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Vorrei continuare a parlarvi di lei e lo farò ve lo prometto, ma voi non capireste se io ora non vi dicessi cosa centro con la sua storia, pensereste che io sia qualcuno che non sono, qualcuno di buono forse. No, io non sono questo, non sono un satiro come gli altri, non lo ero e forse non lo sarò mai. Intanto vi chiederete perché scrivo, perché vi dico queste cose, ecco io lo faccio per sfogarmi, per giustificarmi per quel che ho fatto, ma non vi biasimeró se quando saprete la verità mi riterrete una persona orribile. Voi avete occhi per giudicare e io non posso nascondermi, non posso scappare e non lo farò, ma lasciatemi solo spiegare.
Quando a Xalia i guerrieri del Buio riuscirono a sconfiggere quelli della Luce e a scacciare gli esseri umani, ben presto si impadronirono di tutto ciò che fosse visibile, ma quando, dopo quasi due secoli, Xalia fu caduta in loro totale possesso, decisero di vendicarsi sugli uomini che avevano preferito la Luce all'Ombra provocando l'iniziale sconfitta di quest'ultima. A guidare questa azione aggressiva verso la Terra vi era l'unica persona alleatasi in precedenza con i guerrieri del Buio, l'unico fra i suoi vecchi compagni umani a non essere invecchiato poiché rimasto a Xalia dove vige la vita immortale. Le sue intenzioni erano delle peggiori e i suoi metodi di attacco erano devastanti. Lui era la mente. Lo ammiravano tra i soldati del Buio per la sua versatilità tipica del grigio della sua anima, lo vedevano libero di scegliere e non indotto da una forza superiore, lo vedevano un capo e lui capo era. Decise di non sporcarsi le mani, disse ai suoi che per battere gli uomini bisognava che questi fossero inermi e per farlo serviva che questi scordassero la magia, non poteva quindi, secondo i suoi contorti piani, andare proprio un esercito magico sulla Terra. Mandò noi, noi creature innocue a sorvegliare gli esseri umani affinché non si avicinassero alla magia. Noi non potemmo opporci, le nostre forze non erano nulla in confronto a quelle di quei guerrieri. Mi spiace, ve lo giuro. Avrei dovuto fare qualcosa, almeno dire qualcosa, ma temevo che mi facessero del male, avevo paura!
Lui scelse dodici diverse famiglie di creature magiche dai poteri minori e mandò un rappresentante di questi gruppi per ogni famiglia scegliendo in base al mese di nascita del membro minore di quell'unità familiare. Dodici per ogni mese. Gennaio-satiro, febbraio - sirena, marzo - fauno, aprile - fata, maggio - elfo, giugno - nano, luglio - arciere, agosto - druido, settembre - goblin, ottobre-topomagico, novembre - drago, dicembre - minatore volante. Questo fu il suo piano e io non mi seppi opporre, mentre almeno i miei compagni tentarono di farlo, proprio per questo mi sento da schifo.
Mi affidarono a una famiglia composta da quattro persone. La più piccola, Lucy, non era ancora nata, ma si sapeva sarebbe nata a gennaio. Era una famiglia amorevole, troppo forse per non farmi sentire ancora più uno schifo. Non potevo chiedere aiuto a nessuno, nessuno avrebbe potuto alleviare quella pena che stavo provando, potevo solo chiedere un consiglio a un gruppo di persone che ben conoscevo: le quattro ninfe vitali. E così lo feci.

Lucy GrimmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora