Mi svegliai di soprassalto, come fossi scosso da una presa elettrica. Scostai le coperte leggere azzurre di lato e misi i piedi nudi sul pavimento lucido. Al contatto col parque, cominciai a rilassarmi. Due cose odio quando dormo: indossare qualsiasi indumento sopra il busto e chiudere la finestra. In effetti le ante sono serrate e mi sentii soffocare. O sarà quella sbadata di mia madre o Vilina.
Al risveglio, invece, mi irrita l'erezione mattutina. Fino a qualche mese fa, bastava il pensiero di me fra le gambe di Dakota ed eccomi che venivo beato e tranquillo, ma ora non fa altro che annoiarmi e scocciarmi. A lei tengo molto, per carità è da un anno che stiamo assieme, senza contare che da quando mi trasferii a Stanford divenimmo inseparabili. Quasi come me e Cel ma la cosa è ben diversa.
L'aria nella stanza era afosa e sapeva di sonno. Camminai sbadigliando fino alla finestra e la spalancai.
La brezza del mare mi colpì in pieno viso e chiusi gli occhi beandomi dei raggi solari sulla mia pelle....Rispettare il prossimo a casa dei Duglass vale per tutti, ovviamente. La esse sta a indicare le iniziali di entrambi i miei figli...
La voce di mia madre irruppe nella mia pace rovinandomi quel momento magico. Sbuffai e andai verso la porta.
Parlava con qualcuno, presumibilmente nuovo perché se fosse Vilina non le spiegherebbe le regole di casa.
Girai la maniglia, e come mio di solito, uscii di schiena per chiudermi la porta dietro. Nonostante fossi mezzo nudo, scalzo e spettinato, non me ne fregava nulla di chi mi troverò davanti.
Mi girai e quel che vidi fu un colpo di fulmine.
Un terremoto violento. Uno tsunami disastroso. Una lava incandescente...Una bellissima ragazza dai capelli ramati chiarissimi e due occhioni verdastri.
Aveva un non so di ché famigliare. Sicuramente l'avrò vista al college o in spiaggia. Era semplice e senza tonnellate di trucco, ma brillava di luce propria come fosse una stella. Dio quegli occhi non mi erano sconosciuti.
Io ero bloccato e lei anche. Cosa ci stava succedendo?
"Tutto bene, cara?"
Di nuovo la voce di mia madre a rompere il mio stato in trance. Che donna insopportabile, cazzo!
La ragazza si accigliò e schiuse quelle succulenti labbra per tornare a respirare regolarmente. Non credevo di essere così figo da togliere il fiato! Si che lo sapevo invece ma nel suo stupore non c'era attrazione fisica bensì qualcosa di magnetico.
Decisi di rompere il ghiaccio e passare per il gentiluomo.
"Ciao io sono Strphan."
Camminai per azzerare le distanze e porsi la mano verso essa in attesa che ricambiasse.
Scosse la testa leggermente e si asciugò il palmo sui jeans che le fasciavano dannatamente quelle gambe snelle e sode.
"Ecco io... sono...ehm... Celestial?"
Per quale motivo diceva il suo nome come fosse una domanda? Cominciamo col dire che con la tizia ho cominciato col piede giusto. Perché? Porca miseria, quel nome lo amo!
"È il tuo nome o me lo stai chiedendo in prestito?"
Scherzai sù per alleviare l'aria tesa. Celestial sorrise nervosa e si grattò la testa.
"Si, beh... cioè... Mi chiamo Celestial."
Le nostre mani erano ancora unite e percepivo il suo sudore fuoriuscire dal palmo. La mia mente subito viaggiò a mille all'ora immaginandola nuda a cavalcioni sulle mie gambe mentre io le lecco il palmo assaporando il suo sudore... Cazzo i pantaloni non erano poi così larghi!
"Dakota ha chiesto di te, hai intenzione di passare da lei sto pomeriggio?"
Ecco! Di nuovo la donna che mi ha messo al mondo tornò a rompermi i ciglioni. Con la sua voce priva d'emozioni, mi ricordò che ero fidanzato. Fanculo!
I nostri occhi erano come il metallo e la calamita: nessuno dei due riusciva a staccare il magnetismo.
La ragazz... Celestial deglutii e abbassò lo sguardo. Dannazione quanto era bella!
Ritirò la sua mano dalla presa e si chiuse in se come una corazza.
Io tornai a ricordarmi che dovrei usufruire della bocca ed il naso per respirare e donare aria ai miei polmoni.
Mi grattai la nuca e girai il capo verso quella vipera di mia madre
trafiggendola con lo sguardo.
"Ecco io... dovrei andare."
La sua voce soffice e vellutata mischiata col la sua aria impacciata, la rendevano un qualcosa di divinamente stupendo. Mi dava l'aria d'essere un pezzo fragile da tenere con cautela nelle mani. Cazzo quanto mi ipnotizzava!
"Si mia cara. Allora domani alle due e mezza puntuale, mi raccomando."
Posizionò per bene sulla spalla la borsa e ci mise dentro la chiave della stanza.
"Si certo! Allora ciao eh."
La sua goffaggine era troppo forte. Mia madre ebbe l'espressione leggermente contrariata e la salutò educatamente sollevando di poco il mento. Fanculo ai suoi modi di fare!
Celestial non mi guardò neanche e si girò verso le scale frettolosa.
Non capivo perché ma mi sentii calare una leggera depressione nel vederla andare e soprattutto senza degnarmi di uno sguardo.
Tanto lavorerà da noi, ne? Perfetto!
"Buongiorno tesoro."
Tornai di nuovo con la mente al presente e mi girai verso mia madre.
"Vado a farmi una doccia ed esco."
La lasciai lì imbarazzata ed impalata mentre attraversavo il breve tratto che riportava in stanza. Non ha ancora capito che sarà difficile riguadagnare il mio perdono.

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RIECCOCI
RomanceQuando due bambini simili si incontrano, cosa succede? Si comprendono a vicenda e cercano di aiutarsi. Ma se questi bambini si rincontrano, dopo un lungo periodo, più in avanti però completamente diversi da com'erano, che succede? •Rieccoci• raccon...