Prologo

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Ho iniziato a bere sangue a sette anni.
Ricordo perfettamente la prima volta che lo feci (o meglio, la seconda, visto che la prima ero troppo piccola per ricordarlo)
Frequentavo una delle migliori scuole di danza della Virginia.
L'insegnante, che chiameremo Abby Lee, vista la somiglianza con la maestra grossa e cattiva di quella serie tv Dance Moms, diceva che ero una delle più brave ma non perdeva occasione per rimproverarmi.
Papà mi aveva iscritto presumibilmente per distrarmi dalla morte di mia madre, e devo ammettere che funzionò.
Facevo danza nella città in cui sono nata da tre anni e non fu difficile ambientarmi nella nuova scuola.
Papà veniva sempre a guardare le mie esibizioni, mi portava da una parte all'altra dell'America e quando non c'era lui veniva zia Shannon.
Aveva sborsato davvero una quantità inimmaginabile di soldi, ma di certo non era quello che ci mancava.
Un giorno, arrivò dall'Alabama una bambina della mia età, più piccola di statura e più bruttina.
Cioè, a quel tempo mi sembrava davvero brutta, ma non so, non mi ricordo il suo volto.
Si era iscritta da poco e già l'arpia "Abby Lee" le segnava gli assoli.
Quella bambina era davvero bravissima, si muoveva sinuosamente e mi aveva letteralmente rubato il posto.
All'inizio mi scoraggiai, la guardavo invidiosa mentre faceva le sue mossette e subivo giornalmente le lamentele dell'insegnante che mi ripeteva che lei era più in gamba di me.
Stranamente Abby Lee ci assegnò un duetto su una strana musica hip hop. Non mi veniva nessun passò, ero frustrata e arrabbiata e come se non bastasse la mia rivale non perdeva tempo di farmi notare come invece a lei venisse naturale.
Stavo per scoppiare a piangere, ma non volevo scendere così in basso, infondo ero conosciuta per essere la più piagnucolona.
E allora cosa feci? La morsi.
Quando alzò il braccio glielo presi e ci fondai i denti.
Non so perché lo feci. Non avevo fame o altro, era più un modo per far vedere quanto ero arrabbiata. Ma non era una spintarella da bambine e nemmeno un morso che lasciava un leggero segno a forma di orologio.
Avevo affondato i canini in profondità e mi ritrovai a succhiare Il suo sangue denso.
Non rimasi per molto attaccata al suo braccio, perché qualcuno tra le urla mi scaraventò a terra.
Tutti andarono a soccorrere la bambina, mentre io me ne stavo li a leccarmi le labbra insanguinate, domandandomi perché solo a me quel sapore piaceva.
Papà, che era rimasto ad assistere alle prove con le altre mamme, venne da e mi abbracciò chiedendomi come stessi.
Alcune mamme ci guardavano malissimo e dissero parole orrende che fortunatamente non ricordo.
Prima che qualcuno potesse chiamare l'ambulanza e la polizia, papà suggiogò tutti i presenti e Lecco il morso che avevo lasciato sul braccio della bimba facendolo scomparire.
Ce ne andammo subito, nessuno sapeva cosa era successo, tanto meno io.
Non tornai più in quella scuola e per mio padre fu abbastanza difficile spiegarmi tutta la situazione.
Avrei voluto ballare ancora, ma papà disse che era meglio aspettare.
Sto ancora aspettando, nove anni dopo.
Comunque sia, pare che non tutti siano stati suggiogati quel giorno. Brooke, una mia compagnia di ballo, era rimasta fuori dalla palestra e spiava dallo spiraglio della porta quello che stava succedendo.
Vide tutta la scena spaventata, ma noi non vedemmo lei e ce ne andammo pensando che nessuno avesse visto.
Fortunatamente non lo raccontò a nessuno, e custodiva il suo segreto come un brutto incubo.
Dovetti darle delle spiegazioni in futuro e rimase spiazzata.
Oh, ora Brooke è la mia migliore amica.
Mi sono chiesta cosa pasasse per la sua testa quando continuò a parlare con me dopo che le dissi che avrei potuto ucciderla.
Avrei potuto tranquillamente chiedere a papà di suggiogarla, ma condividere la mia natura con un'altra persona mi aveva liberato di un peso enorme. Brooke, che era una fifona di prima categoria, non aveva paura di me, anche quando ironizzavo sul suo sangue e i miei denti.
Era l'esatto opposto di me. Timida ed impacciata, non parlava mai se non Ce n'era bisogno. Rispettava sempre le regole, era una studiosa coi fiocchi ed estremamente dolce.
Nessuno sapeva come due opposti come noi si fossero trovati così facilmente.
Passavamo moltissimo tempo l'una a casa dell'altra. Conosceva tutti i miei famigliari e come di consueto piaceva a tutti. Papà diceva che aveva una Buona influenza su di me, che avrei dovuto imparare.
Non aveva molto amici, e questa era forse l'unica cosa che avevamo in comune.
Non frequentando la scuola,ma prendendo lezioni private da Mr. March che è in assoluto il professore più noioso e antico di sempre, Essendo un vampiro spiega la storia come se l'avesse vissuta (cosa che immagino sia vera, avrà quasi mille anni. )
Non esco molto, se non con Brooke e Kirsten.
Kir invece è la mia copia. Vampira trasformata centocinquanta anni fa, era la mia peggior nemica fino a qualche anno.
Non ricordo come l'ho conosciuta, sia dal caso che lei mi sfotteva dandomi della viziata snob, ed io contrabattevo dicendole che era una poveraccia.
Non so quando l'odio si sia trasformato in amore, ma da quel momento lei rimane la mia compagna di feste preferita.
Insieme abbiamo combinato i peggiori casini, sarà che siamo molto simili.
Non ama venire a casa mia, credo che si senta a disagio. Le sue condizioni economiche non sono delle migliori, ma ho cercato più e più volte di spiegarle che questo non potrà mai cambiare il nostro rapporto.
Lei e Brooke non si parlano molto, e non usciamo mai tutte e tre insieme. Però, sono sicura che prima o poi riuscirò a farle andare d'accordo.
-Fisher sto parlando con te! -
Smetto di mordicchiare la matita e ritortno nel mondo dei mortali (non nel mio caso, però).
Il professore mi guardò con sguardo truce e sbuffò facendo così alzare i suoi orrendi baffi.
- Non ho capito, può ripetere? -
Alzò gli occhi al cielo. -Hai intenzione di risolvere quest'equazione tipo entro oggi? -
Odiavo studiare. Certo, con Mr. March era più facile, ormai ero abituata al suo burbero carattere, ma ero dell'idea che io studiavo troppo. Già, è così. Lo so che normalmente uno studente medio fa cinque ore e più a settimana , mentre io ne faccio quattro e solo quattro giorni su sette, ma nessuno umano ha a che fare con Mr. March. Loro non possono capire.
Guardai quella strana riga di numeri e lettere che mi spaventavano, e poi scossi la testa.
-Fisher, ti rendi conto che siamo troppo indietro con il programma? Queste cose dovresti già saperle fare da molto tempo! -
-O andiamo John! Semplicemente non riesco a farlo perché il mio cervello è pieno per oggi. Lo sai vero che un umano riesce a stare concentrato solo per quarantacinque minuti? -
-sono Mr. March. Non John. Abbiamo ancora venti minuti e tu non sei umana, noi vampiri riusciamo riusciamo a stare concentrati sempre! -
-Ehi! Si vede che il mio cervello ha preso da mia madre. -
Sbuffò e si lasciò andare sulla sedia.
- D'accordo Fisher. Vai. Domani venti minuti in più . -
-Grazie John! -
Raccolsi tutte le mie cose e uscì dal salotto dove studiavo solitamente.
Nominare la mamma in quella casa era sempre un modo per far ammutolire tutti quanti.
Molti si chiedevano come facevo a farne dell'ironia, ma la verità è che io riuscivo a ironizzare su tutto.
Salì le scale che portavano alle camere e salutai velocemente papà che stava scendendo.
Ignorati il suo "perché già finito? "E mi chiusi in camera.
Sistemai i quaderni sulla scrivania e mi buttai sul letto.
Accesi lo stereo e alzai a tutto volume.
Non sapevo che fare, questi erano i miei pomeriggi tipo.
Mi alzai e andai nel mio frigobar per prendere una sacca di AB.
Presi il telefono e chiamai Brooke, che molto probabilmente Stava studiando.
Dopo vari squilli la sua voce dolce mi arrivò alle orecchie.
-Ciao Brooke, che stai facendo? -
-I compiti. Tu? -
-Nulla. Senti, andiamo a farci un giro? -
-Adesso? -
-No,il prossimo anno. Si Brooke adesso! Metti via quei libri. Sai, voglio farmi un piercing al naso. -
-Cosa? Sei pazza?! Hai fatto solo due giorni fa quello alla lingua! -
-Lo so ed è bellissimo. Per questo voglio farne uno al naso. -
-Ver Non so se è una buo... -
- Troviamoci al Tattoo BlackCats. E muoviti. -
Riattaccai prima che potesse ribattere.
Mi infilai le scarpe e uscì dalla mia camera.
Quando arrivai nell'atrio trovai papà, che mi bloccò la via d'uscita.
-Dove stai andando? -
Mi voltai leggermente per non fargli vedere la mia lingua. Ero riuscita a nasconderglielo per due giorni, tanto valeva dirglielo quando avrei fatto anche l'altro.
-A fare un giro in centro con Brooke. -
-Perché hai finito così presto oggi? -
Mi voltai per fissarlo.
Mentre lo guardavo negli occhi, pensai a tutte quelle volte che dissi che era mio fratello, visto che mostrava al massimo venticinque anni.
- Non preoccuparti. Domani recupero. Ci vediamo dopo. -
Lo superai, mentre mi avvisava in lontananza di non tornare tardi.
Salì sulla mia auto e mi diressi verso il centro trafficato.
Avevo appena preso la patente e papà era ancora scettico di farmi andare in giro da sola.
Parcheggiai davanti al negozio e scesi dall'auto.
Brooke era già li, che mi aspettava appoggiata al vetro.
-Tuo padre ha visto quello alla lingua? -
-No, lo vedrà tutti e due oggi. Dai entriamo. -
-Ma non hai nemmeno preso un appuntamento. -
-Lo sai che Kellan ha una cotta per me. Basterà fargli gli occhi dolci. Problema risolto. -
-Se lo dici tu. -
Entrammo nel negozio apparentemente vuoto, e aspettammo un po prima che Kellan, il figlio del capo, si presentasse alla cassa.
Appena mi vide sembrò illuminarsi e ci sorrise calorosamente.
-Ciao ragazze. Problemi col piercing Avery? -
-No, come vedi è tutto apposto. -tirai fuori la lingua e lui deglutì.
-Ho bisogno di un piercing al naso. Tipo... ora. -
-Mi spiace Ver, ma senza appuntamento non possiamo fartelo. -
Non è che Kellan fosse brutto. Era carino, forse troppo ossuto e i capelli un pò unti, ma il suo quoziente intellettivo era troppo basso.
-Dai Kel, ci metti pochissimo. -sbattei le mie lunghe ciglia più volte, cercando di sfoggiare uno dei miei miglior sorrisi.
- Mio padre mi ucciderebbe. -
-Ti do il mio numero se vuoi. -
Esitò per un istante e poi acconsenti.
Feci l'occhiolino a Brooke che scosse la testa e seguì Kellan nel laboratorio.
Mentre preparava tutto il necessario mi venne in mente che anche papà aveva un piercing alla lingua. Mi raccontò che l'aveva fatto moltissimi anni fa ed ora non gli piaceva più, però non lo toglieva mai.
Forse avrebbe potuto capire, visto che lo aveva passato anche lui.
O forse no.
Fumava anche lui e stava per uccidermi quando scoprì che lo facevo anche io. Non andava bene a scuola e mi rimproverava sempre dicendomi che dovevo impegnarmi di più. Quindi forse non avrebbe capito.
Eravamo molto simili, e forse per questo spesso ci scontravamo.
-Cazzo Kellan! -
Solo in quel momento mi accorsi che mi aveva giá bucato il naso.
-Ha fatto un male cane! -
-Più di quello dell'altro ieri? -
-No... ma la mia soglia del dolore è molto bassa. Beh grazie. -
Mi guardai allo specchio compiaciuta e uscimmo.
-Ti piace? -chiesi a Brooke.
-Si, sembri un maialino, ma ok. -
La fulminai con lo sguardo e andai a pagare. Dovetti anche dargli il mio numero.
-Come la prenderà tuo padre? -
-Non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo. -
Ci salutammo e ognuno Salì nella sua auto.
Quando papà si arrabbiava,assomigliava lontanamente ad un orso grizzly a cui avevano ucciso i cuccioli.
Ma poi si calmava quasi subito, e dimenticava la questione in fretta.
Mentre parcheggiavo fuori dalla villa, sperai che anche questa volta sarebbe andata così.
Era ora di uccidere i cuccioli.
Papà era in cucina, si stava preparando un panino.
-Ehi papà. -
Si voltò e il sandwich si spiaccicò a terra.
-Che cazzo hai fatto? -
Si diceva che un orso grizzly riuscisse a rompere una palla da Bowling con la sola forza delle braccia.
L'orso non lo so, ma mio padre incazzato di sicuro ci riusciva.
Tirai fuori la lingua e lui spalancò gli occhi.
- Ma sei impazzita. -
Non dissi nulla e lui si arrabbiò ancora di più.
-Come hai potuto! Avresti dovuto dirmelo! Non puoi fare quello che vuoi? -
-Perché no? È il mio corpo, si che posso. -
-Si certo! Allora se un giorno ti dovessi vedere mezza morta con una siringa in vena dovrei restare zitto, tanto è "il tuo corpo"! -
Alzai un sopracciglio perplessa.
-Papà, stai paragonando un piercing alla droga. Ti sembra normale? -
-Sai cosa non è normale? -
-Cosa? -
-Tu! -
-Grazie tante. -
-Sei minorenne e rispetti le mie regole. Quando avrai diciotto anni potrai fare tutto quello che ti pare. -
-Anche mettermi una siringa in vena? -
Si zittì e pensai che i suoi occhi bastasserò per uccidermi.
Non ha colto l'ironia mi sa.
-Va in camera tua. -
-Stavo scherzando. -
-Non si può mai parlare seriamente con te. Allora meglio non parlare proprio. -
-Cristo è solo un piercing !-
-In camera tua ho detto! -urlò e potei quasi sentire i vetri della finestra tremare.
Girai i tacchi e andai in camera mia.
Poteva andare peggio, pensai.

//*

Eccomi qui, prima di quanto pensassi.
Il capitolo era giá Pronto, ma non ce la facevo più di farvi aspettare.
Che ne pensate di Avery? Quella bambina piccola e dolce che amava il rosa? Fatemi sapere 😙

Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora