4.

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Continuai a camminare nel vuoto per ore, guardando dritta davanti a me la strada che mi mancava
La testa mi girava e gli occhi pizzicavano dal trucco colato, non avevo il telefono dietro con me

for so long
we're so strong

Le parole di una canzone dei the King incominciarono a suonare inconsciamente nella mia testa, perché?
Perché avevo tenuto e nascosto i miei sentimenti per 4 anni e per colpa di mezza bottiglia di vodka avevo rovinato tutto?
Dovevo solo stare zitta, ecco.

Mi fermai e cambiai direzione, sarei tornata a casa.
L'unica cosa concreta che mi faceva restare a Los Angeles era Jack, il mio ex migliore amico. Avrei preparato una borsa e sarei andata da mia zia a Seattle, quel posto mi sarebbe mancato e anche tanto.
La nausea mi tornò al pensiero di abbandonare quella città, ma l'ha respinsi violentemente provocandomi un dolore alla gola allucinante

Passai per il 'ponte' e davanti a diversi bar; avevo urgentemente bisogno di una sigaretta e della nicotina.
Arrivai davanti a casa, la macchina di mia mamma non c'era ed io volevo solo pomiciare col letto caldo e morbido.

"Madison!" mi girai verso l'origine del suono e trovai Nate con dei jogging e una cannotta da basket; la sua pelle era stata ripetutamente incisa con del inchiostro creando magnifici disegni
"È tutta la notte che ti cerchiamo"

"Mi hai trovata puoi anche andare adesso"

"Senza di te no"

"Be ora devo preparare una valigia quindi vattene"

"Io resto e anche tu"

"Solo se hai una sigaretta"

"Ce l'ho ma non puoi fumare"

"Vaffanculo Nate" provai ad aprire la porta ma ovviamente era chiusa a chiave

"Chiusa fuori?"

"Non per molto" andai nel giardino sul retro e presi una scala nel vecchio sgabuzzino dei attrezzi, ossia una piccola casetta di legno mangiato quasi interamente dalle termini

Nate mi seguì

"Cazzo..." mi ero dimenticata che avevamo riffato il tetto perché stava cedendo e quando pioveva l'acqua entrava in casa

"Qualche problema?" chiese stronzo il ragazzo tatuato

"Si ci sei tu e mi stai dando fastidio!"

"Jack è al ponte"

"Ok"

"È preoccupato"

"Ok"

"Sei monosillabica?"

"No, sono innamorata della persona sbagliata"

"Perché?"

"L'ha smetti?!" gli sbraitai contro;
si avvicinò a me e prese in mano la scala di metallo ponendola a terra

"No finché non mi rispondi" disse calmo sistemandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio

"Solo se mi lasci fumare"

Ci pensò su e poi dalla tasca dei pantaloncini neri tirò fuori un pacchetto di sigarette ed un accendino
"Ecco" me le porse "Ora vieni con me"

"M-...!!"

"Un patto è un patto"

Sbuffai frustata; aveva vinto

"Sei pesante"

"No sono bellissimo"

"Viva la modestia!"

×××

"Dove stiamo andando?" chiesi a Nate per la millesima volta; eravamo in macchina da venti minuti
"Mi annoio"

"È una sorpresa e..." accese la radio e suonava Stiches di Mendes

"Lascia qui questa canzone è fantastica!!" gli dissi contenta; la voce di quel ragazzo era semplicemente angelica

"Ti piace il piccolo Mendes eh?"

"A me non piace io lo Amo con la A maiuscola, ci siamo intesi?"

"Oddio sei fantastica!!" disse ridendo come un pazzo "E...siamo anche arrivati" parcheggiò in un vialetto davanti ad una casa che sembrava un castello e si vedeva anche una piscina impiantata nel terreno

Scendemmo dalla sua macchina e ci incamminammo verso quella villa

"Cos'è questo posto?"

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