Lucy era arrivata a casa. Era sola in quanto la sorella si era fermata a scuola con delle amiche. A un tratto sentì bussare alla porta: era Alberto. Io sapevo chi era, non mi stava particolarmente simpatico, ma non aveva mai fatto del male a qualcuno.
"Lucia" disse "C'ho pensato e non è possibile che tu non conosca un incantesimo banale come quello usato da me oggi""Lasciami in pace" disse Lucy appena aperta la porta "Non so di che cosa tu stia parlando, scusa ma ora devo andare dalla mia amica Dalila" disse uscendo e chiudendo a chiave la porta della casa, cominciò poi a camminare velocemente verso il paese quando Alberto le apparve davanti come un fantasma. Io feci fatica a vedere la scena da dietro un muretto, ma alla fine notai che Lucy stava fuggendo verso un boschetto vicino casa, forse nella speranza che in tutti quegli arbusti il giovane non trovasse spazio per comparire. Speravo solo non trovasse il portale.
Faceva freddo, quasi fosse pieno inverno, Lucy scorse una piccola creatura, forse uno scoiattolo, che gemeva dal dolore. Si chinò a guardarlo, stava davvero male, i suoi occhi cominciavano a brillare, Lucy allora allungò la mano per toccarlo, ma lui sembrò soffrirne ancor di più, doveva aiutarlo, ma in che modo? Prese quindi la sua giacca e gliela posò sul ventre quasi a volerlo proteggere dalla ormai vicina morte. La ragazza cominciava a immaginare la morte come un nemico, da batte-re ovviamente, e come battere un tale nemico? Lei non lo sapeva, l'estate di cinque anni fa le era giunta voce che la prozia della madre era morta e i suoi genitori le avevano detto che la zia era riuscita a sconfiggere la morte, ma com'era possibile? Lei secondo Lucy avrebbe dovuto essere ancora viva per poter essere definita vincitrice suprema sulla nemica di tutti gli uomini. Mentre rifletteva su ciò, lo scoiattolo sembrava ormai rassegnato alla sua fine, era la rassegnazione il segreto? Lucy non conosceva la risposta.
Intanto il vento aveva smesso di soffiare, quasi per rispetto nei confronti della creatura, ecco, quella era la gloria, la vittoria, quel piccolo animaletto aveva ricono-sciuto l'arrivo della sua fine, ma invece che combatterlo lo accoglieva quasi fosse un dono, non poteva temere qualcosa alla quale apparteneva fin dalla nascita.
Allora una luce foca comparve lontana, cominciò ad avvicinarsi sempre più. Lucy la vide: era blu e bruciava come fuoco, era proprio una fiamma che ardeva e ar-deva, mentre la sua potenza si percepiva a distanza. Essa fluttuava nel vuoto come una magia, poco dopo raggiunse la bestiola che più che mai ora stava soffrendo e le si posò sopra, ben presto la creatura si spense in pace, senza dolore e senza sofferenza. Il fuoco azzurro si era ormai posato sulla creatura che pareva dormiente, spegnendola in un pacifico e indolore sospiro per poi ricominciare a fluttuare nell'aria quasi fosse spinta dal destino a un altro luogo. Lucy guardò lo scoiattolo ormai morto esprimere con gli occhi ancora aperti il terrore di pochi minuti prima e le guance cominciarono a bagnarsi di amare lacrime, lei si accasció a terra sussurrando parole di dolore per la creatura. Poi alzò lo sguardo: il vento tra le foglie era svanito quasi per rispetto verso l'ormai morto essere; la ragazza scorse la fiamma ormai lontana e non poté far a meno di inseguirla per capire la sua natura, ma era intimorita da quella forza sovrannaturale.
Poi il coraggio la avvolse e le sue mani sfirarono il misterioso elemento. Fu un attimo di intensa paura per la ragazza che vide con i suoi occhi un lampo di luce invadere tutto il bosco attorno a lei. Le sue mani erano ferme, la fiamma era già lontana e ormai non poteva più raggiungerla. Pose le mani sulle guance ormai asciutte e rosee e rimase sconcertata nel sentire quanto freddi fossero i sui arti. Non li sentiva più, ma non era un dolore quanto più un'anestesia e la cosa inquietante era che lo strano sintomo stava avanzando velocemente su tutto il corpo tanto che la ragazzina cadde a terra inerme. Lucy si ricordò dello scoiattoli e della fiamma e in cuor suo cominciava a sentirsi contrassegnata dallo stesso destino. Se non che vide un'altra luce avvicinarsi a lei: era un fuoco rosso e dall'aria molto calda che fluttuava in aria come il precedente, solo che questa volta non cercava una creatura, il suo obbiettivo era Lucy.La ragazzina rimase spiazzata di fronte a quello che credeva essere stata la sua fine. La fiamma era ormai sopra di lei, era rassegnata al suo destino e quindi chiuse gli occhi, quasi a non poter guardare in faccia la sua morte. Passarono i secondi e il pensiero della piccola era ancora lucido, allora lei colta da un briciolo di speranza provò a muoversi: miracolosamente tutti i suoi arti, mani comprese, risultavano come nuovi. Era forse morta e rinata? O era forse in una specie di inferno? Mentre rifletteva manteneva gli occhi chiusi per paura di quello che avrebbe potuto trovarsi dinanzi.
Si mise seduta, era un po' dolorante ma non eccessivamente. Nonostante gli occhi chiusi percepiva comunque l'umidità che avvolgeva il bosco.
In quell'istante: la notte era chiaramente calata sul mondo come un velo sopra la testa di una sposa. Lucy percepiva la magia di quel momento, sentiva l'intensità delle stelle e della Luna modellata dal cielo e filtrata dagli alberi. Sentiva l'esigenza di aprire gli occhi e di ammirare il mondo; si sentiva un cieco, sfortunato a causa delle sfide della vita, ma allietato dalla fortuna di mancare in desiderio di vedere la magia e la morte, ossessione umana che perseguita tutti dalla nascita alla fine della vita.
Alla fine quell'esigenza diventò desiderio incontrollabile e Lucy aprì i suoi fragili occhi nel risveglio della vita. Il mondo era meraviglioso: la notte condensava la sua oscurità nel freddo bosco e la pioggia tintinnava tra le mille e mille foglie rosse e gialle dell'autunno. La ragazza si guardò attorno, cercava una strada per tornare a casa. Alla fine la vidi alzarsi lentamente e cercare la strada migliore. Prese poi un sentiero a caso pensando forse che tutto fosse meglio piuttosto che rimanere in quel luogo. Accelerò, mio malgrado (per noi satiri nani correre e difficoltoso!), il passo che divenne una marcia. Io ero rimasto leggermente indietro quando la vidi inciampare su qualche radice e cadere a terra (smettesse mai di ciabattare come un centauro in vacanza!). Era a terra quando sia lei che io sentimmo una voce non troppo distante: "Cosa succede?" chiedeva quella voce. Era simile a quella di Alberto ma con qualche leggera differenza, sapevo di conoscerla, ma non ricordavo a chi appartenesse, che rabbia! Lucy non rispose, ma si girò di scatto verso la voce."Prima infastidisci i fuochi magici e adesso sradichi addirittura gli alberi!?! continuò la voce.
Questa volta Lucy rispose. "Ma chi sei?" chiese.
In pochi secondi io e lei vedemmo apparire un'ombra di un ragazzo davanti ai nostri occhi, era giovane, era lui. Sapevo solo adesso chi era, ma non potevo dirlo a Lucy. Egli non rispose alla domanda di Lucy, ma le chiese: "Ma tu cosa sei?"
"Ehmm... se intendi chi sono, beh sono Lucia, tu sei?" disse Lucy un po' stupita da una simile domanda
"No, ma cosa sei?"
"Non capisco, cosa intendi?"
"Quale creatura di Xalia può temere i fuochi magici?" cominciò a domandarsi lui, mentre io avrei preferito sprofondare
"Xalia?" chiese Lucy ancora stordita.
"Tu non sei di Xalia, vero?"
"No, non sono di Xalia!"
"Allora... se non sei di Xalia devi provenire dalla Terra! Strano!"
"Che cosa è strano esattamente?" chiese Lucy sentendo che il vento stava len-tamente riprendendo a soffiare e i suoi capelli scuri stavano cominciando a ondeggiare e a ricaderle sulle spalle come fili d'oro
"Questo è strano perché se sei della Terra non potresti essere giunta qui da sola perché per passare i portali magici serve che almeno un abitante di Xalia sia con te!"
"Mi sembra logico!" ironizzò lei "Ma non mi hai ancora detto il tuo nome!"
"George, George Calltor" i miei timori erano diventati incubi "Sono io" continuava il ragazzo "sono io che controllo i fuochi, li hai visti vero? Quello con cui hai rischiato di morire e quello che ti ha salvata, è questo quello che faccio io"
"Hai ucciso tu quello scoiattolo?" chiese allora ella frastornata
"Sì, cioè no, io gli ho alleviato il dolore della morte!"
"Meraviglioso" disse Lucy soddisfatta
"Sì è meraviglioso, ma a te non sembrerebbe tanto meraviglioso se non venissi dalla Terra!"
"Sinceramente credo che se una cosa è meravigliosa, lo è sempre" disse Lucy
"No, tu non sai come sono gli abitanti di Xalia, per loro questo è normale, non meraviglioso"
"Scusa, ma tu non sei un abitante di Xalia?" chiese incuriosita Lucy mentre io pregavo perché cambiasse discorso
"Non esattamente" rispose semplicemente quello
Spazio autrice continuerò questa parte della storia nel prossimo capitolo altrimenti diventa troppo lunga.
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Lucy Grimm
FantasyChe ne pensate della magia? E se vi dicessi che esiste e che sono gli esseri umani a detenere la magia più grande? No tranquilli non è una favoletta con la solita morale, è una storia di fantasia e avventura che spero vi piaccia come a me! Disegno d...