6.

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"Noi vi lasciamo soli eh..." i ragazzi se ne andarono via.

Eravamo solamente io e lui. Sentivo già le guance bagnate da calde lacrime. Era la prima volta che piangevo davanti a un ragazzo, davanti a Jack. Stavo male. Avevo ancora quel senso di nausea.

"Madison...i-" si stava avvicinando

"No! Stai lontano!" gli gridai contro

"È la prima volta che ti vedo-" lo interrompi

"Piangere?! Si Jack sto piangendo!"
"Mi sento uno schifo!" si avvicinò di più "Jack stammi lontano!"

Eravamo a pochi metri di distanza, pochi passi, pochi centimetri. Incominciai a tirargli dei pugni sul petto, inutili come un telefono senza wi-fi.

"Mad..." prese i miei polsi e li tenne fermi a fianco alla mia testa "Sta tranquilla amore mio" sussurrò

Strattonai i miei avambracci e mi allontanai un po'. Un singhiozzo scappò dal mio controllo, poi un piccolo gemito e un altro singhiozzo.

"Jack portami a casa, ora!"

"No Madison. Dimmi che cazzo sta succedendo?!" 

Misi una mano sullo stomaco, e l'altra sulla bocca. Stavo per vomitare, ancora. Non era mai stata così male. Corsi in bagno e mi piegai sulla tazza. Vomitai, di nuovo.

Jack mi tenne i capelli.

"Madison sei bulimica?" mi chiese mentre mi sciacquavo la bocca

Stetti zitta.

Non riuscivo a parlare.

"Rispondi"

Ero forse diventata bulimica?

Certo che no, non in una notte.

"Madison rispondi!"

"NON LO SO, CAZZO!"

"MADISON CHE CAZZO È SUCCESSO?!"

"NON URLARMI CONTRO!"

"CAZZO!" urlò prima di tirare un pugno al muro. Si tagliò le nocche, si passò una mano fra i capelli e poi si girò a guardarmi "Vieni"

Mi porse una mano, ma la rifiutai. Era un segno di debolezza e io non ero debole. Lo seguì in cucina.

Aprì il frigorifero e tirò fuori un piatto di riso freddo, mi passò una forchetta e sedette al lato opposto da dove ero io.

Mi sedetti sullo sgabello, guardai il piatto, guardai Jack.

"Davvero?"

"Mangia"

Presi in mano la forchetta di metallo.

Guardai di nuovo Jack.

"Mangia" ripeté

Feci la prima forchettata.

La ingoiai: non avevo fame, ma non avrei mai perso una sua sfida.

"Com'è?"

"Buono"

Seconda forchettata: non ce la facevo già più, ma non avrei abbandonato.

Terza forchettata: tutto il riso mangiato stava salendo sù per lo stomaco. Stavo per vomitare.

Jack mi guardava, ancora.

"Tutto bene?"

"Sì"

La testa incominciò a girarmi.

Quarta forchettata: mi sembrava veleno. Buttai violentemente la forchetta sul tavolo.

"Madison sei bulimica?" ripeté la domanda

Non risposi. Se aprivo la bocca, avrei vomitato.

"Madison rispondi"

"No"

"No cosa?"

"No, non sono bulimica"

"Allora mangia"

"Non ci riesco"

"Perché?"

"Non lo so!" gridai

Corsi di nuovo in bagno, stessa cosa di prima. Mi sciacquai la bocca.

Uscì dal bagno seguita dal mio miglior amico. Avevo bisogno di un abbraccio, ma non potevo. Dovevo farcela da sola, senza aiuto.

"Ragazzi!!"

Scesero dalle scale

"Mi accompagnate a casa?"

"No!" urlò Jack

"Per favore?" chiesi

"Madison questa notte stai qui" urlò ancora Jack

"Non mi dire quello che devo fare!"

"Madison stai qui" disse Nash tranquillo

"Nash non ti ci mettere anche tu!"

"Madison questa notte dormi qui" disse Nate

"Accompagnatemi a casa"

"Stai qui" disse serio Cam

"Cameron!"

"Dormi qui e basta Madison" disse duro Jack J.

"Cazzo! Ma ce l'avete con me?!"

"Dormirai nella stanza dei ospiti"

Nate mi prese il polso e tirò su per le scale, percorremmo due corridoi, poi mi fece entrare in una camera grossa quanto il mio salone.

"Là c'è il bagno" indicò una porta
"Se hai bisogno siamo nelle stanze affianco" disse prima di uscire dalla camera lasciandomi sola.

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