Fu una delle sedute più lunghe a cui io avessi mai assistito. Il cuore mi scoppiava in petto, la forza mi aveva abbandonata, ma continuavo a stringerle la mano. Sarebbe potuto succedere di tutto, non avrei lasciato la sua mano per nessun motivo, so che aveva bisogno di me in quei momenti. So che aveva bisogno di tutta la mia forza per andare avanti. So che ero l'unica cosa che poteva sconfiggere il suo enorme dolore. So che dovevo mostrarmi forte, per farla essere forte. Ed ero forte in faccia, ero forte negli sguardi, ma dentro stava crollando ogni cosa, non avrei resistito a lungo. Per fortuna, quella straziante seduta finì prima del crollo totale di me stessa. Le feci appoggiare il braccio sul mio collo e la portai a casa, barcollante. Era distrutta, non si reggeva in piedi, non fiatava, non sorrideva, niente di niente. La misi a letto, le accarezzai il viso, le baciai la fronte e me ne tornai a casa. Crollai non appena toccai il letto. Il risveglio non fu dei migliori, i miei problemi si facevano sentire, tutto quel dolore, tutto quello stress, tutta quell'ansia, tutto quell'insieme di cose negative mi fecero avere una ricaduta. Rimasi a letto inerme, non avevo le forze per reagire. Sentii il telefono squillare, con fatica presi il telefono e risposi:
<<Pronto?>>
<<Mag, ma dove diavolo sei finita?!>>
<<Beth, non posso venire con te oggi!>>
<<Perché? Che sta succedendo?>>
<<Nulla di preoccupante, ti spiegherò quando sarà il momento, mi dispiace non esserci fisicamente, ma sai che sono con te, sempre.>>
<<Non sarà lo stesso senza di te, senza la tua mano che stringe la mia.>>
<<Lo so Beth, ma davvero non posso. Scusami.>>
<<Non farmi preoccupare, aspetto una chiamata.>>
<<D'accordo.>>
<<Ti amo Mag.>>
<<Ti amo anch'io Beth!>>
Le ore passavano ed io non riuscivo a reagire, il dolore torna sempre indietro, non ti lascia mai per davvero, pensi di essertene liberata, pensi che non lo rivedrai più, pensi che tutto sia finito, ed invece è appena iniziato, e allora sono rimasta li, inerme, distrutta, con il cuore andato a male, un po' come il pesce che resta in frigo per troppi giorni. Avrei dovuto affrontare con lei questo argomento, avrei dovuto parlargliene, ma non riuscivo, non trovavo le parole, lei aveva già troppo a cui pensare. Un'intera giornata passò così, tra attacchi di panico ed extrasistole perenni, me ne stavo li senza respiro, senza sapere come sarebbe andata domani. Pensavo a lei, pensavo a noi, pensavo a quella felicità trovata, che era anche dolore, soprattutto dolore. Ma l'amore è anche questo, è mettersi alla prova, è soffrire insieme, è distruggersi, è portarsi ai minimi termini, e per quanto mi sia sempre piaciuta la matematica, adesso la stavo odiando, e per quanto mi sia sempre piaciuto l'amore, adesso lo stavo odiando, e per quanto mi sia sempre piaciuta lei, adesso la stavo odiando. Ero stanca del dolore, ne avevo visto troppo, l'avevo conosciuto, in ogni sua sfaccettatura, l'avevo reso mio, l'avevo amato, l'avevo odiato, l'avevo ospitato in ogni parte di me, l'avevo messo a nudo. Volevo solo essere felice, essere felice ed amare, essere felice ed amarla, amarla senza ostacoli, amarla senza problemi, amarla senza ridurre ai minimi termini. Ma la verità è che nonostante tutto questo, nonostante tutto questo dolore che stiamo affrontando insieme, io non la odio, non potrei mai odiarla, perché l'amo, io l'amo, dio se l'amo.
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Amore silenzioso (LGBT) #WATTYS2016
RomanceA tutte quelle persone che sanno viaggiare con la fantasia, A tutte quelle persone che non si fanno fermare dai pregiudizi, A tutte quelle persone che hanno saputo amare in silenzio, A me stessa.