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Importante leggere Angolo Me. 

"Caroool!"
Chiamai la mia cara coinquilina se non anche miglior amica, per comunicarle la notizia.
Seduta comodamente sulla mia sedia davanti al laptop poggiato sulla scrivania, scorrevo in giù la lettera rileggendola per assicurarmi che fosse vero il contenuto.
"Carol dio ma sbrigati! "
Urlai ancora di più per farmi sentire da Carol, agitandomi sulla sedia.
"Arrivo! Spetta che poso tutto!"
La casa non era una reggia per metterci ad urlare come due matte, anzi era un modesto appartamento di un condominio niente male. Abitavano solo anziani e famigliole, il che ci permetteva la massima sicurezza e tranquillità.
Due stanze, un salotto comunicante con la cucina americana ed un bagno,
bastavano per due ragazze neo diplomate che affittarono la dimora per tre mesi d'estate; un piccolo luogo per dormire dopo il lavoro e riflettere sulle strade del futuro.
Carol, la bambina isterica che mi toccò sopportare per cinque anni d'elementari sia nel dormitorio che nella classe, divenne la mia miglior amica subito il primo anno delle medie, quando la beccai vomitare nel bagno della mensa a causa della piscia che alcune ragazze le misero sul piatto. Un gesto enormemente grave da fare verso un qualunque essere umano, ma quelle vipere bulle se la presero con lei.
Uscimmo fuori a sederci sulle scalinate mentre lei piangeva e si lamentava dell'ardua ed ingiusta vita che le toccava sopportare ogni giorno.
Anche lei era senza genitori ma, al contrario mio, lei fu abbandonata letteralmente da loro. Il padre scappò al suo primo anno di nascita mentre la madre, al suo terzo anno di vita, la abbandonò davanti al portone dell'orfanotrofio. Mi chiedo come certa gente possa commettere gesti del genere?  Più che illegale, è una spada di fuoco conficcata nell'anima della creatura abbandonata che ne subirà il dolore giorno dopo giorno.
La consolai per tutto il pomeriggio e da lì divennemo inseparabili.
Al contrario di Stephan, lei non mi fu strappata e per nessuna ragione al mondo me la lascerò scappare. Solo giusto per qualche mese.
Passare tredici anni in un orfanotrofio e studiare pur in esso, è soffocante. Ma uscire da quest'ultimo con un diploma in mano e una miglior amica d'oro, è divino.
Carol non vuole proseguire gli studi su un'università come me, ma bensì mi seguirà nella città su cui studierò e continuerà con il nostro, ormai, tipico lavoro: bariste.
Cercheremo un lavoro in qualche bar dove lei potrà lavorare a tempo pieno mentre io solo la sera. Mi troverò anche un lavoro mattutino che includa solo due giorni a settimana ed il week-and, in modo che i tre giorni vuoti le passi nell'università. Il resto delle lezioni le scaricherò da intenet. In poche parole, cercherò di tenermi al passo.
"Che c'è?!"
Fece capolino nella mia stanza con una maglia larga bianca fino a metà coscia e mutande nere che si intravedevano dalla stoffa chiara.
Ancora scalza e i capelli disordinati in una crocchia, mise le curate e lunghe dite sui fanchi fingendosi scocciata.
"Indovina!"
Battevo le mani come una bambina e mi mordevo il povero labbro inferiore.
Sbuffò finemente irritata.
"Andiamo Cel, spara e basta!"
Qualche ciocca bionda ossigenata le ricadeva ai lati del viso incorniciando i lineamenti morbidi e dolci.
Gli occhi tirati agli angoli, che le davano uno sguardo sensuale, d'un colore marrone scuro, supplicavano la mia bocca di parlare.
Senza proferire parola, girai il laptop verso la sua direzione invitandola a leggere. Prima esitò corrugando la fronte poi si piegò leggermente socchiudendo gli occhi per adattarsi alla luminosità dello schermo.
"Oh mio dio!"
Posò la mano sulla bocca con fare teatrale e cominciò a saltellare.
"Oh cazzo, cazzo e cazzo! I nostri sogni Cel si stanno avverando!"
Il ruolo bambina non toccò più a me ma alla mia amica che saltellava e dimenava le anche in aria.
"Carol calma."
Raccolsi le gambe sulla sedia e portai dietro l'orecchio alcune ciocche ramate chiare.
"Carol calma?!"
Scimmiettò e sgranò gli occhi verso la mia direzione.
"Con una notizia del genere dovrei stare calma? Ma Oh Mio Diooo!"
Quante volte ha richiamato dio in questi pochi attimi? Troppe volte.
Saltò sul letto, facendo innalzare la maglia, per poi scendere dall'altra parte e raggiungere lo stereo. Schiacciò play e partì una delle mie solite canzoni rap.
Ritornò sul letto e si muoveva letteralmente da pazza in manicomio cercando di seguire il ritmo della canzone. Meno male che Eminem non è presente qui ad assistere alla mia amica che 'balla' la sua canzone, altrimenti avrebbe censurato persino la sua di canzone.
La raggiunsi sul letto e cominciammo a saltellare felici della nuova vita che ci attendeva.

~Angolo Me~
Bene, che sarà mai questa notizia? A  8 like continuooo. Ciaoo.

RIECCOCIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora