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La mattina dopo mi svegliai con un terribile mal di testa. Entrai in bagno, mi sciacquai la faccia e mi legai i capelli in una coda di cavallo. Jack era stato uno stronzo con me, mi stava facendo uscire fuori di testa cazzo!

Scesi in cucina. Perfetto, era vuota.

Mi riempì un bicchiere d'acqua naturale e mi sedetti sull'isola.

Guardai l'orologio appeso sul muro ed erano già le dieci. Strano, nessuno era in piedi. Di solito Cam, Jack e J erano già svegli e attivi.

Presi una barretta bio e la mangiai.

Ripensai alla cena della sera prima, dovevo assolutamente dimostrare ai ragazzi che non ero anoressica. Avevo saltato solo qualche pasto, non avevo mica ucciso qualcuno e poi sono cazzi miei se decido di mangiare o meno quindi i ragazzi, e soprattutto Jack, dovevano starne fuori.

Presa da un momento di fiducia verso me stessa, mi alzai e mi diressi velocemente alla camera di Jack. Ma mi fermai davanti alla porta.

Ti prego fa si che non sia nudo, e che non stia facendo sesso con qualche ragazza.

Però dalla camera non sentivo nessun rumore strano, quindi dopo aver valutato l'idea di entrare in camera aprii la porta. La luce era spenta ma dalle persiane socchiuse entrava un piccolo spiraglio di luce che lo colpiva in faccia. Ed era così bello.

Non aveva la maglietta e probabilmente neanche i pantaloni. Aveva il petto scoperto perché la coperta gli copriva dalla vita in giù.
Sembrava più giovane di quel che fosse mentre dormiva. E mi chiesi come avevo fatto a perdere il mio migliore amico, Jack. Non capivo, a me piaceva a lui piacevo perché non avrebbe dovuto funzionare?

Mi avvicinai piano, non volevo mica svegliarlo, avevo già conosciuto un Jack appena sveglio nervoso e non ci tenevo a rincontrarlo. Gli passai una mano tra i capelli scuri, erano davvero morbidi. Mi sedetti sul letto vicino a lui, e mi venne voglia di sdraiarmi accanto.

Così, col cuore in gola, mi stesi più piano possibile sul letto. E poi mi avvicinai a Jack. Chiudi gli occhi e mi beai per un secondo il torpore. In quella situazione di serenità mi sentì quasi in colpa per far preoccupare sempre di più quel fantastico ragazzo.

"Madison" disse Jack, e in quel momento avrei voluto tirami uno schiaffo in faccia. Jack si avvicinò ancora di più a me e mi cinse con il braccio il mio fianco. "Grazie per essere venuta" mi sussurrò all'orecchio. Chiusi gli occhi e mi riaddormentai di nuovo.

Non dormii per tanto tempo, probabilmente un paio d'ore anche perché era quasi ora di pranzo. Aprii gli
occhi e Jack non c'era, perfetto. Prima di scendere mi sciacquai la faccia e rifeci la coda di cavallo. In cucina c'erano tutti, mancavo solo io.

"Eccola qui la nostra ragazza preferita!" urlò Nate battendo le mani. Nash mi fece sedere in mezzo a lui e a G mettendo il braccio attorno alla mia spalla, che Jack spostò molto delicatamente evitando di mandare Nash a quel paese e sostituendolo com il suo. E Grier rise.

"Perché siete tutti così euforici? È successo qualcosa?" chiesi

"Nulla di particolare ma fuori c'è un sole che spacca la roccia e domani torna Carter!" disse felice Cameron

"Ma quindi domani sera c'è la festa al locale?"

"Esatto baby!" esclamò J "E tu verrai con noi!" continuò G

"Vi ripeto per milionesima volta che non voglio venire!"

"Shhhh" mi fece Nash con il dito che bastò a zittirmi. Sbuffai e appoggiai la testa sulla spalla di Jack.

La giornata era appena cominciata e io ero esausta, avevo anche fame. Che palle. Restai un attimo in silenzio.

"Ragazzi ho fame, mi preparate qualcosa?"

Mi guardarono increduli per poi fare un sorriso a trentadue denti.

"Certo piccola Mad! Subito!" fece Cameron entusiasta.

"Grazie mille Cam! Ma voi non mangiate? È ora di pranzo"

"Ci siamo svegliati mezz'ora fa e la colazione è stata il nostro pranzo" disse Nash. Annuì in risposta.

"Che piani avete per oggi?" chiese a tutti Nate.

"Io oggi mi vedo con Sammy, e probabilmente ci sarà anche Anastasia. Qualcuno vuole venire?" disse J

Così iniziarono a discutere e organizzarsi ma non ascoltai molto.

"Mad" mi sussurrò Jack "Ti devo parlare, dopo vieni su?"

"Va bene"

"Grazie mille" mi lasciò un piccolo bacio in fronte e iniziò a parlare con gli altri.

Io, invece, grazie a tre fottutissime parole entrai in uno stato d'ansia pazzesco. Avrei voluto mandare l'orologio avanti per scoprire cosa G voleva dirmi.

Dopo una decina di minuti Cameron mi portò il mio pranzo. Lo ringraziai tantissimo e guardai il piatto. Una semplice porzione di pasta in bianco.
Mi venne il dubbio se quella fosse stata davvero una buona idea, ma lo mangiai
tranquillamente.

Dopo aver cazzeggiato un po' coi ragazzi salì su in camera a lavarmi i denti e poi raggiunsi Jack nella sua camera.

A noi due Gilinsky.

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