Hell's flame

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Atterrai e avanzai terrorizzato verso le fiamme "se c'è qualche sopravvissuto devo aiutarlo", questi erano gli unici pensieri che avevo mentre camminavo tra le cataste di legno ardenti, stavo lottando contro me stesso per non andare in panico, ad ogni passo mi sembrava di essere tornato a otto anni; ero circondato dal rosso incandescente ormai da parecchi minuti e stavo quasi per tornare indietro rassegnato quando sentii delle voci, mi avvicinai, erano dei suoni confusi dato il frastuono che faceva il legno mentre veniva consumato ma riuscii comunque a sentire qualcosa:

-...Finito qui, dovremmo riunirci agli altri

Disse una voce roca:

-E di questa scrofa che ne facciamo?Dovremmo portarla al capo, gli piacciono quelle giovani.

Risposte una voce aspra, cercai in tutti i modi di raggiungere il luogo da cui provenivano le voci e dopo svariati tentativi andati a vuoto riuscii ad aprirmi un varco in una parete semi distrutta, ma la scena che avevo davanti tolse anche quel poco di speranza che mi era rimasta; una dozzina di uomini erano in cerchio in torno ad una ragazza a me molto familiare per i suoi occhi nocciola, un uomo enorme la teneva, lei tentò di liberarsi con un calcio che colpi il ginocchio del tipo:

-MALEDETTA SGUALDRINA.

Si avventarono su di lei con calci e pugni:

-FERMATEVI.

La rabbia per quell'abuso mi aveva scosso dal mio stato di trans, "è maledettamente uguale a dieci anni fa vero?" Disse il mio lato oscuro, ero infuriato e non mi importavano tutti gli svantaggi che avevo, sentivo il sangue ribollire d'odio "si, così, odia di più... odia di più! Ed ora cedimi il tuo corpo e lasciami corrompere la tua anima".

Il mostro che avevo dentro si scatenò, e l'aria beffarda dei miei avversari si trasformò in pochi minuti nella più nera disperazione, nel mio stato di furia fui soddisfatto di tutto ciò che il mostro fece; spezzò le ossa degli arti o li tagliò del tutto, non uccise nessuno ma si limitò a immobilizzarli, fece una catasta degli uomini urlanti e afferrò una trave ardente:

-Vi avevo detto che vi avrei fatti bruciare tra le fiamme dell'inferno, giusto?

Diedi fuoco ai loro vestiti e mi godetti nel silenzio della notte le loro urla di disperazione e dolore finché non divennero solo delle ceneri fumanti; ma qualcosa non andava sentivo un tremendo dolore corrodermi dall'interno, era insopportabile, come se ogni mio lembo di pelle urlasse a causa di un dolore indescrivibile, poi mi venne in mente ciò che V mi aveva dato, cercai tra spasmi di dolore di prendere la pillola nella mia tasca, la ingoiai senza pensarci due volte.

Il dolore svanì ma una terribile nausea e emicrania si impadronirono di me:

-E così sei tornato signor angelo.

Mi voltai, lei aveva visto la mia ira, disperazione, sete di sangue "e allora perchè, perchè mi consideri un angelo?", mi chinai e la presi fra le braccia, aveva ustioni, lividi e ferite molto gravi:

-Conosco una persona che ti riuscirà a curare... Vedrai starai bene.

Lei sorrise:

-Sei così gentile ma sei solo, in questi ultimi momenti riesco finalmente a vedere la tua paura, disperazione e odio; nel viaggio che affronterò nell'aldilà pregherò per te in modo che tu possa raggiungere la pace.

Disse prima di prendere un'ultima boccata d'aria e spirare; esattamente come dieci anni fa, un corpo tra le mie braccia e le fiamme che mi circondavano "ho fallito ancora sorella".

2 giorni dopo tornati nel ducato di V

Entrai nella stanza privata di V, lei era girata verso la finestra:

-Volevi vedermi?

Chiesi freddamente:

-Si, complimenti per la riuscita della missione, ma non è per questo che volevo vederti... Cosa farai da ora in poi?

-Cosa intendi?

Chiesi con una certa irritazione:

-Beh di sicuro ti è successo qualcosa, sei cambiato n.87.

Mi voltai per andarmene me prima che potessi uscire qualcuno mi afferrò per l'uniforme:

-Lasciami.

-No

-Non costringermi a farti del male

-Ci riusciresti?

-LASCIAMI DANNAZIONE.

Mi voltai infuriato ma una mano mi tirò giù, avevo la testa appoggiata su un petto e l'odore di gelsomino fece scemare tutta la mia ira, le lacrime scendevano lente e calde sulle mie guance:

-Non devi fare tutto da solo.

Disse la candida voce di V con un velo di tristezza:

-Perché... Perché le persone... Si uccidono?

I singhiozzi spezzavano le mie parole, lei fece un sospiro e avvolse le sue braccia attorno alla mia testa:

-Questa è una domanda a cui solo una persona può dare una risposta.

Alzai lo sguardo sul suo volto:

-Chi...?

-È inutile dirtelo, non riusciresti mai ad incontrarlo così come sei ora.

-Allora insegnami, tutto ciò che devo sapere, voglio incontrare questa persona e voglio avere la mia risposta.

Si alzò:

-Allora seguimi n.87 farò di te un essere quasi onniscente.

-In pausa-Demon Inside: What have i become?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora