Capitolo 13

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Ciao carissimi :) ho ricevuto il manga mancante ;) ora posso
continuare la storia e finirla :P
Spero di riuscire a pubblicare con un ritmo sostenuto, buona lettura :)
Scusate la latitanza, ma sto scrivendo il terzo volume della saga dei lupi ;)
ah, dimenticavo, dato che ho problemi di connessione, ho fatto questo
aggiornamento da cellulare... spero che si veda bene e non abbia
problemi, in caso contrario avvertitemi che rimedio ;)
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Vo-voleva fare l'amore?
Il panico mi assalì, schiacciandomi come un macigno e togliendomi
completamente il respiro, stavo per avere una crisi, poco ma sicuro.
Eppure, quando i miei occhi si legarono ai suoi, mi calmai, non
sembrava esistere nient'altro, solo noi due.
«Milo.»
Mi chiamò con una voce così roca, profonda e piena di vibrante
eccitazione, che un brivido caldo mi attraversò la schiena.
Oddio! E se non fossi stato in grado di fare l'amore con lui? Se lo
avessi deluso?
Ero completamente inesperto, probabilmente sarei stato un fiasco
totale, e, dalla paura, mi tirai indietro.
«A-aspetta... io... non sono pronto...» balbettai appena.
«Vuoi scappare?»
I suoi occhi si fecero più intensi, più caldi. Mi accarezzò tutto con
lo sguardo mentre, con estrema lentezza, faceva scivolare giù dalle
spalle il suo accappatoio, rivelando il suo addome  scolpito e
muscoloso.
Era così bello che me lo sarei mangiato con gli occhi...
«Ti farò provare la massima voluttà del mondo.» mi promise,
riprendendo a baciarmi.
Imprigionò i miei polsi nelle sue mani, inchiodandoli al materasso al
fianco della mia testa e mi tenne fermo mentre continuava a mangiarmi
con impeto sempre maggiore.
La sua lingua, prepotente e birichina, esplorava la mia cavità orale,
marchiando ogni cellula come se fosse sua di diritto. Tremai sotto il
suo assalto passionale e travolgente, ma all'improvviso mi apparve
nella mente l'immagine di quella Seera che faceva sesso con Satan, in
quello stesso letto e mi bloccai.
«Non posso!» affermai, voltando il viso di lato per farlo smettere.
«Non posso adesso che so che vai a letto con altre!»
Sul suo volto potevo scorgere la sorpresa, ma sparì in fretta.
«Stai parlando di Seera? Sei geloso?»
«No.» dissi poco convinto.
Lui mi obbligò a girarmi per vedere la mia faccia, sicuramente rossa
dall'imbarazzo.
«Sì... questa è la tipica espressione di gelosia... Ti fa arrabbiare così
tanto che io abbia usato quella Seera come una bambolina? Invidi la
donna o l'uomo che la notte del Sabba è al centro delle attenzioni
delle creature infernali?»
La notte del Sabba? E che cos'era? Non ne avevo mai sentito parlare prima...
Un sorriso strano gli comparse sulle labbra e la preoccupazione mi
avvolse come una coperta.
«Vuoi essere trattato come lei... bene...»
Subito mi sollevò, ribaltò completamente le posizioni e mi fece
mettere seduto a cavalcioni su di lui.
«Cavalcami.» mi ordinò. «Muoviti da solo e vieni da solo.»
«No! Io...»
Io non volevo questo, semplicemente volevo Satan solo per me.
«Allora non pensare a nessun altro, Milo.» mi rimproverò dolcemente,
aprendo il mio accappatoio.
Si mise seduto e le sue mani iniziarono a scorrere sul mio petto,
vezzeggiando ogni centimetro della mia pelle. Quando arrivò ai miei
capezzoli li stuzzicò, li pizzicò e li prese in bocca, succhiandoli
forte.
Io ansimai senza riuscire a trattenermi e inarcai la schiena sotto il
suo assalto, consapevole del fatto che il mio corpo stava andando a
fuoco per lui.
Mi tolse del tutto l'accappatoio, lasciandomi nudo ed esposto al suo
sguardo, e mi fece di nuovo stendere sul materasso.
Si spogliò a sua volta e rimase qualche istante fermo, facendosi
contemplare da me.
Il suo fisico era stupendo, sodo e muscoloso, e il suo membro svettava
turgido e pulsante verso l'altro, spuntando da un ciuffo di peli neri
e intriganti. Era la prima volta che vedevo un altro uomo senza
vestiti...
«Milo.»
Si chinò a baciarmi, ma lasciò presto la mia bocca per discendere
lungo il mio collo e sul mio addome. Lo sentivo ovunque, era così
intenso che avevo paura di venire solo per le sue carezze.
Scese ancora più in basso e, quando prese il mio sesso in bocca, persi
completamente la ragione. Gettai la testa indietro e gridai di
piacere, sentendo il mio intero corpo irrigidirsi e tendersi.
Mi succhiò con decisione, continuando a far vagare le sue mani su
tutto il mio essere senza limiti, senza sosta.
«Satan.» ansimai, sentendo il culmine arrivare.
Ma lui si fermò, fece uscire il mio membro dalla sua bocca con un
risucchio osceno e mi guardò compiaciuto.
In un solo istante, mise le mani sotto le mie ginocchia e le spinse
verso di me, alzando il mio sedere e lasciandolo completamente in
mostra.
La sua lingua, morbida e ruvida allo stesso tempo, lappò il mio punto
più delicato, facendomi provare dei fortissimi brividi a ogni colpo.
Strinsi il lenzuolo tra le dita e mi morsi il labbro inferiore per non
gridare come una ragazzina, mentre lui continuava imperterrito a
bagnarmi con cura.
Sentii una delle sue lunghe dita entrare dentro di me, poi una seconda
e una terza, finché non parve soddisfatto.
Si tirò indietro, lasciandomi vuoto, e si posizionò tra le mie gambe,
leccandosi le labbra.
«Ti riempirò di me... con il mio spirito e con il mio corpo.» disse solenne.
Cominciò a spinge, a farsi largo in me, lentamente ma senza fermarsi.
Bruciava un po' e percepivo una sensazione stranissima, nuova.
Qualcosa mi stava colmando, riempiendomi, completandomi, e quella cosa
era il mio Satan.
«Satan.» gemetti, sentendolo arrivare in fondo.
Mi baciò con dolcezza, aspettando che mi abituassi alla sua intrusione
e poi prese a muoversi.
Dopo qualche istante di fastidio, iniziò a diventare bello, intenso, eccitante.
I suoi affondi divennero più sostenuti, più forti, possedendomi come
se avesse paura che provassi a scappare e prendendo da me tutto ciò
che potevo e riuscivo a offrirgli.
Quando sentii la sua mano chiudersi sulla mia erezione, persi la testa
e mi aggrappai alle sue spalle larghe e forti, graffiandogli la pelle
con le unghie.
«Satan.»
Sapevo di essere al limite e forse lo capì anche lui, perché prese a
massaggiarmi più forte, facendomi infrangere il punto di non ritorno.
«Vengo.» gemetti un attimo prima di riversare il mio seme sul mio
petto e sulla sua mano.
Altre due stoccare e venne anche lui, spingendosi in fondo e
riempiendomi con il suo caldissimo sperma.

Riaprii gli occhi lentamente, ritrovandomi ancora steso sul letto di
Satan. Non mi ero nemmeno accorto di essermi addormentato. Quando feci
per muovermi, però, mi accorsi che i miei polsi erano legati al letto
da un nastro di seta nero e mi allarmai.
«Ti sei svegliato. Hai perso conoscenza per il troppo piacere.»
«Satan! Perché sono legato?» domandai, agitandomi.
«Non pensare che sia finita così.» rispose, alzandosi dalla sedia
sulla quale era seduto e venendo verso di me.
Durante il tragitto si tolse la vestaglia nera che lo copriva,
rimanendo di nuovo nudo. Tirò via il lenzuolo che mi nascondeva ai
suoi occhi e salì sul materasso.
«Qui il tempo non scorre.» mi spiegò, facendomi voltare e mettere a
quattro zampe. «Qui ho tutto il tempo che mi serve per addestrarti,
cucciolotto.»
Sentii le sue dita scivolare sul mio sesso, facendolo inturgidire e la
sua bocca, famelica e impertinente, mordere il mio sedere.
Tirai istintivamente le corde, sentendo il tessuto strozzare la mia
carne e gemetti di piacere e dolore.
«Stringono, vero? Fossi in te, non cercherei di divincolarmi.» disse,
prima di iniziare a bagnarmi con la lingua.
Urlai, ancora confuso e troppo sconvolto dalle forte emozioni che
riusciva a farmi provare. Una volta umido di saliva percepii subito il
suo membro duro affondare dentro di me con facilità.
Non faceva male come la prima volta e Satan prese subito a muoversi,
possedendomi con impeto e possessione sempre maggiore e sfrenata.
«Sei mio, Milo.»

Malpass
Finalmente il mio signore era a casa e aveva portato Milo nella sua
camera da letto, ma qualcosa mi preoccupava, o meglio, qualcuno.
Infatti Seera era riuscita a rientrare a palazzo e ora camminava per
il corridoio, infuriata come un toro.
Uno dei diavoli di Satan la vide e le si avvicinò con un sorriso sulle labbra.
«Seera, ti vedo abbastanza innervosita.» la canzonò.
«Beezebù!» lo chiamò lei. «E per Satan! Si è nascosto chissà dove con
quel verginello umano.» continuò, pronunciando le ultime parole come
un insulto.
«Sono rinchiusi nella sua stanza da letto.» lo informò l'altro.
«Cosa?» ribatté Seera con il volto stupito e allarmato. «Impossibile!
Non ti credo! Nessuno è mai entrato nelle sue stanze!»
«A quanto pare questa volta ha davvero perso la testa.» affermò Beezebù.
«No... non con un umano... non può!» ribatté lei, iniziando a correre.
Ancora nella mia forma di corvo, presi a volarle dietro per
controllare i suoi movimenti, quella donna non mi piaceva affatto.
Arrivò proprio dinnanzi alla porta delle stanze private del mio
signore, dalla quale si potevano udire i gemiti di piacere di Milo.
Seera si accostò al battente e chiamò il diavolo a gran voce.
«Satan! Lo ami davvero? Ami quel ragazzo umano?»
Ma non ottenne nessuna risposta, sicuramente da dentro non la potevano
nemmeno sentire.
«Io entro, Satan.» disse convinta, mettendo una mano sulla maniglia.
Quando provò a toccarla, però, la forza oscura del mio signore la
respinse, bruciandole quasi la pelle e lasciando interdetta.
L'espressione sul suo volto non mi piacque per niente, presagiva
soltanto guai e rimasi a fissarla mentre si allontanava, finché non
scomparve in fondo al corridoio.

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