14. L'assalto

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Finite le lezioni pomeridiane, non tornai immediatamente a casa.
Quella giornata era stata lunga e impegnativa, e non avevo avuto nemmeno un minuto per nutrirmi, visto che dovevo recupero tutti i compiti saltati per la sospensione.
Ero così affamata che vedevo tutti i miei compagni come succose bistecche con l'osso.
Ero debole e anche se solitamente riuscivo a resistere più tempo senza bere di qualsiasi altro vampiro, la notte precedente avevo dormito poco pensando a come fare a cercare Carly Holden. Prima di mettermi alla guida e tornare a casa perciò, andai alla ricerca di un bagno Dove bere in santa pace, ma le bidelle stavano pulendo e non mi lasciarono nemmeno entrare.
-Quelli della palestra sono ancora aperti. -
Ringraziai la bidella e andai di corsi al piano inferiore.
Non avevo nemmeno le forze di tenere gli occhi aperti o di correre più veloce.
Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.
I bagni puzzolenti dello spogliatoio femminile fortunatamente erano ancora da pulire.
Mi chiuso all'interno e presi l'unica sacca di 0 positivo che mi ero portata da casa.
Il suo sapore metalicco mi scivoló lungo la gola come uno sciroppo e mi sentii immediatamente meglio.
Il mio corpo riacquistó le energie appena svuotai tutta la sacca di sangue.
Uscí dai bagni e mi lavai frettolosamente le mani.
Fu allora che sentii dei rumori rimbombanti provenire dalla palestra.
Sul campo da basket,  sudato e apparentemente stanco,  Travis faceva entrare ancora una volta la palla nel canestro.
Quando mi vide si fermò e mi raggiunse.
I capelli castani erano bagnati sulla fronte, e coprivano le due ciglia lunghe.
La maglia verde era appiccicata al suo addome.
Che ci fai ancora qui?- Mi chiese lasciandomi la palla che presi al volo.
Di certo non potevo dire ad un cacciatore di vampiri che ero andata a bere sangue in bagno.
-Dovevo andare in bagno e questi erano gli unici aperti. E tu? La tua maglia sembra stia chiedendo pietà. - Gli rilanciai la palla.
 mi sorrise e si guardò la t-shirt.
-Ma come. Alle donne piacciono gli uomini sudati. Fa molto maschio alfa.-
-Ehm...No. Fa molto "problema di ascellosi".-
Travis scoppió a ridere e ammisi che in realtà aveva ragione.
Quella visuale non mi dispiaceva affatto.
No,non pensarlo mai più.
Lui si avvicinò di più,  e mi maledissi per non aver comprato le mentine quella mattina.
Il mio alito doveva sapere abbondantemente fine sangue.
Se se ne fosse accorto era la mia fine. E non volevo  rischiare.
-Mmh...Io devo andare. -
Mi voltai velocemente, ma Travis mi fermó.
-Avery aspetta.-
-Mmh? - Chiesi con la bocca chiusa.
Un umano la sentiva bene ,quell' odore che dichiarava disgustoso.
-Ci ho pensato bene. Molto bene. Voglio aiutarti,a trovare quella vampira.-
-Cosa? Davvero?-
Mi portai immediatamente la mano davanti alla Bocca e Travis mi guardò confuso.
-Sì, beh...Sembra molto importante per te e se dovessi affrontare quei mostri da sola, probabilmente non ne usciresti viva. Voglio aiutarti.-
- É davvero stupendo! Grazie mille! Io...Io devo andare. Ci vediamo domani ok?-
Dissi a debita distanza.
Uscí velocemente dalla palestra senza lasciargli il tempo di chiedere altre spiegazioni.
Sorrisi.
Lui voleva aiutarmi.

Travis Pov
-Rick, hai preso tutto? Anche le nuove calibro? -
-Si,capo.-
Come ogni assalto, eravamo tutti molto agitati.
Sapevamo di essere forti, eravamo sicuri di noi, ma sotto sotto , avevamo paura anche noi.
Quella notte dovevamo fare un assedio in uno dei bar per vampiri fuori città.
Era poco conosciuto, un piccolo buco vicino alla campagna, dove si riunivano però vampiri di alta classe, quelli che ci interessavano, quelli che valevano.
Catturare o uccidere uno di loro era come vincere l'oro alle olimpiadi. I conti e i principi erano i più irraggiungibili, e quella era un'occasione che dovevamo cogliere al volo.
Presi il mio zaino nero e uscí fuori insieme a tutti gli altri.
Eravamo pochi, e quello era mio più grande timore. Non volevavo perdere altri compagni. Io salí nell'auto di mio padre e seguimmo Bradley, che conosceva bene la strada .
Ero nervoso, nonostante Quella non fosse la prima volta che facevamo una cosa del genere.
Avevo sempre paura di uscirne morto. Soprattutto con i vampiri di questo genere,  era molto rischioso. Mio padre invece, sembrava del tutto tranquillo. Non riuscivo a capire se quella fosse solo una corazza di vetro, una maschera. Infondo lui era il leader ed era suo compito apparire come tale. Quella volta, come ogni volta prima di un assalto, pregai mia madre.
Lo facevo spesso,in realtà.  Lei mi dava la forza di cui avevo bisogno. Forse era anche per lei che avevo deciso di aiutare quella strana ragazza, Avery. Sapevo cosa si provava a non avere un genitore, potevo capire la sua brama di vendetta. Infondo, io non ero molto da lei.
Mi persi troppo a lungo nei miei tristi pensieri, perché mi accorsi che eravamo arrivati.
Parcheggiamo le macchine in mezzo alla campagna, poco lontano dal bar . L'aria fredda  e umida entrava impertinente sotto i k-way neri. Stavo tremando, ma non per il freddo.
Seguimmo tutti mio padre reggendo i nostri fucili muniti di paletti di legno e fialette di Verbena. Non eravamo abbastanza preparati, avevo pensato. Papà ci aveva avvisato dell'attacco troppo tardi.
Il locale era come tutti i pub di vampiri nascosto fra le case popolari.
Si confondeva perfettamente, e per poco lo superammo.
Non c'era nessuno per strada, e questo andava in nostro favore.
Feci passare Mike che si mise a lavoro per aprire la porta. Era uno scassinatore provetto,  un ex ladro uscito di galera qualche anno fa, accusato di furto aggravato.
La porta si aprì con 'clic' impercettibile ed entrammo silenziosamente.
Dal piano inferiore proveniva la musica da cocktail, quasi inesistente Grazie alle spesse mura.
In fila indiana scendemmo le ripide scale di cemento.
La porta era aperta, e, nascosti nel buio, rimanemmo qualche minuti ad osservare le persone intorno a noi.
Era simile a l'ultimo bar che avevamo attaccato.
C'era molta gente intenta a bere e osservare lo spettacolo di ballo sul palco.
Non sapevo quello che dovevo fare, perciò quando mio padre ci diede il via ,feci quello che sapevo fare meglio: Sparare.
Sparai a quei mostri impauriti e colti di sorpresa senza pietà, piantando ad alcuni il paletto nel cuore. Alcuni vampiri cercarono di difendersi,  ma riuscí a scamparla. Le ballerine corsero via insieme alla maggior parte dei presenti che aveva deciso di non lottare. Quel giorno non erano le danzatrici che ci interessavano, non erano le donne, erano quei nobili con la puzza sotto il naso e con un sacco di soldi. I più difficili da ammazzare.
Bradley ,poco distante da me, stava lottando con uno degli animali e aveva urgentemente bisogno di aiuto.
Corsi da lui, scansando alla ben meglio gli altri vampiri.
Uno di loro mi diede una spallata facendo cadere a terra.
Non mi diede il tempo di rialzarmi che mi strinse le mani intorno al collo.
Doveva avere trent'anni, o almeno quella era l'età che dimostrava, ed era visibilmente incazzato.
Era dannatamente forte e pesante, non riuscivo a togliermelo di mezzo, e dovevo andare da Bradley subito.
Mi faceva male al collo, e quando mi mostrò le zanne capii che se non avrei reagito immediatamente il collo non lo avrei avuto più.
Riuscii ad afferrare il paletto di legno sul passante della mia cintura e glielo piantai sul petto.
Allentó la presa del mio collo e guardò sorpreso la grande macchia rossa che andava formandosi sulla sua camicia bianca.
Mi lasció andare e crollò a terra con sguardo dolorante.
Mi alzai velocemente, senza pensare al fatto che avevo sbagliato la mira e non lo avevo colpito al cuore.
Bradley non c'era più, e sentii in lontananza la voce di mio padre .
-Fuori! Tutti fuori!-
Prima che qualche altro vampiro mi attaccasse raggiunsi i miei compagni all'entrata.
Corremmo fuori seguito da qualche vampiro poco contento per quello che era successo.
Le macchine erano vicine, ma mi accorsi solo allora che non eravamo tutti.
Bradley non era con noi.

Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora