Twenty-nine.

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{La foto.}

MAIA.

Due giorni.
Solo due giorni e poi dovrò tornare alla mia solita e noiosa vita, ma soprattutto tornerò ad essere sola.
Strano a dirsi, prima amavo la solitudine. Amavo restare sola con i miei pensieri, i miei libri, la mia musica. Invece adesso ho paura. Ho paura del silenzio che si creerà attorno a me, il non sentire le continue grida, i passi pesanti, le risate.
E sì, ho paura di dire addio a Calum.
La situazione tra me è lui è tornata ad essere imbarazzante e per questo sono arrabbiata con lui; avrei voluto passare questi ultimi giorni in tranquillità.
Lui mi ha chiesto di restare, ed io non posso semplicemente perché non voglio vivere questa vita, non è per me.

«Ma porco spino, la puoi smettere di barare!?»

«Non sto barando! La smetti di urlarmi contro?»

«Ti stai fottutamente zitto, Luke?»

Entrando in salotto, mi accolgono le grida di Michael e di mio cugino, i quali stanno giocando a Call of Duty.
Alla fine hanno fatto pace; Luke ha ammesso di essere stato uno stronzo e un bambino, ed ha capito che la colpa è stata di Nicole che ha approfittato di tutto e di tutti.
Naturalmente Michael non si è scusato una seconda volta perché "È troppo per il mio orgoglio e sta zitto,Luke" Parole sue, poi si sono abbracciati.

«Lucassss! Sei pronto alla caccia? Aspettavo questo momento da tanto!» esclama Ashton super eccitato, sedendosi con un tonfo sulla poltrona.

«Ashton, ti ho già detto che ho chiuso con le ragazze. Per adesso, ovvio.»

«Chiuso? Ma dai! Una scopatina? Te la trovo io la ragazza adatta a...» blocco lo sproloquio di Ashton tirandogli i capelli e avvicinandomi al suo viso con un'espressione minacciosa.

«La puoi smettere di parlare così delle ragazze? Un'altra parola e ti arriva un calcio direttamente lì dove non sbatte il sole» ringhio tra i denti, stringendo a pugno i suoi capelli. Però, devo ammettere che sono più morbidi di quanto pensassi.

«Ahi ahi ahi! Okay la smetto, ma tu lascia stare i miei capelli! Non vorrei diventare calvo anzitempo» piagnucola ed io mollo la presa.

«Bravo bambino. E tu, Luke, non ti fidare delle "scopatine" come le chiama Ashton, o va a finire nuovamente come con Nicole. Ci siamo intesi?»

«Sí signor capitano!» ridacchia mio cugino. A volte penso di aver a che fare con dei bambini. Chissà cosa combineranno quando me ne andrò.

«Giuro che prima o poi andrò ad abitare in un'isola sperduta» borbotta Calum, raggiungendoci nel salotto con i capelli scompigliati e gli occhi assonnati. Mi mancherà quest'espressione da bambino imbronciato.

«E vattene, tanto non abbiamo bisogno di un bassista» ghigna Michael e Calum bofonchia un 'vaffanculo' prima di dirigersi in cucina. Io mi siedo con un sbuffo sul divano. Non mi ha degnata di uno sguardo.

«Gli passerà» Luke mi rivolge un sorriso ed io sbuffo nuovamente. Sono più che sicura di aver a che fare con un bambino.
Il citofono di casa suona e nessuno ha intenzione di alzarsi dal divano.

«Ma perché devo aprire sempre io la porta? Non sono un portinaio!» si lamenta Calum mentre si dirige verso l'entrata di casa.
«E tu chi cazzo sei?» lo sentiamo dire.

«C'è Maia in casa?» una voce. Quella voce.
Mi giro di scatto e lo vedo, vedo i suoi lunghi capelli biondi e il suo viso ben definito.

Fino a qualche settimana fa avrei pensato di piangere e buttarmi tra le sue braccia se mai lo avessi rivisto eppure ciò che faccio non mi sorprende più di tanto.
Senza pensarci due volte, la mia mano è sulla sua guancia, così da fargli voltare il viso.

Just sex ||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora