Five.

22.1K 528 165
                                    

MAIA.

In questa maledetta casa non si sta un attimo tranquilli.

Sono stata costretta a scendere al piano terra per capire cosa stava succedendo e cosa mi trovo davanti? Quattro idioti che gridano e giocano alla play, e non si sono neanche accorti della mia presenza.

Tossisco per attirare la loro attenzione e Luke è il primo a girarsi verso di me, sorridendomi. Questo ragazzo sorride troppo per i miei gusti.

«É arrivata la mia cuginetta!» esclama mettendo in pausa il gioco ed io alzo gli occhi al cielo.

«Che cazzo, Luke! Stavo per fare goal» si lamenta un tipo dai capelli blu, fregandosi altamente di me. Gli occhi di Calum mi bruciano addosso mentre un ragazzo ricciolino si alza e mi porge la mano.

«Ashton» si presenta con un sorrisone che mette in risalto le fossette.

«Maia» faccio un sorriso forzato e mi siedo tra Luke e Calum con uno sbuffo.

«Tu sei...?» chiede il ragazzo colorato. Ma è scemo?

«Maia. L'ho appena detto» alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa.

«Maia? Quella Maia?» sgrana gli occhi e si mette una mano davanti alla bocca.

«Vuoi un autografo?» domando sarcastica e Calum se la ride.

«Sono Michael!» quasi non mi rompe un timpano per quanto ha gridato.

«Ti ricordavo biondo e più sfigato....» bé, sarebbe da scemi non ammettere che è diventato un pezzo di figo.

«Ed io ti ricordavo meno stronza e più cicciottella» ribatte lui ed io lo trucido con lo sguardo. Più figo sì, ma anche più idiota.

«Di te non mi ricordo, però» dico a quell'Ashton.

«Ed io non mi ricordo di te» ride. Una risata alquanto inquietante.

«Abbiamo conosciuto Ashton qualche mese dopo il tuo trasferimento» spiega Calum. Ma chi se ne frega?

«Okay...»

«Ti sei tolta l'apparecchio!» esclama Michael dopo qualche istante di silenzio. Ma è così scandaloso il fatto che non abbia più l'apparecchio?

«L'ho tolto anni fa! Dio mio, l'apparecchio non si tiene per sempre. Lo capite questo?» sbuffo e incrocio le braccia. Come faccio a sopportare questa gente per due settimane?

«Qualcuno qui ha il ciclo» continua Michael ma io non lo calcolo più.

«Tra un'oretta dobbiamo andare a quella festa. Tu sei pronta?» chiede Luke.

«Ti sembro forse pronta?» ribatto, alludendo ai miei capelli disordinati e i miei indumenti. Luke scuote la testa. Almeno questo lo capisce.

«É meglio se ti prepari, allora» interviene Calum con un mezzo sorriso.

«E tu è meglio se ti fai i fatti tuoi» rispondo e lui sghignazza.

Vado in camera mia e comincio a decidere ciò che devo mettere per questa stupidissima festa. Non so neanche che locale sia, ma sicuramente ci saranno vip snob che si pensano d'essere migliori degli altri.

Alla fine, decido di indossare un abito nero corto con altrettanti tacchi neri. È inutile stare qui a scervellarmi su cosa mettere, se il mio interesse per questa festa e queste persone è pari a zero.

Quando faccio nuovamente il mio ingresso nel salone, trovo Ashton, Michael e Calum, i quali fischiano non appena mi vedono ed io alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta.

«Perché non sei rimasta a Sydney?» chiede Michael con un sorriso malizioso.

«Per non avere a che fare con gente come te» faccio un sorrisetto e Calum cerca di trattenere a stento una risata. Michael sta per rispondere, quando dalla cucina sentiamo delle grida che quasi sembrano starnazzi di oca.

«Luke! Non puoi farmi questo!» starnazza la voce che penso sia di una ragazza.

«Nic, mi serve. Ti prego tesoro, capiscimi!»

«Non chiamarmi né Nic né tesoro quando sono arrabbiata con te!»

«Ci risiamo» dice Ashton con tono di disappunto.

«Non capisco come Luke possa stare con una come lei» scuote la testa Michael.

«Perché è una buona scopata» aggiunge Calum scrollando le spalle.

«O forse perché è troppo cieco» dice Ashton.

«Pettegole, mi spiegate di cosa state parlando?» chiedo.

«Luke è troppo stupido da capire che la sua ragazza è troppo troia e che lo sta solo usando» spiega Michael.

«Allora ha ragione Calum» dico ottenendo un sorriso compiaciuto dal moro.

«E questa chi è adesso?» strilla la ragazza, raggiungendoci. Una parola mi viene in mente: finta.

«Sicuramente non sono una bambola gonfiabile come te» rispondo e Michael si strozza con la saliva mentre la bambola si finge offesa.

«Come ti permetti? Tu brutta...» comincia lei ma Luke la blocca per un polso.

«Tesoro, lei è mia cugina Maia e starà qui per due settimane» spiega lui e sulla sua faccia appare un'espressione diversa da quella che aveva neanche un minuto fa.

«Oh, scusa... Io sono Nicole, la fidanzata di Lukey. Ricominciamo daccapo, okay?» ridacchia falsamente e si passa una mano tra i capelli neri. Bambola gonfiabile, ottima attrice... Che altro devo scoprire?

«Sí,sí» annuisco svogliatamente e lei mi sorpassa, sparendo dietro una porta.

«Complimenti Luke, bella fidanzata» do una pacca sulla spalla di mio cugino e lui mi guarda male.

«Non trattarla così, okay? È una brava persona» convinto lui...

«Avete fatto già pace?» chiede Ashton. Io nel frattempo mi guardo attorno e vedo che Calum è sparito.

«Sí. Lei voleva la mia macchina per tutta la settimana perché arriva una sua amica dalla Francia, ma a me serve e lei ha la sua, alla fine siamo arrivati ad un compromesso» comincia a dire lui ma non voglio stare qui ad ascoltare i suoi problemi, così prendo la mia borsetta ed esco dalla casa. Noto che Calum è appoggiato alla macchina mentre fuma una sigaretta e decido di raggiungerlo, giusto per dargli un pó di fastidio.

«Hey»

«Hey» inspira il fumo e lo fa uscire dalle narici.

«Non sapevo che anche i finti cinesi fumassero» lo prendo in giro e lui gira lentamente la testa verso di me.

«Perché ti comporti da stronza?» chiede e prima che si riporti la sigaretta in bocca, gliela strappo dalle mani -beccandomi un'occhiataccia- e faccio un tiro per poi ridargliela.

«Oltre al fatto che io sono nata stronza? Bé, perché tre settimane fa mi sono lasciata col mio ragazzo, la mia migliore amica è partita lasciandomi sola con i miei genitori che all'ultimo si sono decisi di partire per le Hawaii per due settimane abbandonandomi a Los Angeles a casa di un cugino scemo con amici più scemi solo perché non si fidano di me.» non so neanche io il perché gli sto dicendo i fatti miei.

«Eri fidanzata?»

«Con tutto quello che ti ho detto, tu hai sentito solo questo?» scuoto la testa e lui fa spallucce «Sí, lo ero» sospiro.

«Quindi è finita?» domanda ancora. Mi sta facendo innervosire.

«Ma che cazzi sono i tuoi?» sbotto.

«Era per chiedere...» distoglie lo sguardo dal mio e butta la cicca per terra, spegnendola con il piede.

Rimaniamo in silenzio per un pó, finché gli altri non ci raggiungono e saliamo su un pickup nero che non avevo visto.

Addio sobrietà.

Just sex ||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora