XII

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Si avvicina l'ora di pranzo, prendo fiato e mi faccio avanti:
<<Ti andrebbe di venire a pranzo con me?>>
Lei mi sorride e risponde:
<<Dove mi porta signorina?>>
<<Dove preferisce.
Cosa vorrebbe mangiare signorina?>>
<<Potrei mangiare qualsiasi cosa in questo momento, ho una fame! Qual è il suo cibo preferito?>> mi domanda con quel sorriso che farebbe sciogliere un ghiacciolo in pieno inverno con meno dieci gradi.
<<Sushi!>> esclamo.
<<E sushi sia! Andiamo!>> mi prende per mano e corre.
Poi continua:
<<Però decido io dove mangiarlo.
Lo prendiamo e lo portiamo con noi.>>
Annuisco e poi chiedo:
<<E dove vorrebbe portarmi signorina? Non sarà mica una di quei serial killer alla Dexter?>> rido di gusto.
Lei mi lancia un'occhiataccia ed esclama:
<<Sei proprio scema eh!>>
Siamo già fuori la villa, prendiamo la sua vespa ed io mi rifiuto di mettere il casco, sfrecciamo tra le macchine, il traffico a quest'ora è esagerato.
Ma in un battito di ciglia siamo già davanti al ristorante e scendo a prenotare.
Ordino due mega barche ed esco con due pacchi che mi coprono la faccia!
<<Hai comprato sushi per una settimana o hai intenzione di farmi ingozzare?>>
Rido ed i pacchi trabballano tra le mie mani, quasi facevo cadere tutto.
<<Allora dove mi porti?>>
<<Sali e lo scoprirai!>>
Metto i pacchi avanti tra le sue gambe e salto su, ci dirigiamo verso il mare, facciamo una decina di chilometri, tra stradine desolate e quartieri deserti. Si ferma davanti ad un edificio immenso, sembra quasi un castello, abbandonato, con parti cadenti, l'edera aveva ormai ricoperto gran parte delle mura, bellissimo quanto macabro.
Con una mano tengo i pacchi, con l'altra mi faccio trasportare da lei, entriamo.
Ci sono ancora i mobili, qualcuno avrà vissuto li per anni, sono vecchi, impolverati e ce ne sono tantissimi. Grandi quadri, grandi tappeti, è bellissima.
Mi toglie i pacchi dalle mani, li poggia su una sedia e mi tappa gli occhi con le mani.
<<Vieni con me, ho una sorpresa per te!>>
<<Ma cosa? Ma dove mi porti?>>
E ridiamo come due matte.
Poi ci fermiamo, mi obbliga a tenere gli occhi chiusi, sento i suoi passi, sta tornando indietro, poi si ferma, prende qualcosa e torna vicino a me. "Avrà preso il sushi" penso.
Mi prende per mano e mi dice di continuare a tenere gli occhi chiusi. Poi finalmente: <<Adesso puoi aprire gli occhi>> mi sussurra all'orecchio. Pelle d'oca.
Apro gli occhi.
Davanti a me, il panorama più bello che avessi mai visto.
Il mare si faceva strada davanti a noi, si infrangeva contro gli scogli e gli schizzi arrivavano addirittura sulla mia faccia, per quanto eravamo vicine a quel panorama.
Eravamo su una terrazza, tutta in legno, con una finestra panoramica enorme per stare ore a vedere quello spettacolo, piena di edera e piante selvagge cresciute ovunque, al centro un piccolo tavolo, in legno anch'esso, basso, con una candela al centro, le due barche di sushi una di fronte all'altra, due enormi cuscini come sedie, e lei seduta su di uno ad aspettarmi, con le bacchette già pronte in mano, aspettava solo che io mi sedessi per ingozzarsi.
Le sorrido, con gli occhi pieni di tutta quella meraviglia, quasi incredula, mi siedo accanto a lei e tiro su le bacchette anche io.
<<Perché tutto questo?>> le chiedo senza riuscire a guardarla, giocherellando con le bacchette.
<<Non è tanto difficile da capire stupida!>>
<<Ma io proprio non capisco, forse sono seriamente stupida, lo so.>>
Si avvicina, ad un millimetro dalle mie labbra, sento il cuore esplodere, mi bacia.
E sottovoce mi dice: "Adesso ti è chiaro che mi piaci brutta deficiente?!"

Amore silenzioso (LGBT) #WATTYS2016 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora