No escape

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Un urlo mi fece spalancare gli occhi:

-USCITE DA QUELLE FOGNE INUTILI SACCHI DI STERCO INIZIA LA MARCIA MATTUTINA CHI FA RITARDO NIENTE PASTO.

Mi voltai e vidi Ken vestirsi alla velocità della luce, io ero già vestito ma per solidarietà lo aspettai; scendemmo di corsa insieme ad altre persone e seguendo il flusso arrivammo in un cortile interno al castello.

Si misero in fila ed io e Ken facemmo lo stesso, ma uno di quelli che dovevano essere i comandanti mi prese per il braccio e mi trascinò fuori dalle fila:

-Oggi abbiamo un nuovo sacco di merda, la duchessa V ce lo ha scaricato ieri sera, mostrategli come facciamo le cose qui.

Detto ciò mi ributtò di malagrazia tra le fila, iniziammo una marcia, continuavamo a girare in tondo ormai da qualche ora ma nessuno osava smettere anche se i piedi erano a pezzi, ad un certo punto quello davanti a me inciampò e cadde fermando tutta la nostra fila; mi avvicinai per aiutarlo ma una frusta tagliò l'aria colpendolo prima che riuscissi a toccarlo, gli schiocchi della frusta continuarono mischiandosi alle urla dell'uomo, ciò continuò finché l'uomo non si rialzò con un rivolo di sangue che scendeva per la schiena:

-Se avete così tanto male alle gambe iniziate a volare bastardi.

Detto ciò tutti si alzarono per aria sbattendo le ali come piccioni impauriti, non avevo ancora provato a volare e avevo paura di non farcela, cercai con tutta la mia forza di volontà di sbattere le ali e ci riuscii, presi il volo, barcollavo ma non era male come prima volta.

Sentivo trascinarmi al suolo dal mio stesso corpo divenuto molto più pesante ora che dovevo reggerlo per aria, iniziammo a fare una specie di marcia aerea e ben presto presi dimestichezza nel volo "è più facile di quanto pensassi ed a volte anche... Piacevole?".

All'ordine atterrammo:

-A terra! Flessioni.

Non erano molto diversi dagli esercizi che facevo quando ero un soldato e me la cavai egregiamente, in più in questo modo mi sarei tenuto in esercizio.

Continuammo così tutto il giorno e a sera ci rispedirono nelle nostre stanze, nella nostra sul comodino erano appoggiati due pezzi di pane e una caraffa d'acqua, dividemmo il tutto e ci mettemmo sotto le coperte:

-Ken, domani fuggiremo, ho notato un punto debole nel muro passeremo da li.

La voce era poco più di un sussurro, in tutta risposta Ken fece un cenno con la testa.

L'indomani ricominciammo gli esercizi da capo ma quando spiccammo il volo io e Ken ci tenemmo un po' più in alto degli altri e dopo qualche giro come da programma scattammo verso il punto debole del muro, era un fessura larga cinquanta centimetri, eravamo a pochi metri, riuscivo già a sentire l'aria fresca inondarmi la faccia ma poi tutto precipitò, qualcosa mi prese la caviglia e mi trascinò a terra facendomi sbattere contro di essa con estrema violenza, mi sentii calpestare le ali e bloccare le mani:

-Dove pensate di andare n.87 e n.86?

Non ebbi tempo di rispondere che mi arrivò una ginocchiata sulla schiena smorzandomi il fiato, iniziarono a percuotere il mio corpo con calci e frustate ma non reagii, senza un'arma era inutile qualunque resistenza "odio essere debole... È la cosa che odio di più":

-Che ne facciamo sergente Rey?

Chiese uno:

-Li metteremo nella loro stanza senza cena, andrò a chiedere un permesso speciale alla dottoressa diabolica per l'utilizzo di una cella.

Ci sbatterono di malagrazia nella nostra stanza e chiusero la porta a chiave, dovevamo fuggire ed era il momento per un piano B, pensai velocemente, in un'ora riuscii a escogitare un piano decente.

Aspettammo che il sole se ne andasse e poi bussammo alla nostra stessa porta:

-State fermi, fate silenzio come avete fatto finora e tutto andrà bene.

Ci rispose una voce dall'altra parte:

-Ma venga a vedere c'è una luce immensa verso le colline, sembra che si stia avvicinando qualcuno.

Disse Ken come da programma:

-COSA?!

"Perfetto c'è cascato, come pensavo sono soldati senza esperienza e facilmente manipolabili, non bisognerebbe mai credere a un proprio progioniero", la porta si spalancò e l'uomo si avvicinò alla finestra dandoci le spalle; Ken gli tappò la bocca e lo immobilizzò io gli sferrai un colpo secco alla testa facendolo svenire; lo spogliai dell'armatura e la indossai Ken prese il suo pugnale e lo nascose sotto la maglia, io invece afferrai la spada.

Ci avviammo per i corridoi del castello, passammo davanti a diverse guardi che non chiesero nulla ma quando ormai mancava poco all'uscita una ci fermò:

-Ehi dove stai portando questo S.D.A.?

-Si è guadagnato una bella cella per la sua insubordinazione.

Risposi sperando che bastasse, e per fortuna ci lasciò proseguire con un ghigno beffardo rivolto a Ken.

Eravamo a pochi metri dalla porta quando un rumore attrasse la nostra attenzione, erano applausi, lenti e decisi.

La fonte del rumore non tardò a mostrarsi, V era davanti all'uscita con un sorrisetto compiaciuto sul volto:

-N.86, n.87 tornate nella vostra stanza, mascalzoni.

-In pausa-Demon Inside: What have i become?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora