Capitolo 11

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Canzone capitolo:
-Solamente unico
Questa si addice più alla fine.

Arrivammo in una gelateria molto carina e non molto lontana dal parco.

Dentro le pareti erano bianche con delle fantasie colorate. Era davvero accogliente.

Ordinammo i gelati. Io al gusto kinder mentre lui agli oreo e poi ci sedemmo a un tavolo.

"Allora come hai conosciuto Stefano?" chiese lui rompendo il silenzio.

"Bhe quando ci siamo conosciuti io avevo dieci anni mentre lui quattordici anni. Mi è stato simpatico fin da subito, infatti, legammo subito. I miei 'amici' mi deridevano ma non solo mi dicevano che lui mi stava vicino solo perchè gli facevo pena e che alla fine mi avrebbe abbandonata e presa in giro." sospirai per via dei brutti ricordi. Mi faceva male ricordare quei momenti. Passavo nottate a piangere e a pensare se tutto quel che mi dicevano fosse vero. Nessuno riusciva a capire come stessi realmente, portavo solo una maschera. Ma non capivano che se una persona sorride sia per forza felice. Nessuno mi capiva tranne lui. Ripensare a quanto ho sofferto mi fece scendere una lacrima.

"Hey tutto bene?" chiese preoccupato.

"Si, solo che questo ricordi fanno male."

"Tranquilla. È tutto passato." mi disse con uno splendido sorriso sulle labbra. Quel sorriso fa invidia alle stelle.

A quella affermazione sorrisi anche io.

"Vieni ti riaccompagno a casa." disse porgendomi la mano. Io la strinsi e insieme uscimmo dal locale destinazione casa mia.

Arrivati davanti casa mia mi salutò con un 'Ciao Vic' seguito da un bacio sulla guancia. Io lo salutai allo stesso modo per poi entrare in casa. C'era un silenzio tombale, quasi inquietante. Entrai in cucina e trovai un post-it lasciato da mia madre dove diceva che stava fuori un paio di giorni per andare a trovare la
nonna.

I giorni passarono tranquilli. Mia mamma era tornata e uscivo molto spesso con Albe. Ma, non so perchè,  ho sentito pochissimo Stefano. Ma soprattutto non ci siamo visti. Allora decisi di chiamarlo.

"Ciao..." rispose freddo. Sinceramente c'ero rimasta un po' un male perché non avevo fatto niente, ma non lo feci notare.

"Ehy Ste. Visto che non ci siamo visti proprio che ne dici se usciamo solo io e te come facciamo sempre? È da un po' che non passiamo del tempo insieme." chiesi speranzosa.

"No, devo registrare! Chiedilo ad Alberico!" disse con il tono ancora più freddo di prima. Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che chiuse la chiamata. Senza pensarci due volte presi la giacca e il cellulare e uscii di casa per andare da Stefano per capire cos'abbia. Sinceramente c'ero rimasta male. Non mi aveva mai trattato così. Non capii soprattutto il motivo per cui lui ce l'aveva con me. Io certe volte non lo capisco.

Immersa nei miei pensieri mi resi conto di essere arrivata. In questi casi sento la fortuna dalla mia parte. Io e lui non vivevamo molto lontani. Salì velocemente le scale e appena arrivai davanti la porta del mio migliore amico bussai un po' titubante e preoccupata per cosa potesse accadere.

Mi aprì sua sorella. Sono molto amica con lei. È una ragazza dolcissima.

Appena mi vide mi abbracciò e io ricambiai subito. Appena si sciolse l'abbraccio le chiesi se Ste era in casa. Mi disse che era in camera sua. Conoscevo perfettamente quella casa quindi andai direttamente davanti camera sua. Prima di entrare presi un respiro profondo. Ammetto che ero un po' agitata, lui non si è mai comportato così e sinceramente non so cosa potrebbe succedere.

Non bussai nemmeno entrai direttamente. Lo trovai sdraiato sul letto a cazzeggiare con il telefono. All'inizio aveva un'espressione spensierata. Nel momento in cui mi vide assunse un'espressione fredda, dura. Non l'ho mai visto guardarmi così.

"Quindi stavi registrando!" dissi seccata.

"Non sono cazzi tuoi quello che faccio o che non faccio!" disse in tono freddo e alzando gli occhi al cielo. Mi ferì.

"Mi spieghi che cazzo hai?" dissi alzando il tono della voce.

"Ah io che cos'ho? Sei ridicola!" rimasi pietrificata sentì gli occhi pizzicarmi, ma respinsi le lacrime per non mostrarmi debole.

"Non sono ridicola. In questo periodo sei strano. Non mi calcoli nemmeno e adesso che vengo qui per risolvere e chiarire tu mi tratti di merda!" non ce la facevo più quindi scoppiai a piangere, ma lui fece finta di niente.

"Sei veramente ridicola. Perchè non te ne vai dal tuo Alberico." disse incazzato e sottolineando Alberico.

Non me lo aspettavo da lui. La persona che mi era sempre stata accanto che mi tratta così. Mi sentivo mancare la terra sotto i piedi. Non avevamo mai litigato se non per cazzate che si risolvevano subito.

"Adesso perchè non te ne vai a provarci con qualcun'altro perchè io mi sono stufato di te. Tanto mi hai giá rimpiazzato." disse freddo.

Dette quelle parole me ne andai da quella casa piangendo più di prima.

Andai al parco ma in una parte isolata dove potevo stare da sola senza che nessuno mi disturbasse o tanto meno vedermi. Piansi per non so quanto tempo ma così tanto che mi scoppiava la testa e non avevo più lacrime.

Decisi di chiamare Albe.

"Hey Vic tutto bene?"

"Più o meno ti andrebbe di vederci così ti racconto?"

"Oh Vic, mi dispiace ma sono dovuto partire ma torno settimana prossima. Era qualcosa di importante?"

"No tranquillo. Ciao e buon viaggio."

"Ciao Vic!"

Decisi di tornare a casa. Mi buttai a peso morto sul letto e dopo poco mi addormentai.

~ Spazio autrice ~
È ufficiale questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto. Non che ne abbia postati tanti, ma dettagli. Spero vi piaccia e che lasciaste una stellina e un commento per farmi sapere se vi sta piacendo la storia o se volete darmi dei consigli.

-Chiara

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