Capitolo 4

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Capitolo 4

La stramba giornata di lavoro si è conclusa. La mia famiglia è uscita fuori a cena e farà tardi. Mi getto sul morbido letto e sospiro. Spalanco gli occhi e mi alzo di scatto e mi avvicino alla gabbietta che tengo in camera vicino alla finestra e bacio la punta del naso di Zaynetto. Dopo una doccia fredda indosso il mio pigiama con sopra delle paperelle blu, che si addicono alla stoffa bianca che fa da sfondo. Mi faccio uno chignon veloce e mi siedo sul letto poggiando le spalle al muro. Rimango impalata per un po' ed infine mi obbligo a prendere sonno. Domani dovrò alzarmi molto presto. Mi nascondo sotto le sottili lenzuola che stringo con rigidità all'altezza del mento appena sotto la bocca. Mordicchio la stoffa.

Basta. Dormi, dormi, dormi ,dormi, dormi,dormi.

Lukketto ogni giorno sarebbe stato al centro da surf?

Basta Bea! Pensa solo a dormire, si a dormire.

E' tutto insensato. Mi ha investita e da lì... ho cominciato a scontrarmi con lui giorno dopo giorno. Con la fortuna che mi ritrovo non riesco mai nemmeno ad incrociare il tizio che fa il corriere e quando mi porta i gadgets degli 1d, faccio una corsa enorme per dirgli che ci sono e ogni santa volta non arrivo mai in tempo e se ne va, così inizia il noioso procedimento di recupero del pacco; e quindi com'è possibile questa sequenza di incontri con lui?

Da quando non riesci a prendere sonno? Dormi Bea, dormi.

Che ragazzo. È tipo paperon de paperoni, ed è famoso più di...oddio non lo so, ma in ogni caso ha notorietà e appena finisce i tour fa volontariato insegnando ai bambini surf? E' dolce.

Bea, per cortesia basta, spegni il cervello e dormi.

Se ne va sempre a giro senza maglietta? Oddio, lo incontrerò ogni giorno a lavoro. Ho raccontato tutto a Ile, ma con lei non c'è gusto, non apprezza nemmeno Enrico degli 1d e Lukketto non sa nemmeno chi è, e in ogni caso potrei anche dirle di aver incontrato.. beh lasciamo perdere. Però sono sicura che Zoe si butterebbe davvero dalla finestra... e probabilmente farebbe di tutto per farsi mettere al posto del Ricky. Sarebbe bello, la adoro, ma temo di aver bisogno della calma di Ricky che sa riportarmi coi piedi per terra.

Bea distraiti.. invece di contare le pecore, pensa agli 1d che uno dopo l'altro saltano nella tua direzione.

Non è possibile: Lukketto è il ragazzo più bello con cui abbia mai parlato in vita mia, e sono scappata e non una, ma ben due volte... lui lavora nel luogo in cui mi recherò ogni giorno. In ogni caso non è importante.. non mi importa, non ho bisogno di nessun altro nella mia vita: ho già Ile, il mio coniglietto Zaynetto, mia sorella e adesso Zoe e Ricky. Sto bene così e... solo che lui è così bello, brillante... e simpatico, direi anche gentile, così tanto da risultare affascinante anche quando se ne sta in silenzio.

Basta. Smettila Bea, smettila, pensa a qualcos'altro. Zaynetto ti amo, Zaynetto ti amo, Zaynetto ti amo. Non funziona, ma devo fare in modo che funzioni. E' ovvio che non ho speranze con lui.. ma che sto dicendo? Non mi interessa nemmeno.

Mi sollevo dal letto di scatto, scoprendomi con una mossa tipica a quella di Batman quando sposta il mantello dietro la schiena. Immediatamente mi infilo ancora sotto le coperte e continuo così per un'ora. Alla fine decido di camminare un po' avanti e indietro per la stanza. Probabilmente Lukketto starà dormendo e Trottola gli farà compagnia mentre io sono qui confusa dai suoi bicipiti e dall'immagine di lui che cavalca un'onda. Ed è strano perché io odio l'acqua.. non voglio mai più sentire parlare di acqua, di oceano, di mari, di laghi e di fiumi. Questo pensiero mi conduce inesorabilmente verso un oggetto a me caro. Con mano tremante avvolgo il mio diario di qualche anno fa, incastonato nella libreria bianca al mio fianco. Mi cade e con molta lentezza mi abbasso per raccoglierlo. Mi manca l'aria e il poco ossigeno nel mio corpo non mi permette di respirare bene. La mano avvolge il diario ma tanto è il tremore che di nuovo mi cade. E' strano che seppure cerchi di dimenticare con tutte le forze, non riesca ad allontanarmi da questo diario. Ogni volta che cerco di leggerlo, me ne pento immediatamente. Il groppo che mi si è fermato in gola, non vuole scendere e mi sento male. Non respiro. Prendo il diario con forza e lo getto a terra ancora una volta ed io accucciata gattono velocemente all'indietro allontanandomi da quell'oggetto. Il diario si è aperto. Le lacrime escono fuori con intensità di fronte a quelle semplici parole che seppure sbiadite da un mio vecchio pianto disperato, sono sempre ben visibili. Parole che mi tormentano, parole che mi ricordano, parole che...

All'improvviso arrivi Tu! |Luke Hemmings|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora