6. Nelle mani di un Greenwood

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Travis Pov
Quando arrivai nella cantina, aprì la botola e mi lasciai andare sullo scivolo.
Arrivai nelle sotterranee della casa, buie e fredde come al solito.
Percorsi la piccola galleria prima di arrivare davanti alla porta della seconda cantina.
Quei passaggi segreti erano stati costruiti molto tempo fa da i nostri antenati. Catturevamo i vampiri e li torturevamo per ricavare informazioni utili.
Quel giorno, avevo preso Holland Saintcrown, una vampira a capo della banda dei Skagard. Da sempre in guerra contro di noi, gli stavamo cercando da mesi.
Immagino già il volto fiero di mio padre quando saprà chi ho trovato.
Non l'ho uccisa, anche se avrei voluto, ci serve viva. Mi limiterò a torturarla un po prima dell'arrivo di mio padre.
È stato difficile catturarla da solo. Aveva unghie appuntite e la forza di giocatore di pugilato.
Ma ce l'ho fatta, e so che sarò venerato per questo.
Entrai nella stanza con passo felpato, ma lei si accorse subito di me.
Mi ringhiò contro, scoprendo i suoi canini affilati.
Gli occhi rossi illuminavano la stanza buia.
Aveva dei lunghi capelli corvini che arrivavano fino al fondoschiena.
Era vestita tutta di nero, come me, i pantaloni attillati di pelle e gli stivali col tacco.
Era bassa e magra, nessuno avrebbe potuto credere che fosse a capo della peggior banda di vampiri in zona.
Accesi la luce al neon sopra le nostre teste e Holland emise un gemito animale travolta dal dolore. Chiuse gli occhi e si agitò inutilmente, provando a slegare inutilmente le catene al muro legate sui suoi polsi e le sue caviglie.
Riuscivo quasi a percepire il suo dolore, il Bruciore della luce sulla sua pelle candida.
Evidentemente, non era ricca. Solo chi aveva una buona disponibilità economica poteva subire uno degli interventi ormai di moda anti-luce.
Era uno degli esperimenti della famiglia nobile Fisher, che creava metodi nuovi per adeguare i vampiri agli umani.
Fisher... il preside aveva chiamato quella ragazzina impertinente, Avery, Fisher.
No, non poteva essere. Se fosse stata un vampiro me ne sarei sicuramente accorto. Ci sono centinaia di Fisher in tutta la Virginia, e la maggior parte sono umani.
La vampira di fronte a me mi sputò, evitandomi per un pelo.
Le sorrisi e mi tolsi i guanti neri senza dita. Appoggia la giacca di pelle sul tavolo li affianco e mi concentrati sul mio ostaggio.
-Lasciami andare pezzo di merda! -
Faceva fatica a parlare per via della luce abbagliante che colpiva il suo viso.
Accesi la lanterna e spensi la lampadina.
Tirò un sospiro di sollievo e mi fulminò con lo sguardo.
-Che cosa vuoi da me? Perché non mi hai ucciso? -
Mi avvicinai lentamente a lei. -Ci servì viva. Per ora. Se collaborerai, forse avrai qualche speranza di uscire da qui. -
Le rise dì gusto prima di tornare a guardarmi seriamente. -Conosco i Greenwood. Chi cade nelle loro mani non esce mai vivo. -
Già. Aveva ragione. Non avremmo mai lasciato libera Holland.
-Potrei fare un eccezione, per te. Se mi dirai il nome dell'assassino di Carl, non ti faremo nulla. -
Carl era il vice capo della nostra squadra di cacciatori ed il migliore amico di mio padre. Era rimasto catturato e ucciso due mesi fa da uno degli Skagard.
- Ma che vorrai mai fare tu! Sei solo un moccioso che pensa di poter giocare con le cose dei grandi! -
Ti faccio vedere io il moccioso, pensai prima di afferrare il coltello sul tavolo.
Prima che potesse dire qualsiasi altra cosa glielo infilzai nell'anca.
Spinsi piano e poco in profondità. Lei urlò e pianse di dolore. Mossi la lama facendo uscire il sangue a fiotti. Ma non potevo ucciderla.
-Ti tortureremo fino a farti sputare fuori la verità. -
Tirai fuori il coltello e lo lasciai cadere ai miei piedi.
-Non dirò nulla. Potessi morire. -singhiozzò.
-Bene. -
Mi allontanai verso il cassonettone adossato al muro alla ricerca della pinza.

Avery Pov
Avevo urgentemente bisogno di una pausa. Non stavo capendo più niente, tutti questi numeri mi mandavano in pappa il cervello.
Non avrei mai immaginato di poter avere così tanti compiti.
Sbuffai irritata chiudendo con forza il Quaderno di matematica.
Mi buttati sul letto e guardai il soffitto annoiata.
Papà non aveva preso molto bene la storia della sospensione.
Si era arrabbiato come al solito, ma ora che mancavano solo quindici ore al mio rientro nella St. Micheal si era calmato.
Mi alzai e andai verso il mio cassettone nero.
Aprì il bellissimo carion vintage che mi aveva regalato nonna. Apparteneva a mia madre.
Ogni volta mi incantavo a guardare la ballerina di plastica che girava a ritmo con la musica delicata e rilassante.
Aprì uno scomparto del carion e presi la mia scatolina di metallo maculata.
Quello era un ottimo nascondiglio per qualsiasi cosa, perché la cameriera non avrebbe mai guardato qualcosa in cui centrava la mamma.
Presi l'ultima canna rimasta e dopo aver acceso lo stereo l'accesi.
Aprì la finestra e mi sedetti sul balcone, ammirando il grande e il bel paesaggio che mi si presentava di fronte.
Vidi Klaus il maggiordomo che faceva uscire Mucca.
Il mio Pony stava invecchiando. Era il mio unico e migliore amico quando ero piccola. Ed ora invece è già tanto se andavo a trovarlo una volta al giorno.
Sospirai e finì la canna nelle note di Sweater weather in sottofondo.
Qualcuno bussò alla porta, e mi affrettai a coprire l'odore forte con lo spray per ambienti.
-Sono Frances signorina Fisher. -
Corsi ad aprire la porta sperando che non si fosse accorta di nulla.
-Tè alla fragola e biscotti. -
-Grazie. Entra pure. -
Aveva portato la merenda come tutti i pomeriggi.
Appoggiò il vassoio sul comodino affianco al letto e mi affrettai a portare alla bocca un delizioso biscotto alla panna fatto da lei.

Frances fece per andarsene, ma prima che potesse uscire la fermai

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Frances fece per andarsene, ma prima che potesse uscire la fermai. -Frances? -
Tornò indietro e mi guardò curiosa.
-Dimmi Avery. -
Feci un respiro profondo prima di farle la fatidica domanda.
-Volevo chiederti... una cosa riguardo a... a l'omicidio di mia madre. -
La sua faccia cambiò e si mosse agitata.
-Ver, sai bene che io non c'ero quel gio...-
-Si lo so, sei arrivata un mese dopo. Ma sai cosa è successo. -
- No Avery. -
-Si invece! Ho solo bisogno di una piccola informazione. -
-Avery... -
- Ti prego. Non dirò a nessuno che me lo hai detto. Frances ti supplico... -
Provai ad assumere il volto disperato che almeno con papà funzionava sempre.
Lei sospirò e chiuse gli occhi.
-Che cosa vuoi sapere? -
Sorrisi tra me. Sapevo che Frances mi avrebbe aiutato.
-Sai chi era l'assassina? -
-Una contessa. -
-Si Frances, so tutta la storia, doveva sposarsi con mio padre eccetera, ma voglio sapere il suo nome. -
Mi guardò stupita, ignara che nonna Scar mi avesse raccontato una parte della verità.
-Non lo so il suo nome. -
Per quanto fosse poco credibile, conoscevo Frances sin da piccola e sapevo quando Mentiva o meno.
-Sicura? Magari lo ha sentito nominare... Madison. Si chiamava Madison. -
Scosse la testa . -Non mi dice nulla. -
Sbuffai. Di certo papà non me lo avrebbe detto.
-Come posso sapere il suo cognome? Ci deve essere scritto da qualche parte. Qualcun'altro lo deve sapere. -
Lei ci pensò su per un attimo e dopo spalancò gli occhi.
-Forse c'è. La cameriera che operava prima di me. Non sono sicura che possa sapere il suo nome, ma ci sono buone probabilità che sia così. -
-E dove si trova? -
-Oh, non lo so. Quando se ne è andata era diretta a Glewiston, ma sono passati molti anni. -
-Come si chiamava? -
-Carly Holder. -
Quindi lei era l'unica che poteva sapere qualcosa di questa Madison.
Ma come avrei fatto a trovarla? Magari non era nemmeno più in questo stato.
-E perché vuoi saperlo?. -Chiese guardandomi con occhi dubbiosi.
-Pura curiosità. -
Mi guardò come a dire che non mi credeva affatto ma non mi avrebbe ostacolato.
Si alzò e prima di uscire si voltò a guardarmi.
-Ti consiglio di spruzzare altro spray per ambiente. - mi sorrise ed uscì dalla stanza.
Mi buttai sul letto in mezzo a tutti quei libri.
Dovevo sapere.
Dovevo trovare Carly Holder.

Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora