto, tanto da poter scoprire la verità in un istante, se ci fosse stato un minimo cambiamento nel suo comportamento verso di me quando ci incontravamo, o un qualche segno di umore depresso che non potessi giustificare, o se lui avesse parlato più di una donna piuttosto che di un'altra, o fosse sembrato in qualche modo meno felice del solito a Longstaple. Non intendo dire di essere particolarmente osservatrice o acuta in generale, ma in un caso del genere sono certa che non mi sarei potuta ingannare."
"Tutto ciò", pensò Elinor, "è molto bello; ma non ci crede nessuna di noi due."
"Ma quali sono", disse dopo un breve silenzio, "i vostri progetti? o non ne avete nessuno se non aspettare la morte di Mrs. Ferrars, il che sarebbe una soluzione estrema molto triste e tragica? Il figlio preferisce sottomettersi a questo, e a tutto il tedio dei molti anni di incertezza che potrebbero aspettarvi, piuttosto che correre il rischio di darle un dispiacere temporaneo confessando la verità?"
"Se potessimo essere certi che sarebbe solo temporaneo! Ma Mrs. Ferrars è una donna molto testarda e orgogliosa, e in un primo accesso d'ira nel venirlo a sapere, molto probabilmente assicurerebbe tutto a Robert, e questa idea, per amore di Edward, scaccia via da me tutta la voglia di fare passi affrettati."
"E anche per amor vostro, altrimenti il vostro disinteresse sarebbe irragionevole." Lucy lanciò nuovamente uno sguardo a Elinor, e rimase in silenzio. "Conoscete Mr. Robert Ferrars?" chiese Elinor.
"No, per niente, non l'ho mai visto; ma immagino che sia molto diverso dal fratello, sciocco e un gran damerino."
"Un gran damerino!" ripeté Miss Steele, che aveva afferrato al volo quelle parole a causa di un'improvvisa pausa nella musica di Marianne.
"Oh! immagino che stiano parlando dei loro beaux favoriti."
"No, sorella", esclamò Lucy, "ti stai sbagliando, i nostri beaux favoriti non sono dei gran damerini."
"Posso confermare che quello di Miss Dashwood non lo è", disse Mrs. Jennings, ridendo di cuore; "perché è uno dei giovanotti più modesti ed educati che io abbia mai visto; ma quanto a Lucy, è una tale furbetta, che non si riesce a scoprire chi le piaccia."
"Oh", esclamò Miss Steele, dando un'occhiata significativa a tutte, "posso dire che il beau di Lucy è modesto ed educato esattamente quanto quello di Miss Dashwood." Elinor arrossì suo malgrado. Lucy si morse le labbra, e guardò furibonda la sorella. Per un po' ci fu un silenzio generale. Lucy lo interruppe per prima dicendo a bassa voce, anche se Marianne stava fornendo loro la poderosa protezione di un magnifico concerto, "Vorrei parlarvi con sincerità di un progetto che mi è venuto in mente da poco, per smuovere le acque; in effetti sono obbligata a mettervi a parte del segreto, perché siete coinvolta anche voi. Immagino che conosciate abbastanza Edward per sapere che preferirebbe la chiesa a ogni altra professione; il mio piano dunque è che prenda gli ordini il prima possibile, e poi con il vostro interessamento, che sono certa sarete così gentile da offrire per l'amicizia che avete per lui, e spero per quel po' di riguardo che avete per me, vostro fratello potrebbe convincersi a dargli il beneficio di Norland, che so essere molto buono, e con un titolare che probabilmente non ha ancora molto da vivere. Per noi sarebbe abbastanza per sposarci, e potremmo per il resto affidarci al tempo e alla sorte."
"Sarò sempre felice", rispose Elinor, "di dimostrare in ogni modo la stima e l'amicizia che ho per Mr. Ferrars; ma non vi viene in mente che in questo caso il mio interessamento sarebbe perfettamente inutile? Lui è il fratello di Mrs. John Dashwood... questo dovrebbe bastare per raccomandarlo al marito."
"Ma Mrs. John Dashwood non approverebbe se Edward prendesse i voti."
"Allora ho il vago sospetto che il mio interessamento porterebbe a ben poco." Rimasero di nuovo in silenzio per diversi minuti. Alla fine Lucy esclamò con un profondo sospiro, "Credo che la scelta più saggia sarebbe quella di porre fine alla faccenda una volta per tutte rompendo il fidanzamento. Abbiamo la sensazione di essere circondati da tante di quelle difficoltà, che sebbene per un po' la sentiremmo come una sventura, forse alla fine saremmo più felici. Ma non volete darmi un consiglio, Miss Dashwood?"
"No"; rispose Elinor, con un sorriso che nascondeva un animo molto agitato, "su un argomento del genere non ve lo darò di certo. Sapete molto bene che la mia opinione non avrebbe alcun peso per voi, a meno che non assecondasse i vostri desideri."
"Mi fate davvero torto", replicò Lucy con grande solennità; "non conosco nessuno il cui giudizio io stimi più del vostro; e credo davvero che se voi mi diceste, «Vi consiglio di rompere a tutti i costi il vostro fidanzamento con Edward Ferrars, sarebbe molto meglio per la felicità di entrambi», deciderei immediatamente in tal senso." Elinor arrossì per l'insincerità della futura moglie di Edward, e replicò, "questo complimento è un motivo in più per frenarmi dall'esprimere qualsiasi opinione sull'argomento anche se ne avessi una. Porta la mia influenza ad altezze esagerate; il potere di dividere due persone così teneramente unite è troppo per una persona estranea."
"È proprio perché siete un'estranea", disse Lucy, un po' piccata, e mettendo un accento particolare in quelle parole, "che il vostro giudizio potrebbe a ragione avere un tale peso per me. Se voi foste suscettibile di essere considerata in qualche modo parziale nei vostri sentimenti, la vostra opinione non avrebbe valore." Elinor ritenne più saggio non rispondere, per paura di provocare uno sconveniente incremento di disinvoltura e franchezza tra di loro; ed era quasi decisa a non parlare più di quell'argomento. La sua risposta fu perciò seguita da un'altra pausa di diversi minuti, e fu Lucy a interromperla per prima.
"Sarete a Londra questo inverno, Miss Dashwood?" disse con tutta la sua abituale compiacenza.
"Sicuramente no."
"Mi dispiace", ribatté l'altra, mentre le brillavano gli occhi a quella notizia, "mi avrebbe fatto molto piacere incontrarvi là! Ma immagino che nonostante tutto ci andrete. Sicuramente vostro fratello e vostra cognata vi chiederanno di andare da loro."
"Se lo faranno non potrò accettare il loro invito."
"Che sfortuna! Ci contavo proprio di incontrarvi là. Anne e io andremo alla fine di gennaio da alcuni parenti che da diversi anni ci invitano ad andarli a trovare! Ma io vado solo allo scopo di vedere Edward. Sarà là a febbraio, altrimenti Londra non avrebbe alcuna attrattiva per me; non ho lo stato d'animo adatto." Elinor fu presto chiamata al tavolo da gioco una volta concluso il primo giro, e quindi il discorso confidenziale delle due signore si concluse, cosa alla quale entrambe si adattarono senza nessuna riluttanza, poiché da entrambe le parti non era stato detto nulla che potesse attenuare la preesistente antipatia reciproca; ed Elinor si sedette al tavolo da gioco con la malinconica convinzione che Edward fosse non solo privo di affetto verso la persona che doveva diventare sua moglie, ma che non avesse nessuna possibilità di essere tollerabilmente felice nel matrimonio, una felicità che il sincero affetto da parte sua avrebbe potuto offrirgli, perché solo l'interesse poteva indurre una donna a tenere un uomo legato a un fidanzamento, del quale sembrava perfettamente consapevole di quanto lui fosse stanco. Da quel momento Elinor non sollevò più l'argomento, e quando a toccarlo era Lucy, che raramente si lasciava sfuggire l'occasione di introdurlo, ed era particolarmente attenta a informare la sua confidente della felicità che provava ogni volta che riceveva una lettera da Edward, lo trattava con tranquillità e prudenza, e lo lasciava cadere non appena l'educazione lo permetteva; perché sentiva che quelle conversazioni erano una gratificazione che Lucy non meritava, e che erano pericolose per lei. La visita delle signorine Steele a Barton Park si protrasse molto più a lungo di quanto fosse previsto dal primo invito. Il favore verso di loro cresceva, non se ne poteva fare a meno; Sir John non voleva sentir parlare della loro partenza; e nonostante i loro numerosi impegni di vecchia data a Exeter, nonostante l'assoluta necessità di tornare immediatamente per rispettarli, cosa che veniva ripetuta con forza ogni settimana, furono costrette a restare per quasi due mesi, e a partecipare alle debite celebrazioni di quella festività che, per renderne manifesta l'importanza, richiede più dell'ordinario dosi massicce di balli privati e grandi pranzi.
STAI LEGGENDO
Ragione e sentimento - Jane Austen
Classics"Sette anni non basterebbero a fare in modo che certe persone si conoscano l'un l'altra, mentre per altri sette giorni sono più che sufficienti."