Capitolo 3 - Sorpresa inaspettata

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Il giorno dopo...

Un qualcosa di caldo non vuole lasciare in pace il mio povero viso. Apro gli occhi, mentre noto che un raggio di sole continua a scaldarmi la faccia. Sbuffo, guardo l'ora e balzo in piedi. È veramente tardissimo, e ovviamente Kate sta ancora dormendo. Mi avvicino al suo letto, svegliandola con fare troppo rude. "Sbrigati Kate, siamo in ritardo!" Grido, sperando si mettesse subito in piedi. Mugola un po', dicendo: "Che pizza, lasciami dormire qualche volta". Sbadiglia e si alza. "Sai che non voglio far tardi, mi conosci" la rimbecco, alzando gli occhi al cielo. "Si sì lo so" afferma poi, mentre si stiracchiava e stropicciava gli occhi.

Facciamo colazione in fretta e ci prepariamo. Mi vesto con una magliettina a bretelline appena sopra l'ombelico, dei jeans e le mie adorate air force. Sono felice di essere tornata me stessa da ieri sera, non mi piaceva affatto quel vestito succinto. Usciamo dalla camera e ci dirigiamo in due classi diverse, vorrei che Kate restasse sempre con me ma non posso pretendere così tanto... Entro in classe ma non c'è nessuno. Mi siedo al mio solito banco in attesa del prof e inizio a scarabocchiare qualcosa sul quaderno che dopo un po' diventa un nome: Alex. Non so perché mi sia venuto in mente proprio quel coglione. Forse mi aveva così sconvolta che non riuscivo a non pensare a quello che era successo ieri.

Faccio dondolare la penna tra le dita mentre la classe e il prof finalmente entrano. Continuo a scarabocchiare sul quaderno sovrappensiero e non mi accorgo della persona che si siede al banco di fianco al mio. Per sbaglio la mia penna cade e, imprecando mentalmente, mi abbasso per prenderla, ma vedo una mano che fa prima di me e la raccoglie, porgendomela. "Grazie" dico, mentre alzo lo sguardo e noto che è Alex; rimango senza parole, da quanto è nella mia classe? Non l'ho mai visto. "Tu che ci fai qui? Non frequenti questo liceo, figuriamoci questa classe!" Urlo ancora sconvolta, passandomi una mano tra i capelli e continuando a guardarlo negli occhi.

"Sì invece, solo che non mi hai mai notato, di solito mi siedo lì". Indica un posto vuoto alle sue spalle occupato da ragazze un po' troppo svestite per i miei gusti che mi lanciano occhiatacce. Mi arrendo e alzo un sopracciglio, rivolgendomi di nuovo al mio quaderno. "Comunque mi dispiace di come sia andata la serata ieri" dice con un tono di voce davvero dispiaciuto. Faccio finta di niente e lo ignoro, non voglio parlare di ieri sera. Perché ora fa il carino e il gentile? Penso, guardandolo di sottecchi. "Ehi, mi ascolti? Davvero mi dispiace". Cerco di ignorarlo ma non ci riesco e sbotto: "Tranquillo, non ti preoccupare, sono sicura che ieri sera ti sarai consolato e divertito con quelle due".

"Ah, ho capito, sei gelosa" afferma con un sorriso idiota sulle labbra. Mi infurio, replicando: "Io cosa?! Tu sei matto e di cosa dovrei esserlo?! Di due puttane che si fanno tutti? Non oso immaginare di quante malattie venerie si prendono facendolo con te visto che ti fai una ragazza al giorno". Forse sono stata un po' troppo cattiva, ma se lo merita. "Pensala come vuoi" soffia alla fine, stando zitto. Dopo un po' mi chiede: "Prendi appunti per me?".
Mi volto verso di lui con gli occhi sbarrati; ma per chi mi ha preso? "No, la prossima volta portati una segretaria se non vuoi scrivere" rispondo senza nemmeno guardarlo, continuando a seguire la lezione.

"Ma io voglio che tu sia la mia segretaria, la mia segretaria molto sexy, e poi mi devi ancora un favore da ieri visto che mi sono fatto tipo trenta doccie a causa del drink che mi hai versato sui capelli che sono ancora appiccicosi". Si passa una mano tra i capelli, aspettando una mia risposta. "Io non ti devo proprio niente, te lo scordi, poi e non perdo tempo a parlare con quelli come te, quindi smettila" ordino spazientita, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Però poi mi scappa un sorriso per la cosa dei capelli. "Ah, ma allora sai sorridere! E poi stai già parlando con me". Sbuffo; mi sta facendo innervosire parecchio.

"Sì, lo so fare, ma non con tutti" annuncio con voce roca, facendomi alzare gli occhi al cielo. "Capisco, comunque prima hai scritto il mio nome ti ho vista" afferma con un sorriso sulle labbra, facendomi battere il cuore sempre più velocemente. Cerco di ignorarlo un po' visto che mi sento in imbarazzo. "Io non stavo scrivendo proprio niente" affermo, guardandolo male. "Sì invece". Sospiro, passandomi una mano tra i capelli. "Ok sì, l'ho scritto, ma non è finito, a fianco dovevo scriverci coglione" replicò con un sorrisetto da stronza. "Touché... sono colpito, davvero" ammette, facendomi allargare anche di più il sorriso.

 A Disastrous love (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora