-Un giorno ti spedirò dalla nonna per sempre, così la smetterai di andare alle feste di nascosto. -
Ignorai la battuta di papà mentre prendevo la valigia per raggiungere la fila di passeggeri.
Sarei arrivata in Iowa fra due ore, e non vedevo l'ora di rivedere tutti.
L'aereoporto era molto affollato, e per poco non persi di vista papà mentre mi mettevo in fila.
Non era la prima volta che viaggiavo da sola. La prima volta avevo quattordici anni e avevo litigato con papà, così prenotai un volo a sua insaputa. Quel giorno mi recai all' aeroporto di nascosto, e mentre stavo facendo il check-in vidi la figura di mio padre correremi incontro. Era spaventato e urlava il mio nome.
La prima cosa che pensai era di fare finta di non conoscerlo.
Poi però vidi i suoi occhi lucidi e preoccupati che mi cercavano dappertutto, allora alzai la mano e lo chiamai.
Tirò un sospiro di sollievo e vidi letteralmente i suoi nervi ammorbiditi.
Corse da me e strinse in un'abbraccio spezza ossa, mentre piangeva sui miei capelli.
Non avevo mai visto mio padre piangere, e solo in quel momento mi resi conto di cosa avevo fatto.
-Pensavo mi avessi lasciato. Pensavo di averti persa. Oh Avery... -
Lo strinsi a me e mi sentii veramente in colpa per averlo fatto preoccupare così tanto.
Aveva già subito una perdita dolorosa con la morte della mamma, non riusciva nemmeno ad immaginare di perdere anche me.
-Mi dispiace. -
-Non farmi più una cosa del genere. Stavo per morire. -
-Sarebbe stata la prova che non siamo immortali. -
Non disse nulla della mia battuta di pessimo gusto, e continuò a piangere sulla mia spalla.
-Papà sono qui. Non ti lascio. -
-No? -
-Ma certo che no. -
Alla fine, presi ugualmente quell'aereo da sola, rassicurandolo che sarei tornata dopo cinque giorni come al solito e che volevo solamente vedere la nonna.
È un padre possessivo, forse troppo, ma ora capisco il perché.
-E non provare a nasconderti in Iowa per evitare la scuola. Io ti troverò. -
Alzai gli occhi al cielo e ci stringemmo in un caloroso abbraccio.
-Chiamami appena arrivi. -
Cosa che dimenticavo ogni volta.
-Ti voglio bene Avery. -
-Anche io papà. -
La fila era già un Po avanti così avanzai per raggiungerli.
Mi voltai e salutai con la mano papà, che si allontanava piano verso l'uscita.Calum Pov
Vedere Avery prendere da sola quell'aereo era sempre un brutto colpo.
Avevo paura che si perdesse,che ci fosse un attacco terrorista, che l'aereo cadesse o chissà cos' altro.
Tornai a casa agitato come ogni volta che la vedevo partire.
Era cresciuta così in fretta... La piccola e ingenua Avery stava diventando una donna.
Quando arrivai a casa mi buttai sul letto e provai a riposare un po prima dell'inizio della festa organizzata da mio nonno.
Dopo undici anni il dolore per la perdita si sentiva ancora.
Riuscivo a non pensarci certo, ma lei tornava sempre nella mia mente.
La sogno spesso.
Ricordo ancora il nostro primo incontro.Roxenville 2016
Il nuovo appartamento era grande e accogliente.
Io e Dave stavamo ancora sistemando le nostre cose. C'era molto da fare e Shannon non si era fatta ancora vedere.
La zona era familiare e poco trafficata. Convivere con i miei fratelli sarebbe stato alquanto complicato.
Andavamo d'accordo, ma avevamo idee diverse.
Uscì dalla doccia e indossai dei pantaloni della tuta.
Il campanello suonò e sia io che Dave ci guardammo confusi.
Non poteva essere Shannon.
-Vai tu. -Disse Dave allontanandosi nella sua camera.
Sbuffai e aprì la porta.
La figura minuta davanti a me alzò la testa timida e puntò i suoi occhioni color nocciola sui miei.
Era così bassa(o forse ero io troppo alto) che mi arrivava a malapena al petto.
I suoi capelli biondi erano arruffati e le donavano un' aria buffa.
Le sue labbra rosse e carnose leggermente schiuse lasciavano intravedere i suoi due denti un pò sporgenti. Possibile che trovassi sexy dei denti a coniglio?
La sua pelle aveva un profumo buonissimo, ed anche il suo sangue sembrava invitante.
Indossava quella che sembrava un pigiama largo che lasciava molto all'immaginazione.
In Mano aveva un foglio strapazzato.
Guardava il mio addome e sembrava si fosse incantata.
Aveva qualcosa di molto famigliare.
-Si? - Le chiesi e tornò sulla terra.
Appena sentì la mia voce spalancò gli occhi e si immobilizò.
-Pronto? -
Non so che cavolo le era preso. Fissava i miei occhi come estasiata.
La richiamai ancora e finalmente si accorse di come mi stava guardando.
Arrosì e fui veramente stupito di poter vedere ancora una ragazza che arrossiva.
- Ma sei reale? -
-Cosa? -
Che diavolo di domanda era?!
-Ehm, no niente. -Alzai il sopracciglio e la guardai divertito. Mi piaceva il suo essere così impacciata.
Si mosse a disagio sul posto e mi prose un foglio.
-i o sono Winnie,abito qua di fronte, e Mr. Hamilton mi chiesto di consegnarvi lo schema delle pulizie delle scale. -
Winnie? Aveva detto Winnie?
No,non poteva essere.
Era un'altra. Doveva essere un'altra.
Eppure era esattamente come nella mia foto.
Presi il foglio esitante prima di abbasare nuovamente lo sguardo sui suoi occhi.
- Ah. Bene. Quindi da ciò che è scritto qui,dovrei pulire le scale il martedì...in che orari precisamente?-
-Ah, fa lo sesso. -
Che cosa?
Sembra che da quando ho aperto la porta abbia dimenticato l'alfabeto. -Fa lo stesso... stesso. -
Il suo volto paonazzo mi divertiva , ma mi trattenni dal ridere in faccia.
- Non credo di sapere gli orari per cui saremo disponibili per le pulizie.- dissi lentamente abbassando lo sguardo sul suo corpo.
- Per quanto riguarda il sesso invece, spero di essermi fatto un idea abbastanza chiara. -
Avampò, sembrava sul punto di spvenire.
- Non ne dubito. -
Se aveva dubbi, ero lieto di chiarirle le idee.
Vedendola troppo in difficoltà decisi di cambiare discorso.
-Beh, già che ci sei, ci servirebbe il numero dell'amministratore. -
-Si nessun problema, mi madre ce l'ha sicuramente. -
Quando chiusi la porta, rimasi un momento a pensare a quello che era appena successo.
Non poteva essere quella Winnie. Avrei dovuto stare lontano da lei.Avery pov
-Si papà... nessuna turbolenza... Mi manchi anche tu... No, non ti richiamo più tardi. Buona notte.-
Riattaccai e riportai l"attenzione al programma alla tv.
Ero arrivata due ore fa, e me ne stavo seduta sul comodo divano della nonna mentre preparava le lasagne.
Le faceva ogni volta che venivo io perché sapeva che le adoravo.
-Ver è pronto! -
Spensi la tv e corsi in cucina.
Gemetti quando sentì il buonissimo odore che usciva dal forno.
-Allora, finalmente andrai a scuola. -
Per conosolarmi presi un enorme pezzo di quella delizia.
-Già, che rottura. Pensavo che potresti convincerlo a cambiare idea. -
-Oh no tesoro, non contare su di me. -
-Ma nonna! -
-Lo sai che secondo me saresti dovuta andarci molto prima. -
Sbuffai. Solitamente era sempre dalla mia parte.
-Perché ti sei fatta quella roba al naso? È veramente brutto. -
-Nonna! -
-Cosa?! -
Mi raccontò che Evan aveva chiesto alla sua ragazza Meredith di sposarla. Era davvero felice per loro, stavano insieme da molto e lei era così dolce e premurosa.
Aiutai Scar a sistemare la cucina e poi ci buttamo sul divano a guardare Dancing with the stars.
Sul tavolino di vetro c'era una cornice argento con la foto di mamma quando aveva pochi anni.
La presi in mano dimenticandomi completamente il programma.
Nonna aveva tantissime foto sue nascoste infondo all'armadio. Mentre guardavo il suo viso paffuto e sorridente mi venne in mente una cosa.
La prima cosa che facevo quando venivo a Roxenville era andare al cimitero.
E quella volta me ne ero completamente dimenticata.
Non era mai successo, e mi sentivo estremamente in colpa.
-Cavoli! L'ho dimenticato! -
-Che cosa? -
-La mamma! Ho dimenticato di salutare la mamma! -
Ma come avevo fatto a scordarmi una cosa del genere?
-Dobbiamo andare da lei nonna. -
-Tesoro, è tardi. -
-Ma nonna! Capisci che l'ho dimenticato? -
-È chiuso il cimitero. Non preoccuparti. Domani mattina ti butterò giù dal letton alle sette per andare da lei. -
Mi calmai un po, ma ancora non riuscivo a spiegarmi come era possibile dimenticarsi della madre.
-Nonna? -
-Ver? -
Molto Probabilmente non avrebbe risposto.
Quando le chiedevo cosa era successo quel giorno cambiava discorso e si incupiva
Ma adesso volevo sapere, era un mio diritto.
-Com'è morta la mamma? -
La vidi serrare la mascella e sospirare.
- Nonna...-
-Lo sai già Avery. -
-No, non lo so. Non so cosa è successo veramente. -
-Si lo sai. È stata uccisa. Non parliamone più. -
Sapevo che parlare di lei le faceva male.
Ma io dovevo saperlo.
- Nonna ti prego! Non ho più cinque anni! Perché è stata accoltellata? Chi l'ha uccisa? -
Fece un lungo respiro e chiuse gli occhi.
-Quando tua madre era andata con te a Mouseek ville non stava con tuo padre. Lui era il promesso sposo di una vampira di Corte.
Tua madre ti ha portato da lui perché voleva che lo conoscessi, ma pian piano si sono innamorati. Lo sono sempre stati, in realtà. Si vedevano di nascosto,
Lui aveva deciso di andare contro la Corte di tuo nonno Ancien e volevo sposare Winnie, e andaresene via con voi. La futura sposa vampira, saputo che non avrebbe più avuto Calum al suo fianco e perciò anche l'eredità, presa dalla gelosia e dalla rabbia... fece quello che ha fatto. -
Rimasi a bocca aperta quando smise di raccontarmi quella orrenda storia.
Sembrava un film, una favola antica.
Non avrei mai immaginato che fosse questo il motivo della sua morte.
La gelosia aveva portato quella vampira ad un atto atroce.
-Come si chiamava lei? -
-Non ricordo... Madison qualcosa... -
Nessuna delle due disse più una parola su quello che era accaduto.
Le avevo chiesto se avevano cercato l'assassina ma nonna non rispose.
Lo presi come un no, e questo poteva significare che era ancora a piede libero.
Quando mi misi nel mio vecchio letto della mia stanza rosa accecante, non riuscì ad addormentarmi.
Una strana e pericolosa idea alloggiava nella mia mente.
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Vampire next door - Vendetta di sangue (SOSPESA)
Vampire~ULTIMO LIBRO DELLA TRILOGIA "VAMPIRE NEXT DOOR "~ Essere una mezzosangue non è facile. Avery, che non si sente ne umana e ne vampira, sta ancora cercando il suo posto nella società. Da sempre ritenuta fuori dagli schemi e alternativa, scoprirà un e...