5. Una dolce punizione

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Travis Pov

Parcheggiai l'auto vicino Alla grande quercia del nostro giardino.
C'erano altre due macchine insolite di fronte a casa, e riconobbi subito quella di Ruben.
Sbuffai prima si scendere. Non avevo voglia di vederli, di parlare con nessuno di loro.
Appoggiai lo zaino a terra in cucina e andai nel salotto.
Papà e altri tre uomini stavano parlando fittemente seduti sul divano. Appena si accorsero di me si zittirono.
Odiavo queste riunioni. Erano noiose ed inutili.
-Ciao Travis. Come è andata a scuola? -
-Bene. -mentii.
Eravamo stati squalificati dalla partita perché non potevamo esibirci in quello stato, il coach era furioso con noi.
Quello stupido Scherzo aveva rovinato i piani di tutta la squadra. Chi lo aveva fatto evidentemente non sapeva delle conseguenze.
Come se non bastasse, più di metá della squadra è calva.
Ma non lo dissi a papà. A lui non interessava niente del basket, non gli interessava il fatto che mi avessero già offerto una borsa di studio per il college. Non sarei mai diventato un cestista proffesionista, era solo u n passatempo, una copertura. Non era quello il mio destino.
-Siediti. -
Avanzai lentamente vicino al suo fianco, rigirando tra le mani nella tasca il rossetto nero che avevo trovato nel lavandino.
-Prima che arrivassi, stavamo parlando con gli altri del massacro del Virginia's Blood. -
Il Virginia's Blood era uno dei tanti locali per vampiri nascosti che c'erano nel paese.
Lo scorso mese siamo entrati nel pub e abbiamo ucciso un paio di vampiri. Ne sono rimasti uccisi due dei nostri, mentre altri sono rimasti feriti. È stato uno dei più grandi attacchi negli ultimi anni. Sessanta vampiri in pochi minuti.
Essere un Greenwood è un rischio. La più potente famiglia di cacciatori di vampiri, da anni la migliore, sta portando avanti la generazione da sempre ed io sono l'ultimo. Nessuno sa chi sono veramente, mi conosco solo per il mio ruolo di leader della squadra, ignorando la Potenza del sangue assassino che mi scorre nelle vene. -Sembra proprio che un Sizemore sia rimasto ucciso quella notte. -
I Sizemore era una delle tante famiglie reali di vampiri.
- Il conte Adam ci sta cercando. Ha recapitato una lettera a Ruben. -Disse indicando mio zio. -Dove lo minacciava e dichiarava guerra. Dobbiamo stare allerta, e agire solo quando ve lo dico io, chiaro? -tutti annuirono.
I vampiri reali erano i più pericolosi. Erano forti e potenti, abili cacciatori come noi.
Il telefono squillò nella mia tasca.
Mi guardarono tutti contrariati.
Durante le riunioni era proibito lasciare il cellulare acceso.
Uscì dal salotto per vedere chi fosse.
Quando lessi sul Display il suo nome alzai gli occhi al cielo.
Indeciso se rispondere o meno, schacciai il pulsante verde.
-Ehi Kat. -
-Ciao amore. Che stai facendo? -
Non riesco ancora a spiegarmi il fatto di essermi messo con lei.
Non ho mai avuto una ragazza fino ad ora, perché averne una quando potevo averle tutte? Però dovevo coprire il vero Travis, ed era un cliché che il leader della squadra stesse con la capo cheerleader.
-Sto studiando. -
Non mi avrebbe mai creduto. Non studiavo mai.
-Ti va di vederci? Ho casa libera.-già vederla a scuola era stressante, figuriamoci nel tempo libero.
-D'accordo, arrivo. -riattaccai e diedi un'occhiata al salotto.
Non mi andava di ascoltare quelle chiacchiere fastidiose. E per quanto non sopportassi Katniss, in questo momento avevo proprio bisogno di una bella scopata.

Avery pov
Quel giorno tutti parlavano dello scherzo straccetti.
Era diventato un ricordo, qualcosa che sarebbe rimasto nella storia del St. Micheal.
Mi sentivo orgogliosa, anche se nessuno sapeva che ero io la mente di tutto ciò.
Roscoe aveva paura, era sicuro che lo avrebbero ammazzato di botte, ma cercai più volte di spiegargli inutilmente che nessuno immaginava potesse essere lui.
-Sei diventata la stella della St. Michael. -
Disse Roscoe mentre aprivo il mio armadietto per prendere i libri di spagnolo.
-Peccato che nessuno lo sappia. -
-Mmh... qui le cose si vengono sempre a sapere. -
-Che cos' hai adesso? -
-Letteratura.
Ci vediamo a pranzo? -
Annuì e salutai Roscoe prima di dirigermi nella mia aula.
Ero l'ultima, e presi posto nel'ultimo banco libero vicino alla cattedra.
Sul banco bianco spiccava il cilindro nero e argento firmato Max Factory.
Il mio rossetto.
-Chi lo ha messo? -Chiesi alla ragazza al mio fianco indicando il rossetto.
Lei fece spallucce distogliendo lo sguardo. Era evidente che lo sapesse, chi lo aveva portato doveva essere appena uscito.
Quando la professoressa entrò dimenticai l'accaduto e provai a concentrarmi.
Dopo mezz'ora di lezioni incomprensibile la segretaria entrò nella classe e disse il mio cognome.
-Sei attesa nell'ufficio del preside. -
O merda. Ecco, quinto giorno di scuola e già espulsa.
Papà mi avrebbe ucciso.
Mi alzai e la seguì all'ultimo piano.
Giravo nervosa una ciocca di capelli intorno al dito mentre percorrevo il corridoio per l'inferno.
La segreteria bussò e mi fece cenno di entrare.
L'ufficio di Mr.Erwin era piccolo ed elegante. Sembrava più un ufficio di uno psicologo, forse per i colori scuri, ma non era quello che mi fece paura.
Erwin mi fissava impassibile dietro il suo completo nero.
E, cosa peggiore, non era solo.
Seduto di fronte a lui c'era Travis Greenwood.
Mi fissava con un cipiglio divertito, i capelli leggermente spettinati. Perché lui aveva ancora i capelli? Gli altri giocatori avevano usato lo "Shampoo" e la loro pelata splendeva sotto le luci delle aule.
Era lui che aveva messo il rossetto. Era un avvertimento, un anteprima di quello che sarebbe successo.
Avevo lasciate delle prove, da vera stupida.
-Si sieda pure signorina Fisher. -
Presi posto al fianco dello stronzo e subito l'odore metallico del sangue mischiato con quello speziato della sua pelle mi mandarono in estasi.
-Sa perché è qui? -
-No? -
Lui sospirò e cominciò a camminare avanti e indietro.
- Io non ammetto atti di bullismo nella mia scuola. Si rende conto di quello che ha causato con lo scherzo che ha creato? I Madmonster non parteciperanno alla prossima partita la prossima settimana e questo solo per colpa sua. So che è nuova e non è mai stata in una scuola prima d'ora, ma queste sono le regole e se ha intenzione di non rispettarle, può anche andarsene. -
-Non ha prove contro di me. -
-Ne ho abbastanza. - disse lanciando uno sguardo a Travis.
-D'accordo. Lo ammetto. Sono stata io. -
Travis sorrise soddisfatto.
- Ma se lo ho fatto c'è un motivo. Il bullismo c'era molto prima che arrivassi io, signore. Travis Greenwood, ha tirato un hot dog in faccia ad Avery Roscoe e ha imbrattato il suo armadietto di urina. E questo non è niente. Senza contare l'effetto psicologico. Perciò, non sono io l'unica cattiva qui. La legge è uguale per tutti no? Può chiedere a Roscoe e a Brooke Smith. Io ho due testimoni. Veda lei cosa fare. -
L'uomo mi scrutò a lungo. Poi sospirò e si lasciò cadere Sulla sedia.
- Oggi alla fine delle lezioni, rimarrai a pulire la palestra. -
Poteva andare peggio, pensai.
-E sei sospesa per tre giorni. -
Ma che ingiustizia! Gli ho appena detto che il tipo qui al mio fianco ha maltrattato Roscoe e lui non fa nulla?!
Travis era davvero felice, il suo viso fiero mi faceva incazzare.
-E tu. - Disse puntando il dito contro Travis. -Ti fermerai con lei a pulire. -
-Cosa? -dicemmo assieme increduli.
-E io cosa centro? Non sono io che ho riempito gli shampoo di crema depilatoria! -
Lo fulminai con lo sguardo e lui fece altrettanto.
-entrambi avete fatto cose inamissibili. Non voglio sentire altro. -
Uscimmo silenziosamente dall'ufficio, e quando fummo abbastanza distanti, lo attaccai.
- Lo sai? Sei proprio un codardo. Hai fatto la spia come uno stupido. -
-Per favore. Sei tu che non sai fare uno scherzo. Te lo Sei meritato. La prossima volta ci penserai due volte prima di provocare un Madmonster. - Disse avvicinandosi pericolosamente.
Gli posai una mano sul petto marmoreo per allontanarlo.
- Ma sentilo! Madmonster, che nome idiota. E tu ci penserai due volte prima di prendertela con gli innocenti. -
Lui rise avvicinandosi ancora.
-Volevi difendere il tuo amico? Chi porta i panta Loni fra i due? Devi capire chi comanda in questa scuola. -
Alzai gli occhi al cielo e risi.
- Non ho tempo da perdere con i montanti come te. A dopo. - Lo sorpassai sfiorandogli la spalla.
Ero furiosa. Per colpa di quel troglodita ero costretta a pulire i cessi dei suoi amici. E per giunta con la sua graditissima compagnia!
-Ti accompagno a casa? - mi chiese Brooke quando anche l'ultima campanella suonò.
Tutti gli studenti si diressero verso l'uscita. Tutti tranne io.
- No.Devo pulire la palestra con Greenwood. Ah, e sono sospesa. -
-Cosa?! Ti hanno scoperta? -
-Già. Non fa niente. Ho bisogno di un po di ferie. -
Lei rise e dopo avermi salutata uscì con tutti gli altri.
Sbuffai e mi diressi verso la palestra.
Vicino alla porta la bidella aveva già messo tutto il necessario.
Le cheerleader avevano ritardato gli allenamenti e stavano entrando negli spogliatoi.
Travis era già li, e stava limonando con Katniss-culo-perfetto.
La stringeva a se toccandola dappertutto, e pensai che avrei davvero vomitato.
Sbuffai quando notai che ci stavano mettendo troppo, ed io avevo di meglio da fare che guardare un porno amatoriale.
Presi la scopa e il panno bagnato e passai in mezzo ai fidanzatini, costringendoli a separarsi.
-Scusate. -
-Amore andiamo, la bidella deve pulire. -
Disse Katniss Donovan sorridendo malvagia.
Lui sospirò e le sussurrò qualcosa all'orecchio allontanandosi.
-Sono in punizione per una cazzata. Devo pulire la palestra. -
-Con lei?! -
-Si. Una cazzata. Ci vediamo domani, ok? -
Lei sbuffò e poi gli sorrise.
-Ok. -
Si baciarono ancora senza scrupoli e quando se ne andò le palpó il culo facendola ridacchiare.
Feci un verso disgustato e scossi la testa provando a cancellare la scena appena vista.
Presi spugna e detersivo e li porsi a lui.
- Io finisco il pavimento della palestra. Tu occupati dei cessi. -
-Non mi metterò mai a pulire i cessi. Questo si addice più a te. Faccio io la palestra. -
Disse provando a prendere la scopa che tenevo ben stretta tra le mani.
- Non ho intenzione di pulire la tua merda. Faccio io qui. -
Lui tirò facendomi sbandare ma non mollai la presa.
- No, faccio io. -
-Faccio io! -
Prese il detersivo e me lo spruzzò più volte sulla maglia e fra i capelli.
Lasciai andare la scopa e mi allontanai esterefatta.
- Ma sei idiota?! -
Rise e notai ancora quella fossetta che la prima volta mi aveva incantato.

Mentre si allontanava e spazzava per tutta la palestra, il mio occhio cadde inevitabilmente nel suo sedere

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Mentre si allontanava e spazzava per tutta la palestra, il mio occhio cadde inevitabilmente nel suo sedere.
Un bel sedere, per giunta.
Ora capivo perché stava bene con la cheerleader. La coppia dei bei culi.
-Hai intenzione di continuare a spogliarmi con gli occhi, o vuoi iniziare a pulire i cessi? Su su! -
Presi in considerazione l'idea di succhiargli tutto il sangue del suo corpo, e andai nello spogliatoio maschile perché quello femminile era ancora pieno di oche intente a cambiarsi.
Pulì i lavandini, stando ben distante dalla zona Water, e quando uscì Travis Stava palleggiando in mezzo al campo.
Tiró la palla e fece canestro.
- Ma che diavolo stai facendo?! -
Mi sorrise sfacciato e continuò ad ignorarmi.
Mi avvicinai e misi le mani sui fianco guardandolo male.
-Senti. Smettila di perdere tempo e aiutami. -
Continuò a palleggiare come se fosse la cosa più normale del mondo.
- Non ricordo il tuo nome. -
-Non te l'ho mai detto. E non ho intenzione di farlo. -
Mi lanciò la palla e riuscì a prenderla al volo.
-Volemi colpirmi come l'altra volta? -
Mi avvicinai e misi tutta la forza nelle mie mani per colpirlo con la palla.
Lui riuscì a prenderla e sorrise soddisfatto.
- Mi dispiace. Non l'ho fatto apposta. -
-Vaffanculo. -
Me La rilanciò più piano e iniziai a palleggiare come faceva lui prima.
-Facciamo così. Se riesci a fare canestro, i cessi li pulisco io. -
-E se non lo faccio? -
-Lo fai tu. -
Risi alzando un sopracciglio. -Ti piacciono le sfide eh? -
Sorrise maliziosamente. - Non immagini quanto. -
Annuì pensandoci su. -Bene, perché piacciono anche a me. -iniziai a correre palleggiando la palla nella direzione del canestro, e Travis si mise subito di fronte A me per impedirmi di continuare.
Mi tenevo la palla stretta al petto mentre cercavo di superare il Muro umano di fronte a me.
Ho sempre avuto un debole per i ragazzi alti, forse perché non sono proprio una nana, e ritrovarmi per la prima volta un gigante simile così vicino è strano. - Non la vedi abbracciare quella palla. La devi palleggiare. -
-Lo so! Ma tu me la rubi se no. -
Il suo corpo era così vicino al mio che l'unica cosa che ci separava era la palla.
Quando provavo a tirare saltava e i miei occhi scesero sulla t-shirt che si alzava lasciando intravedere la pelle esposta della pancia.
-Ehi. -mi richiamò e fui colpita dallo sguardo penetrante del suo sguardo.
- Ma sconcentrarsi in campo. -
Mi prese la palla e corse dalla parte opposta, io lo raggiunsi e mi piazzai di fronte a lui, provando inutilmente a rubargli la palla.
Mi sporsi per prendergliela ed inciampiai tra le sue gambe.
La palla volò lontano ed io e lui caddemmo insieme sul pavimento di legno.
Ansimammo per la corsa appena fatta.
Il suo corpo aveva attutito la caduta, ed ero atterrata sul suo fisico possente.
Era... comodo, in un certo senso.
I suoi occhi neri non provarono nemmeno a staccarsi dai miei per un secondo.
Mi sentivo a disagio, quella posizione con un ragazzo l'avevo presa molto tempo fa e non in una semplice partita di basket.
Diventai paonazza quando mi resi conto di quello che avevo appena pensato.
Le nostre gambe erano intrecciate e il mio corpo così premuto contro il suo sembrava una cosa sola.
La mia schiena fu attaversata da degli strani brividi.
I suoi occhi mi mettevano suggezzione e il suo respiro caldo colpiva la mia guancia facendomi deglutire.
-Avery. Mi chiamo Avery. -Sussurrai sulla sua bocca.

Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora