Capitolo 4

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- mia mamma mi ha spedita nel portale temporale creato dal mio patrigno e non so... Non ricordo cosa é successo. Non so come sta mia mamma o altro, ho un vuoto nella testa e...- disse Elphie tremante, stropiciandosi la gonna con le mani.
- non agitarti, love- disse Magnus accarezzando la sua testa. -scoprirò cosa é successo e riabbraccierai presto la tua famiglia.-
Elphie si tranquillizzò a quel tocco.
- mia mamma ti conosceva e mi ha detto di darti questa - disse lei tirando fuori dalla borsetta, un frutto.
Era precisamente una mela verde. Magnus la prese e subito la associò a...
-... Tua madre é Zelina, l'ex malvagia strega di Oz-
- si, il mio nome completo é Elphaba Green-Hood - dichiarò la ragazzina con orgoglio.
Elphaba, certo ma era una bimba di due anni e non poteva crescere così in fretta in tre anni. Aveva anche i capelli rossi e non neri come adesso e aveva il marchio. Come poteva essere? Non capiva. Forse in quella mela c'era la soluzione. C'era una magia su di essa, lo percepiva bene. Era un videomessaggio di Zelena.
Attivò il videomessaggio con la sua magia blu, la mela brillò e da essa si proiettò l'immagine di Zelena agitata.
"Ciao, Magnus. Non ho molto tempo, un nuovo sortilegio sta arrivando e non so che effetti avrà. Ti affido la mia Elphaba, la cosa più preziosa per me. Proteggila ad ogni costo, Magnus. Non so chi ma qualcuno vuole rapirla, Elphaba ha dei poteri speciali e le hanno iniettato qualcosa nel braccio. Non so cosa ma da quel momento i suoi capelli sono diventati neri e le spuntato il marchio tipico degli stregoni. Elphaba viene dal futuro, lo so che non dovevo farlo ma era solo l'unico modo per salvarla, anche se nel vostro tempo quel qualcuno già esiste. Elphaba non é l'unica in pericolo, devi sap....-
Il videomessaggio si era interrotto là senza far scoprire a Magnus, chi altro era in pericolo.
Però ora si collegava anche i rapimenti di quei bambini in questi anni. Quindi forse Jonathan era stato rapito per qualche potere o abilità speciale.
.....

Intanto Clary era nella sala per il matrimonio insieme a Matt e Kat a cercare Alec, poiché nella sua stanza non c'è. Neanche là c'è. Chissà dov'era finito.
In quel momento, entrò una bellissima donna dai capelli lunghissimi di un rosso nel violaceo, occhi neri e un lunghissimo abito nero.
- lei é mia zia, Clary - disse Matt con un sorriso, con Kat in braccio.
- lei é famosa Pandora. É bellissima come l'avevo immaginata - disse Clary molto colpita. - non sapevo che Alec e Magnus la conoscessero -
Matt la prese per mano e la portò verso di lei per presentazioni. Non era da sola quando si avvicinarono, era con una ragazzina di 15 anni con capelli viola.

- Clary, ti presento mia zia Pandora e la mia bella cuginetta Sol - disse Matt con orgoglio e poi rivolgendosi a loro due

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- Clary, ti presento mia zia Pandora e la mia bella cuginetta Sol - disse Matt con orgoglio e poi rivolgendosi a loro due. - mentre lei é Clarissa Fairchild e la piccola Kat, i due amori della mia vita. Non potevo incontrare una donna più speciale di lei, ha cambiato la vita -
Matt la faceva sempre sentire speciale, forse non era un amore come quello vissuto con Jace ma era sempre amore.
- sono così onorata di conoscerla, signora Blackwell. Matt mi ha parlato molto di voi - disse Clary con un sorriso. - avete una figlia molto carina -
Sol si fece avanti con un pacchetto regalo.
- questo é un piccolo dono per te - disse lei gentile. - spero che ti piaccia -
Clary era sorpresa di ciò. Quella era la prima volta che si incontravano ma avevano avuto un gesto così. Infatti dentro c'era una collana con una pietra viola.
- wow. É bellissima - esclamò Clary colpita. - vi ringrazio, non c'è n'era bisogno -
- la compagna di mio nipote merita questo e altro - disse Pandora con uno sguardo intenso. - sei invitata a casa mia domani -
- ne sono onorata e ci sarò, signora Blackwell. Porterò Kat con me - disse Clary tutta sorridente.
- bene, Clarissa, ora lasci che ti metta questa splendida collana - disse Pandora gentile estraendo con eleganza la collana dal pacchetto.
Clary si scostò i capelli in un lato, Pandora le mise la collana con eleganza e nell'istante in cui Clary la indossò e la toccò, vide una sala con due troni nella sua mente.
Non sapeva il perché ma era attratta da quel luogo e c'era qualcosa in Pandora che attirò subito la nostra Clary. Non sapeva cosa ma sentì che c'era un qualche strano legame tra loro.
- ti sta d'incanto, amore! - esclamò Matt dolce, dandole un bacio sulla fronte.
Kat allungò la mano verso di lei e toccò la collana.
'mamma, che bella pietra'
Clary sentì la voce di Kat nella sua testa come se erano collegate con il pensiero e vide la manina di Kat sulla pietra viola.
Quella pietra aveva poteri magici.
' dimmi un'altra parola, amore della mamma' pensò Clary emozionata.
' ti voglio bene, mamma ' le comunicò Kat con il pensiero.
Clary prese Kat in braccio felice, dandole dei baci nella fronte e adesso con quella pietra, era in grado di sentire la voce di sua figlia.
- grazie, Pandora. Non potevi farmi regalo migliore - disse Clary molto grata, abbracciandola. - la voce di mia figlia é tutto quello che ho sempre desiderato in questi anni -
Pandora le accarezzò i capelli e disse: - Clarissa cara, ero sicura che ti sarebbe piaciuto e non temere troveremo anche tuo figlio Jonathan. É una promessa -
....
Diego elogiò Alec per tutto il tragitto per le sue doti di leader, il suo talento da grande arciere (arma scelta anche da lui) e per il coraggio di lottare per i suoi sentimenti e per essere se stesso. Per lui, Alec era un modello da seguire e grazie a lui, aveva fatto detto ai suoi di essere gay.
Alec fu lusingato da quelle parole, da tempo era diventato un ispirazione per le masse come diceva il suo fidanzato Magnus tra breve marito. Era così emozionato che lasciò i ragazzi per finirsi di preparare.
C'erano due doppie e una singola. Fabian prese subito la singola poiché voleva stare da sola, Violette e Francesca divisero la prima doppia e restò la seconda doppia per Diego e Tom. Tutti e cinque restarono colpiti dalle nuove stanza soprattutto Tom, sembrava un bambino che scopriva una cosa nuova ma c'era anche del disagio nel mettere la valigia sul letto dall'attenta osservazione di Diego. Un insolito comportamento.
Se era per il suo essere gay, il suo disagio.
- ti crea disagio che sono gay? - chiese Diego delicato per evitare imbarazzanti situazione.
Tom tornò con la mente alla realtà e guardò Diego.
- oh no, non mi crea nessun disagio. Ognuno é libero di amore chi vuole, l'amore é sempre amore - rispose Diego sincero con un sorriso.
- ne sono felice - disse Diego contento, aprendo la valigia dalla valigia.
Tra i vestiti, uscì una tavoletta di cioccolata e un contenitore con frutti di bosco. Staccò qualche pezzo di cioccolata, prese una manciata di frutti di bosco e li mise in un tovagliolo. si avvicinò a Tom con un sorriso mentre quest'ultimo disfaceva la valigia. Diego gli mise una mano sulla spalla, a quel tocco Tom si allontanò bruscamente e il tovagliolo cadde a terra.
Non capiva. Era la seconda volta che succedeva.
- mi dispiace - disse Tom dispiaciuto, guardando la cioccolata e i frutti di bosco sparsi per terra. Poi si inginocchiò per raccoglierli. - é un gesto gentile da parte tua e che...-
Diego fece lo stesso e le loro mani erano quasi vicine.
- non ti piace il mio tocco - disse Diego un po triste. - tranquillo, capisco -
A Tom dispiaceva la cosa, non voleva che Diego pensava che era una cosa solo con lui.
- non é una cosa solo con te, non mi piace nessun tocco neanche dei miei genitori - chiarì Tom sincero.
- e per questo che mi piace stare da solo, la gente tende sempre a toccare e accarezzare perché sembro un cucciolo e poi quando mi toccano, io reagisco in quel modo... Ecco mi guardano con pietà o altro... Non voglio quegli sguardi. Tanto nessuno mi vorrà bene per quello che sono. Ma non mi importa, io non ho bisogno di nessuno -
Quelle parole erano molte forte. Non ci credeva minimamente che non gli importava o che non aveva bisogno di nessuno, le sue parole dicevano ciò ma si sapeva che la bocca poteva mentire mentre gli occhi no. Gli occhi erano lo specchio dell'anima é quelli di Tom, rispecchiavano una tristezza infinita, un gran dolore e altro.
- io ti vorrò bene, Tom - dichiarò Diego con gran calore. - su me potrai contare sempre -
Diego era molto gentile e sincero ma non poteva rischiare di sbagliarsi. Non poteva farlo entrare nella propria vita, era già un casino così e non aveva bisogno d'altro o di lui.
- no - disse Tom deciso, alzandosi in piedi con le cose tra le mani e andandoli a buttare.
Diego restò molto confuso da quel no, eppure era sincero con lui. Si alzò anche lui e gli corse dietro.
- Tom, la mia non é pietà. Voglio essere davvero tuo amico - affermò Diego sincero. - qualsiasi cosa ti sia successo, ti assicuro che...
- oh si certo. Dite tutti così ' voglio essere tuo amico, non ho pietà di te e non ti farò mai male' tutte bugie - disse Tom fuori di sé. - ma la verità mi usate e mi buttate via e tu non sarai diverso da loro. Quindi no, non voglio essere tuo amico e stammi lontano -
Prese un vaso, lo scaraventò a terra e un pezzo di vetro ferì la mano di Diego. Nel vedere il sangue Tom da fuori di sé divenne agitato.
Quella reazione non scoraggiò Diego nell'essere suo amico, doveva essere successo troppo nella vita di Tom e lui non lo avrebbe abbandonato proprio ora. Non sarebbe stato come tutto gli altri. No, avrebbe dimostrato a Tom che poteva avere degli amici che lo volevano bene.
- non é nulla, Tom, non mi hai fatto nulla - disse Diego avvicinandosi a lui pian piano. - tranquillo, io ci sono -
Tom era in un angolino tremante, lui si avvicinò ancora di più e si sedette vicino a lui.
Francesca uscì dalla stanza a quel rumore e si scontrò con qualcuno. Era una ragazza della sua età con i capelli biondi lunghi e mossi con meches rosa gli occhi azzurri e un abito viola aderente corto con uno scollo a cuore e un nastro nero con fiocco alla vita e scarpe nere con il tacco. Anche lei portava le rune. Era anche lei una shadowhunters.
- scusami, non volevo - disse Francesca dispiaciuta ma colpita allo stesso tempo.
Era una bellissima ragazza.
- tranquilla, io sono Diamante Branwell - si presentò con un sorriso e porgendo la mano. - cerco mia sorella Lydia -
- io sono Francesca Diamantini - si presentò lei afferrando la sua mano. - non so dove sia tua sorella, sono arrivata dall'Italia da pochi minuti per il classico scambio -
Diamante guardò la nuova arrivata con interesse, era davvero carina e la convivenza in istituito si prospettava molto interessante.
- allora ci vedremo spesso, da oggi starò anch'io qua per un bel pezzo - le comunicò Diamante con uno sguardo intenso. - spero che diventeremo amiche, Francesca -
Quella ragazza affascinava Francesca, la ispirava molto e le sembrò diversa dalla sua ex.
- lo spero anch'io, Diamante - concordo lei contenta.
Diamante si avvicinò a lei senza lasciare la sua mano per sussurrare al suo orecchio ' se lo vorrai, anche qualcosa di più'. Era così diretta, le piaceva molto questa cosa poiché la sua ex era l'opposto e avrebbe baciata anche subito. Non era però così impulsiva o sfacciata ma le sarebbe piaciuto un bacio da Diamante.
- potrei farti provare emozioni intense - continuò lei al suo orecchio con voce calda. - ti va? -
Francesca non si fidò della sue parole per l'emozione, così mosse la testa in sì e
Diamante sorrise, conducendola in una delle camere del corridoio.
In una di quelle camere, c'era Lydia e si sistemava i capelli e altro con un senso di colpa verso di Clary. Non avrebbe dovuto farlo, era stato un errore anche se si era sentiva viva ma finiva là. Non ci sarebbe stato nessun altro contatto di questo tipo con lui e aveva già messo questa cosa subito in chiaro.
Sperava di incontrare presto qualcuno per innamorarsi e per non cedere di nuovo a quell'errore.
Decise di raggiungere la sala per il matrimonio, nel tragitto notò un uomo che si guardava intorno come se si era perso così si avvicinò per dargli un aiuto.
- salve, hai bisogno di aiuto? - chiese Lydia gentile.
L'uomo si girò verso di lei. Era irlandese sui trentacinque anni con i capelli neri, occhi del ghiaccio e un po di barbetta. Indossava una camicia nera, gilet nero, giacca e pantaloni di pelle nera.
Sembrava un uomo affascinate e quegli occhi, ama il colore del ghiaccio. Erano perfetti con i suoi del mare. Poi notò la fede al dito. Era logico che un uomo del genere avesse una moglie e di sicuro dei bimbi.
- si, sono Colin Severwaters e sto cercando Lydia Branwell - rispose l'uomo educato. - É di vitale importanza che io la vedi-
Cosa era successo?

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