9. Mare di notte

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-Aspetta, frena. Mi stai dicendo che vuoi cercare l'assassino di tua madre. -chiese Kir sorseggiando un sorso del suo ab negativo.
Avevo bisogno di parlare di quello che sapevo con qualcuno, era una questione molto discreta e, anche se Kirsten non lo era, lei era l'unica che in quel momento poteva ascoltarmi.
Quel pomeriggio era venuta a trovarmi, entrando ovviamente dalla finestra. Era venuta per provare a convincermi a uscire quella sera, ma quando le avevo raccontato le mie scoperte il discorso "feste" era passato in secondo piano.
-Si, esattamente. E come se tutto questo non fosse già un casino, nella mia scuola c'è un cacciatore. -
Kir sembrò pensarci su un attimo.
- Ne sei sicura? Poteva essere solo un tatuaggio strano. -
Scossi la testa, e dal quaderno di spagnolo presi un foglio dove avevo disegnato più o meno bene quello che avevo visto.
Kir smise di bere e sbiancò.
-Sei sicura che fosse così? -disse rigirandosi il foglio tra le mani.
-Certo. -
-Allora sei nella merda. Devi cambiare scuola. -
-Cosa? E perché dovrei? -
-Ver, questo è il marchio dei Greenwood! Sono i cacciatori più spietati di sempre. Uno di loro ha ucciso mio zio molti anni fa. Sono forti, davvero forti. -
-Noi siamo più forti di loro. -
-No, non dei Greenwood. Ti rendi conto che se viene a sapere che sei un vampiro di ucciderá! È probabile che già lo sappia e stia preparando la tua lenta tortura. -
Alzai gli occhi al cielo. Quel Travis non mi faceva paura, rimaneva sempre un pallone gonfiato.
Ma poteva tornarmi utile.
-Perciò, essendo un cacciatore, sa dove si trovano tutti i vampiri? -
-Perché me lo chiedi? -
-Così. -
- Non ti rispondo, perché so che hai qualcosa in mente e non sarà niente di buono. -
Non parlammo più del mio problema familiare, e alla fine riuscì a convincermi ad uscire.
Acettai solamente perchè non era una vera e proprio festa, ma un falò in spiaggia vicino a casa. Ci sarebbero state poche persone, e mi chiesi come saremmo potute in quel modo passare inosservate.
Dopo aver indossato i jeans neri e una felpa pesante, uscì di casa avvisando papà che ero in spiaggia. Sembrava restio a farmi uscire, ma gli dissi che sarei tornata presto e che ero vicina.
Kir mi aspettava nel retro, e mentre camminevamo verso la spiaggia, pensai che avrei potuto vestirmi meglio. Sperai che il buio coprisse il mio aspetto trasandato. Da lontano scorgemmo il falò, e la gente che ballava nelle note alte delle casse.
Non c'erano molte persone, ma abbastanza per far si che non ci notassero.
Come avevo predetto, le ragazze erano vestite divinamente, anche se non riuscivo a capire come facessero a stare solo con quelle minigonne in ottobre.
Mi tolsi le scarpe e affondati i piedi nella sabbia fresca, godendomi appieno la sensazione che mi trasmetteva.
Kir tornò da me con due bottiglie di birra ghiacchiate, e ci sedemmo vicino al fuoco per scaldarci.
Mi guardai intorno sorseggiando la mia bevanda, sperando di incrociare qualche volto conosciuto, ma quelle persone, che dovevano avere all'incirca la nostra età, non le avevo mai viste. Una coppia al mio fianco, si Stava dando da fare con lingua, mani e tutto il resto. Distolsi lo sguardo disgustata, e Kir mi tirò una gomitata facendomi cadere un po di birra a terra.
Tra le mani reggeva una canna malfatta, e mi sorrideva furba.
Gliela presi di mano e la portai alla bocca, ammirando incantata il paesaggio di fronte a me. Amavo venire qui di notte, preferibilmente da sola, e stendermi sulla sabbia ad ascoltare il rumore delle onde.
Da dietro gli scogli, due figure si avvicinarono mano nella mano.
Quando furono abbastanza vicini, li riconobbi all'istante.
Erano Katniss e Travis.
Lei, bella come al solito, indossava dei pantaloncini jeans a vita alta e una t-shirt così aderente da sembrare la su a seconda pelle. I folti capelli neri erano liberi e sciolti e oscillavano ad ogni suo passo.
Travis le circondava la vita, i capelli leggermente spettinati e una t-shirt verde erba lo rendevano ancora più... bello del solito.
Per poco non sputai la birra quando si avvicinarono al falò.
Salutò Tutti i suoi amici, poi afferrò una birra e ne prese un lungo sorso.
Volevo andarmene, speravo che non mi vedesse, che le fiamme del fuoco erano abbastanza per nascondermi.
Ma quando Katniss-culo-perfetto posò la sua birra a terra i nostri sguardi si incrociarono.
Mi voltai a parlare con Kir, avvisandola che il cacciatore-culo-perfetto si trovava a pochi metri da noi.
Con la coda dell'occhio notai Katniss sussurrare qualcosa all'orecchio di Travis, e lui puntò gli occhi sulla mia figura.
-Kirsten, io me ne vado. -
-Di gia? Tuo papà ha detto che potevi tornare più tardi. -
-Lo so ma... lui è qua! -
-E allora? -
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. Katniss e Travis stavano ballando poco distante. Si strusciavano come se non ci fosse nessuno, le loro mani si toccavano dappertutto e trasmettevano così tanta attrazione sessuale che riuscivo a sentirla persino io.
Si guardavano negli occhi e ridevano, quando lei si alzò sulle punte per sussurrargli qualcosa all'orecchio, lui mi vide.
Distolsi lo sguardo sulla spiaggia, maledicendomi per essermi fatta beccare ancora una volta.
Quando le loro bocche si unirono in un disgustoso bacio decisamente poco casto, mi alzai e mi diressi verso la spiaggia.
Faceva freddo, e mi strinsi meglio nella felpa.
Mi sedetti su uno scoglio lontano dagli sguardi altrui. Papà mi raccontava che quando ero piccola, lui e mamma venivano spesso qui di notte a parlare. Ed ora capivo il motivo. Riuscivo a sentirmi libera in quel mare aperto. Chiusi gli occhi e respirai il buon odore marino.
Avrei voluto anche io venire qui con lei. Raccontarle quello che stavo vivendo e come mi sentivo sola. Avrei voluto conoscerla e avere più ricordi. Spesso mi sentiv in colpa perché pian piano sta dimenticando le poche cose la mia mente aveva custodito. Avevo paura che prima o poi tutto sarebbe finito e l'unica cosa che mi sarebbe rimasta erano le foto.
-Cristo, mi hai fatto prendere un colpo. Pensavo fossi un fantasma. -
Sussultai quando sentì la voce di Travis.
Il colpo lo avevo preso anche, se era per quello.
Si avvicinò e si sedette al mio fianco, decisamente troppo al mio fianco.
C'era poca luce, ed era solo grazie al bagliore della luna che riuscivo a vedere i suoi occhi neri come la notte.
Il suo braccio scoperto sfiorava il mio, e anche se c'erano ben due strati di vestiti tra noi, riuscivo a sentire chiaramente i brividi che la sua pelle mi trasmetteva.
-Cosa ci fai qui? -
-e tu? -
-Te l'ho chiesto prima io. -
Sbuffai, perché per quanto fosse sexy era davvero irritante.
-Mi stavo annoiando e sono venuta qui a sentire il rumore delle onde che si infrangono sulle rocce. E tu? -sputai acida.
-Uguale. - disse alzando alle spalle.
Risi, perché di certo doveva essere più divertente stare con quella che guardare il mare di notte.
-Sul serio? Non mi sembravi così annoiato pochi minuti fa. -
Maledetta boccaccia. Non potevo restare zitta? Sperai che non capisse a cosa mi riferivo, ma dal suo sguardo curioso e il sorrisino furbo capì che ero stata sfortunata.
-Ehi, non prendertela con me se non avevi nulla da fare. Se vuoi possiamo combatterla insieme, la noia. -mi colpì la spalla con la sua facendomi vacillare.
Diventai rossa come un peperone e ringraziai l'oscurità.
Lo aveva detto davvero? E perché io non ero stata in grado di ribattere come facevo sempre.
-Sto scherzando! Non sei il mio tipo, tranquilla. E io non sono il tuo. -
-No, infatti. - risposi meccaniccamente.
Guardai la luna per non guardare lui, perché quando aveva detto quelle parole qualcosa di intenso si era spezzato.
-Perciò da quanto ho capito non ti piace la festa. -
-Non è un granché.E come se non bastasse sei arrivato tu, e già faccio fatica a sopportarti a scuola! -
Fece una risata che risultò finta e poi si fece subito serio.
-Vuoi che me ne vada? - sussurrò così piano che feci fatica a sentirlo.
Riuscivo a sentire lo sguardo intenso puntato sulla mia schiena e mi costrinsi a non voltarmi.
Feci spallucce incapace di dire altro.
La verità è che non lo sapevo nemmeno io.
-Sei un cacciatore di vampiri. -
Lui sussultò e Solo allora mi voltai a guardarlo.
Travus deglutì e si irrigidi.
Abbassò lo sguardo sulle punte delle sue scarpe e si passò una mano sulla mascella contratta.
-Come lo sai? -
-Il tatuaggio. -
Mi fissò, ed il suo sguardo era così penetrante che ebbi paura che scoprisse la verità, che ero un vampiro.
-Come fai a saperlo? -
-Mia madre è stata uccisa da un vampiro. Diciamo, che mi sono informata. -
E non era una bugia. Avevo detto una mezza verità e non avevo nessun motivo per sentirmi in colpa.
O no?
Era preoccupato, riuscivo a capirlo dal modo in cui si torturava le mani.
-Non devi dirlo a nessuno. -
Annuì distrattamente, perché la mia mente stava già escogitando qualcos'altro.
-Però... ho bisogno di un favore. -
Inarcò le sopracciglia e mi guardò dubbioso.
-Che genere di favore? -
-Travis? -
Entrambi ci voltammo verso la voce acuta di Katniss che si avvinava lentamente.
-Che ci fai qui? -
I suoi occhi sembravano trapassarmi come dei raggi laser.
-Nulla. Parlevamo. -
-Parlavate? - incrociò le braccia al petto e fulminò con lo sguardo anche il suo ragazzo.
-Si parlevamo. Non si può? -
-Voglio andare a casa. Mi porti a casa, perfavore? -
Lui annuì solamente e si alzò. La sua ragazza si avvicinò e si alzò sulle punte per sfiorargli le labbra in un bacio dolce.
Se ne andarono abbracciati, sussurrandosi parole dolci all'orecchio.
No, non ero decisamente il suo tipo.

Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora