3. Tempi duri per Roscoe

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Sapevo a malapena dell'esistenza della sveglia nel mio cellulare, prima di questa mattina.
Ovviamente le note alte della canzone non mi hanno svegliata, e la cameriera Frances è venuta a svegliarmi.
Erano le sette e mezza quando scesi dal letto e mi resi realmente conto di quello che mi aspettava per i prossimi mesi.
I miei capelli erano indomabili e essendo già in ritardo feci una treccia, tragicamente molle per colpa del mio stato ancora incosciente. Indossai dei leggins neri e una felpa blu.
Tirai su il cappuccio e scesi le scale mentre indossavo gli anfibi.
Ero sull'atrio quando la voce acuta di mio papà mi fece sussultare.
-Buongiorno! -
Era in cucina, da cui proveniva un leggero profumo di pancetta fritta.
Sorrisi tra me e me quando mise su un piatto una porzione enorme di uova, pancetta e pane tostato.
Dopo la morte di mamma mi preparava la sua "colazione da campioni " ogni mattina e la mangevamo insieme. Le cose poi cambiarono, lui smise di preparmi le uova e io smisi di fare colazione.
Mi porse il piatto fumante e si sedette di fronte a me.
-Ci vuole una buona colazione per affrontare una dura giornata. -
-se pensi che questo basterà a perdonarti... -presi un pezzo della pancetta. Era così saporita, così grassa sulla mia lingua che non riuscì a trattenere un gemito. -Beh... hai ragione. -
Lui annuì soddisfatto.
-Ti accompagna Bennet -
Bennet era il nostro autista da una vita.
- Non serve. Mi passa a prendere Brooke. -
Finì tutto il mio piatto e mi alzai.
Quando mi specchiai nello specchio dell'atrio, notai orribilmente che ero un mostro.
Avevo gli occhi rossi e assonnati, la pelle gialla e i capelli spettinati.
Rifeci la treccia e passai un pó di matita (ok, è un eufemismo. Passai la matita su tutto l'occhio effetto panda)e il mascara.
Il rumore del clacson rotto dell'auto di Brooke mi risvegliò e salutai papà mentre uscivo.
-Pronta per il tuo primo giorno di scuola? -
-No. -
-Vedrai ti piacerà. -
Non ne ero sicura. Già il fatto di dovermi alzare ogni giorno a quell'ora indecente mi sembrava un ottimo motivo per cui non dovesse piacermi.
Brooke parcheggiò nel grande parcheggio della St. Micheal High School e uscimmo dall'auto.
La scuola era bella e grande, molto moderna e piena zeppa di studenti. Ci allontanammo dal parcheggio verso l'entrata.
-Devo andare in segreteria a prendere gli orari. -
Brooke mi disse di seguirla lungo il corridoio del primo piano, dove la segretaria di nome Rose mi porse il foglio bianco.
Brooke guardò il foglio e sorrise.
-Bene, abbiamo quasi tutte le lezioni insieme. Andiamo, la prima è di matematica. -
La mia faccia fece una brutta smorfia quando disse quella cosa innominabile.
Come iniziare al meglio la giornata.
Mi sedetti vicino a Brooke al primo banco, ovviamente.
Gli altri mi osservavano incuriositi, bisbigliando tra di loro ignorando il mio udito super sensibile.

"È caduta con la faccia sul trucco?"
"Trucco? Sembra un panda "

"Cazzo ci mancava la darkettona."

"È più bianca di un cadavere. La parola fondotinta non le dice niente? "

Fortunatamente nell'aula entrò quello che doveva essere Mr. Tobbing.
Appoggiò la sua valigetta di cuoio sulla scrivania e si sedette sulla sedia girevole.
Gli occhiali dalla montatura spessa gli cadevano in continuazione.
Aveva pochi capelli e la testa rotonda come una palla.
Scrisse qualcosa sul registro e poi fece l'appello.
Quando arrivò a me, alzò lo sguardo e mi scrutò con i suoi occhietti da topo.
-Benvenuta alla St. Micheal, Avery Fisher. -
Ero così felice che non mi chiese di alzarmi e presentarmi alla classe che tirai in sospiro di sollievo.
Poi mi resi conto che loro erano molto più avanti di me col programma ed io ero letteralmente nella merda.
Quando mi chiamò alla lavagna, deglutì e mi avvicinai lentamente.
Quello che vedevo era solo una sequenza di lettere che mi chiesi se per caso in realtà stessimo facendo grammatica.
Mi guardavano tutti in silenzio,ed io desiderai di sparire. In confronto a tutto questo, adoravo Mr. March.
- Non lo so fare. - dissi dopo un po. -Dove sei arrivata col programma? E adesso che avrei detto? Non sapevo nemmeno quello che studiavo con March.
Di certo non potevo dire tabelline.
Qualcuno ascoltò le mie preghiere, e la Campanella suonò.
-Brooke non so fare un cavolo. -
Le dissi mentre ci allontanavamo verso la classe di biologia.
- Non preoccuparti, ti aiuterò a recuperare. Ti faccio vedere dov'è il tuo armedietto. -
Era molto lontano dalla classe di biologia, e ovviamente, arrivai in ritardo.
Brooke non era con me, e feci un respiro profondo prima di entrare. Tutti si zittirono e puntarono i loro occhi profondi su di me.
-Tu sei? - il professore seduto alla scrivania mi fissò con aria arrogante.
Era un bel uomo sulla quarantina, ma il suo ghigno sulla faccia bastava per fare passare in secondo piano la sua bellezza.
-Avery Fisher. -
-Ah. La nuova. Sei in ritardo. I tuoi compagni ti spiegheranno cosa succede chi arriva in ritardo alla mia ora. Visto che sei nuova questa volta non conta. Che non si ripeta più Fisher. Ora siediti. -
Merda. Datemi March.
Cercai in fretta una sedia vuota e la trovai nell'ultima fila.
Mi sedetti vicino ad un ragazzo, che non smise di guardarmi per tutta la lezione con i suoi grandi occhi verdi.
-Senti, hai molto da guardare?! -sussurrai per non farmi sentire da Mr. IENA RABBIOSA Gheller.
Il tipo com gli occhiali sussultò e poi mi sorrise mostrandomi il suo apparecchio ai denti.
-Anche io mio chiamo Avery. Avery Roscoe. -
Non avevo veramente capito cosa avesse detto, ero troppo concentrata a guardare la famiglia di brufoli sulla sua fronte.
-Sei di Virginia Beach? - Mi chiese lui.
-Che cosa fa Mr. Gheller se si arriva in ritardo? -
-Beh, dipende da chi arriva in ritardo. Se sei fortunata ti interroga, se sei sfortunata vai dritto in punizione. -
-Per un ritardo?! -
-Si. Perciò, almeno che tu non voglia pulire i cessi dello spogliatoio, ti consiglio di arrivare in classe almeno cinque minuti prima. -
Che palle. Maledetta quella volta che mi feci i piercing.
Mio papà mi odiava così tanto?
Le altre lezioni furono meno noiose e Roscoe(l'idea che avesse il mio stesso nome non mi andava giù )e Brooke erano sempre con me.
Entrammo nella enorme mensa, stavo morendo di fame ma non era cibo quello che volevo.
Prendemmo un vassoio e Brooke mi fece vedere come dovevo fare.
Presi un piatto di maccheroni al formaggio e la torta dì mele, poi seguì Brooke in uno dei pochi tavoli liberi.
Stavamo parlando di quanto odiassi questa vita, quando la voce acuta di Roscoe ci interruppe.
-Ehi, posso sedermi? -
Alzai gli occhi al cielo. Non era possibile che mi seguisse dappertutto.
- No. Non vedi che è occupato? -
Corrugò la fronte. -Da chi? -
-La mia amica immaginaria. -
Lui sorrise e si sedette vicino a me. -Tranquilla, sto cercando una ragazza. Magari ci flirto un pò. -
-A lei interessano le donne. -
-Aspetta che mi conosca. -
Sbuffai e tornai a mangiare il mio dolce.
-Bene, ti stavo dicendo. -Continuò Brooke. -Loro sono il gruppo di lettura.mangiano sempre insieme e non parlano con nessuno. Stanno sempre per i fatti loro. -Indicò un gruppo di ragazzi e ragazze che mangiavano in silenzio.
- il club di scienze. -indicò un tavolo alla nostra destra.
Una ragazza passò davanti a noi intercettando la mia visuale.
Era alta e bella, aveva dei lunghi capelli neri e labbra carnose. Era così bella che per quei cinque secondi in cui la vidi credetti di essere diventata lesbica.
Si, era in assoluto la ragazza più sexy che avessi mai visto. Indossava un completo da cheerleader blu e bianco, la gonna era cortissima e lasciava poco all'immaginazione. Il top attillato e corto evidenziava il seno prosperoso e la pancia piatta.
Aveva un piercing all' ombelico e camminava sicura di se verso un tavolo pieno di Cheerleader e ragazzi.
-Lei è il sogno erotico di tutti i ragazzi e ragazze. -Disse Roscoe indicandola. -Katniss Donovan. La perfida e bellissima capo cheerleader. -
-E troia. -aggiunse Brooke.
-non è troia. -
-Sveglia! Si è ripassata tutta la squadra di basket! -
-A me non ha ancora ripassato. -
-Non ci sperare. -
La ragazza si sedette affianco ad un ragazzo di Spalle, indossava la maglietta della sua squadra e Cinse in un abbraccio Katniss.
-Lui è Travis Greenwood. Il leader della squadra di basket. E ovviamente fidanzato con lei. -
-Che noioso cliché. - Dissi disgustata.
La squadra si alzò, e dopo aver svuotato i loro vassoi vennero da questa parte verso l'uscita.
Erano tutti dei giganti e tutti molto appetibili.
Le ragazze sculettavano nei loro completi striminziti e i giocatori le guardavano come se volessero scoparle li sul posto.
Quando furono vicini, spalancai gli occhi e per poco non sputai il mio succo d'arancia.
Il ragazzo che stava aspirando le tonsille di Katniss, Travis Green qualcosa, era quella che mi aveva colpito alla testa con la palla da basket alla festa.
Era ancora bello come ricordavo, l'addome e le spalle large ancora più evidenti con quella canottiera.
Camminavano avvinghiati, lui con una mano sul suo sedere e lei con la testa sulla sua spalla.
Quando arrivarono sul nostro tavolo lui si fermò, facendo fermare anche tutti gli altri.
Travis scompligiò i Capelli di Roscoe con la sua mano, mentre i suoi compagni non smettevano di ridere.
-Ehi frocietto, il compito di scienze era perfetto. Ora aspetto quello di biologia ok? Ti aspetta un bel ringraziamento nel tuo armadietto, e no, non si tratta di mie foto nude. Tieni, succhiati questo. - prese l'hot dog che gli porgeva il suo amico e glielo spiaccicò in faccia, sporcandolo di senape e ketchup.
Gli spettatori si lasciarono andare in una fragorosa risata.
Travis si pulì la mano sulla sua maglia nera di star wars e poi incrociò il suo sguardo col mio. Durò mezzo secondo, e tornò a guardare Roscoe.
-Voglio il compito alle due sul mio banco. Ciao frocietto. -
Se ne andarono ridendo fra di loro e in quel istante suonò la Campanella.
Andammo in bagno con Roscoe e lo aiutammo a togliere tutto quel casino dalla faccia.
- Non posso credere a ciò che ho visto. Perché non hai reagito Roscoe?! -
Dissi togliendogli un pezzo di wurstel tra i capelli.
-Sul serio? Se solo provassi a reagire l'hot dog me lo avrebbero messo da un'altra parte. È così che dev'essere. Loro sono i bulli ed io lo zimbello. -
-Che disustoso cliché. -
Ed io odiavo i cliché.
E odiavo i bulli.
E odiavo Travis.
Quando togliemmo tutto il cibo dalla sua faccia, corremmo subito sul suo armadietto.
I suoi quaderni erano stati strappati ed i fogli erano sparsi dappertutto.
C'era uno strano odore e fui costretta a tapparmi il naso.
Rosco prese in foglio appiccicato sul fondo e lo analizzò.
- Non ci posso credere! Ci hanno pisciato sopra! -
Lasciò andare il foglio e sbattè lo sportello dell'armadietto furioso.
-Da quanto tempo va avanti questa storia? -
Chiesi furiosa.
-Dal primo anno. -la sua voce tremava e pensai che fosse sul punto di scoppiare a piangere.
-Ehi Roscoe! Non devi mettere nessun compito sul suo banco. -
-Scherzi? Non mi hanno ancora riempito di botte, questo sarebbe un invito a farlo. -
-Questi stronzi vogliono la guerra? E guerra avranno. -
-Che vuoi fare Ver? - mi chiese Brooke preoccupata.
-I tempi duri sono finiti Roscoe. É ora di agire. -

Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora